Autorevoli interventi alla presentazione del libro di Raffaele Cantone e Gianluca Di Feo
Una donna cittadina dell’Unione europea deve lavorare due mesi in più per eguagliare lo stipendio incassato da un uomo nel 2012. E’ quanto emerge da un rapporto diffuso dalla Commissione UE in occasione della terza “Giornata europea della parità retributiva”, che si celebra ogni anno il 28 febbraio.
La data del 28 febbraio non è casuale: corrisponde infatti al 59° giorno dell’anno, tanti quanti sono i giorni che una donna dovrebbe lavorare in più per guadagnare quanto un uomo.
E’ il terzo anno che si celebra la Giornata europea della parità retributiva, voluta dalla Commissione UE per aiutare a ridurre la disparità retributiva di genere. E gli ultimi dati diffusi del 2010 indicano un divario retributivo medio pari al 16,2% nell’Unione (in Italia, il 5,3%) in leggero calo rispetto al 17% e oltre degli anni precedenti.
Ma la tendenza al ribasso è riconducibile all’impatto della recessione economica che è stato più aspro nei settori a prevalente manodopera maschile (edilizia, ingegneria), nei quali i salari sono diminuiti in misura maggiore. Pertanto, questo lieve livellamento non è imputabile in generale ad aumenti della retribuzione femminile o a un miglioramento delle condizioni di lavoro delle donne. Parallelamente, negli ultimi anni è salita la percentuale di uomini che lavorano part-time o a condizioni salariali meno favorevoli.
La Commissione europea si è impegnata a sostenere i datori di lavoro interessati a ridurre il gap retributivo di genere: il progetto Equality Pays Off (l’uguaglianza paga) intende sensibilizzare le imprese ai vantaggi economici che possono venire dall’uguaglianza e dalla parità di retribuzione tra i sessi. Dati i cambiamenti demografici e la crescente carenza di manodopera specializzata, l’iniziativa intende agevolare l’accesso delle imprese al potenziale della forza lavoro femminile, ad esempio attraverso attività di formazione, eventi e strumenti che consentano di ridurre il divario retributivo.
Il progetto intende anche contribuire a raggiungere l’obiettivo della strategia Europa 2020 di portare il tasso di occupazione al 75%, obiettivo che, in assenza di una più ampia partecipazione delle donne al mercato del lavoro, non potrà essere realizzato.
Per saperne di più:
Divaro di retribuzione tra donne e uomini - Sito della Commissione Ue
Pubblicato il 28 febbraio 2013
Una donna cittadina dell’Unione europea deve lavorare due mesi in più per eguagliare lo stipendio incassato da un uomo nel 2012. E’ quanto emerge da un rapporto diffuso dalla Commissione UE in occasione della terza “Giornata europea della parità retributiva”, che si celebra ogni anno il 28 febbraio.
La data del 28 febbraio non è casuale: corrisponde infatti al 59° giorno dell’anno, tanti quanti sono i giorni che una donna dovrebbe lavorare in più per guadagnare quanto un uomo.
E’ il terzo anno che si celebra la Giornata europea della parità retributiva, voluta dalla Commissione UE per aiutare a ridurre la disparità retributiva di genere. E gli ultimi dati diffusi del 2010 indicano un divario retributivo medio pari al 16,2% nell’Unione (in Italia, il 5,3%) in leggero calo rispetto al 17% e oltre degli anni precedenti.
Ma la tendenza al ribasso è riconducibile all’impatto della recessione economica che è stato più aspro nei settori a prevalente manodopera maschile (edilizia, ingegneria), nei quali i salari sono diminuiti in misura maggiore. Pertanto, questo lieve livellamento non è imputabile in generale ad aumenti della retribuzione femminile o a un miglioramento delle condizioni di lavoro delle donne. Parallelamente, negli ultimi anni è salita la percentuale di uomini che lavorano part-time o a condizioni salariali meno favorevoli.
La Commissione europea si è impegnata a sostenere i datori di lavoro interessati a ridurre il gap retributivo di genere: il progetto Equality Pays Off (l’uguaglianza paga) intende sensibilizzare le imprese ai vantaggi economici che possono venire dall’uguaglianza e dalla parità di retribuzione tra i sessi. Dati i cambiamenti demografici e la crescente carenza di manodopera specializzata, l’iniziativa intende agevolare l’accesso delle imprese al potenziale della forza lavoro femminile, ad esempio attraverso attività di formazione, eventi e strumenti che consentano di ridurre il divario retributivo.
Il progetto intende anche contribuire a raggiungere l’obiettivo della strategia Europa 2020 di portare il tasso di occupazione al 75%, obiettivo che, in assenza di una più ampia partecipazione delle donne al mercato del lavoro, non potrà essere realizzato.
Per saperne di più:
Divaro di retribuzione tra donne e uomini - Sito della Commissione Ue
Pubblicato il 28 febbraio 2013