Il Presidente Guasticchi, in occasione della convocazione del Consiglio Provinciale Aperto per il "Giorno della Memoria" interviene per sottolineare questa data 'da non dimenticare mai'. "La 'memoria' che si tiene desta di eventi tanto luttuosi che, come quelli della barbarie nazista, varrebbe la pena dimenticare del tutto è, in realtà, coscienza di un sogno di libertà..."
“La ‘memoria’ che si tiene desta di eventi tanto luttuosi che, come quelli della barbarie nazista, varrebbe la pena dimenticare del tutto è, in realtà, coscienza di un sogno di libertà, desiderio di abbracci fraterni, sentimento di appartenenza a un comune disegno di pace fra i popoli della terra. Sogni, desideri, sentimenti così forti e puri che nemmeno una repressione spietata come quella dei campi di concentramento hitleriani è riuscita a piegare, ad affievolire, ad annientare”. “Oggi, noi, attraverso il “Giorno della memoria”, ne abbiamo una consapevolezza sempre più forte e netta così intensa che possiamo trovare il modo di trasmettere alle generazioni che ci seguiranno i sogni e le speranze bruciati sui reticolati e dissolti nelle camere a gas. Anche se i testimoni diretti dell’Olocausto, pronti a raccontare in prima persona, inevitabilmente si affievoliscono, ciò che rimane delle loro vicende e delle loro lacrime diventa parola scritta nella pietra, atto di resistenza contro ogni ritorno di discriminazione razziale, pagina in cui la poesia ripete gli ultimi sospiri di chi ha tanto sofferto e invita, in mezzo al racconto “di quel che accadde”, a pause di silenzio in loro memoria. Con questo spirito abbiamo inteso dedicare alla ricorrenza del 27 gennaio nient’altro che una pacata trasfigurazione del dolore in speranza, come solo le pagine della migliore letteratura italiana possono fare. Fra gli autori dai quali sono stati presi i brani da leggere abbiamo rintracciato anche l’origine ebraica, a conferma del grande ruolo avuto da scrittori legati a quella cultura nella narrativa e nella poesia del Novecento”.“La Provincia di Perugia realizza questa testimonianza con una determinazione di unità che non conosce né limiti né riserve. L’intera Sala del Consiglio, cuore della nostra vita democratica, si stringe intorno al proprio emiciclo e risplende di una poesia senza tempo, di un canto senza dolore, di una memoria nella quale la ragione e la storia tornano a operare per il futuro dell’umanità”.
“La ‘memoria’ che si tiene desta di eventi tanto luttuosi che, come quelli della barbarie nazista, varrebbe la pena dimenticare del tutto è, in realtà, coscienza di un sogno di libertà, desiderio di abbracci fraterni, sentimento di appartenenza a un comune disegno di pace fra i popoli della terra. Sogni, desideri, sentimenti così forti e puri che nemmeno una repressione spietata come quella dei campi di concentramento hitleriani è riuscita a piegare, ad affievolire, ad annientare”. “Oggi, noi, attraverso il “Giorno della memoria”, ne abbiamo una consapevolezza sempre più forte e netta così intensa che possiamo trovare il modo di trasmettere alle generazioni che ci seguiranno i sogni e le speranze bruciati sui reticolati e dissolti nelle camere a gas. Anche se i testimoni diretti dell’Olocausto, pronti a raccontare in prima persona, inevitabilmente si affievoliscono, ciò che rimane delle loro vicende e delle loro lacrime diventa parola scritta nella pietra, atto di resistenza contro ogni ritorno di discriminazione razziale, pagina in cui la poesia ripete gli ultimi sospiri di chi ha tanto sofferto e invita, in mezzo al racconto “di quel che accadde”, a pause di silenzio in loro memoria. Con questo spirito abbiamo inteso dedicare alla ricorrenza del 27 gennaio nient’altro che una pacata trasfigurazione del dolore in speranza, come solo le pagine della migliore letteratura italiana possono fare. Fra gli autori dai quali sono stati presi i brani da leggere abbiamo rintracciato anche l’origine ebraica, a conferma del grande ruolo avuto da scrittori legati a quella cultura nella narrativa e nella poesia del Novecento”.“La Provincia di Perugia realizza questa testimonianza con una determinazione di unità che non conosce né limiti né riserve. L’intera Sala del Consiglio, cuore della nostra vita democratica, si stringe intorno al proprio emiciclo e risplende di una poesia senza tempo, di un canto senza dolore, di una memoria nella quale la ragione e la storia tornano a operare per il futuro dell’umanità”.