(Cittadino e Provincia) Perugia, 13 marzo ’13 - La II Commissione consiliare permanente della Provincia di Perugia, presieduta da Giampiero Fugnanesi, ha approvato a maggioranza l’ordine del giorno sul riordino dell’ufficio del Giudice di Pace di Foligno e dell’intero territorio provinciale, sulla base di una mozione presentata dal consigliere Enrico Bastioli (Socialisti Riformisti) lo scorso ottobre. Il documento che sarà sottoposto alla ratifica del Consiglio provinciale, impegna il presidente e la Giunta “a continuare a porre in essere tutte le azioni finalizzate alla salvaguardia di un presidio del Giudice di Pace nella città di Foligno e nei comuni limitrofi”, a “sostenere le iniziative dei Comuni che si attiveranno, nell’ambito della circoscrizione provinciale di Perugia, finalizzate al mantenimento e potenziamento degli uffici del Giudice di Pace, secondo le possibilità offerte dalla legge ai Comuni nei quali sono stati soppressi gli uffici, in aggiunta alle due sedi circondariali confermate dal decreto legislativo n° 156/2012”. Presidente e Giunta vengono inoltre impegnati a “promuovere e favorire tutte le sinergie proponibili affinché si reperiscano le risorse necessarie all’ottimale funzionamento dei mantenuti Giudici di Pace, rendendosi disponibile anche a valutare l’utilizzo di proprio personale presso detti uffici locali, sulla base di idonea convenzione nel caso i Comuni interessati ne facciano richiesta”. Un documento d’indirizzo politico, ha chiarito, l’assessore Piero Mignini, presente alla seduta della Commissione, in quanto la Provincia non ha competenze nella materia specifica, ma che evidenzia la disponibilità dell’Ente a ragionare con i 59 Comuni della Provincia di Perugia su come riorganizzare nel territorio gli uffici del Giudice di Pace alla luce del decreto legislativo 156 del 2012 che ha soppresso le sedi di Città della Pieve (accorpato a Orvieto), Assisi, Caastiglione del Lago, Città di Castello, Gualdo Tadino, Gubbio (accorpati a Perugia), Foligno, Todi, Montefalco e Norcia (accorpati a Spoleto). Il decreto prevede però il mantenimento degli uffici del Giudice di pace nei Comuni disposti a sostenere gli oneri economici del servizio e tra questi c’è, appunto, la città di Foligno. Prima del voto si è sviluppato un articolato dibattito. “Il documento – ha illustrato Fugnanesi in apertura di seduta – è la sintesi delle esigenze dei territori”, ma per Giampiero Panfili (Pdl) “dal momento che la legge dà facoltà ai Comuni con proprie risorse di garantirsi l’ufficio del Giudice di Pace, la Provincia non ha competenze per intervenire”. Sulla sostanziale “inutilità” dell’ordine del giorno, proprio alla luce dei dispositivi contenuti nel decreto legge di riordino degli uffici giudiziari, si sono espressi anche Claudio Fallarino (Pd) che ha però approvato il documento accogliendone l’interpretazione di indirizzo politico, Piero Sorcini (capogruppo Pdl) e Bruno Biagiotti (Pdl) che hanno però dichiarato la loro contrarietà all’odg. Teodoro Armillei (Idv) nel dichiarare il proprio voto favorevole ha spiegato: “Se uno o più Comuni decidono di mettersi insieme per garantire il servizio, come Provincia non possiamo che essere favorevoli”. Per Laura Zampa (Pd) che si è astenuta “il documento conferma la legge e cerca di risolvere i problemi di tutti i territori, ma bisognerebbe capire quale tipo di riorganizzazione e razionalizzazione dei servizi è possibile in questi tempi di crisi”. La commissione si è conclusa con 9 voti favorevoli (Sandra Allegrini, Fallarino, Manini e Pinaglia Pd, Armillei Idv, Baldelli Prc, Bastioli Psi, De Bonis Pdl, Fugnanesi Pdci), 4 contrari (Alunni, Andreani, Biagiotti, e Panfili Pdl) e due astenuti (Becchetti e Zampa Pd).
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(Cittadino e Provincia) Perugia, 13 marzo ’13 - La II Commissione consiliare permanente della Provincia di Perugia, presieduta da Giampiero Fugnanesi, ha approvato a maggioranza l’ordine del giorno sul riordino dell’ufficio del Giudice di Pace di Foligno e dell’intero territorio provinciale, sulla base di una mozione presentata dal consigliere Enrico Bastioli (Socialisti Riformisti) lo scorso ottobre. Il documento che sarà sottoposto alla ratifica del Consiglio provinciale, impegna il presidente e la Giunta “a continuare a porre in essere tutte le azioni finalizzate alla salvaguardia di un presidio del Giudice di Pace nella città di Foligno e nei comuni limitrofi”, a “sostenere le iniziative dei Comuni che si attiveranno, nell’ambito della circoscrizione provinciale di Perugia, finalizzate al mantenimento e potenziamento degli uffici del Giudice di Pace, secondo le possibilità offerte dalla legge ai Comuni nei quali sono stati soppressi gli uffici, in aggiunta alle due sedi circondariali confermate dal decreto legislativo n° 156/2012”. Presidente e Giunta vengono inoltre impegnati a “promuovere e favorire tutte le sinergie proponibili affinché si reperiscano le risorse necessarie all’ottimale funzionamento dei mantenuti Giudici di Pace, rendendosi disponibile anche a valutare l’utilizzo di proprio personale presso detti uffici locali, sulla base di idonea convenzione nel caso i Comuni interessati ne facciano richiesta”. Un documento d’indirizzo politico, ha chiarito, l’assessore Piero Mignini, presente alla seduta della Commissione, in quanto la Provincia non ha competenze nella materia specifica, ma che evidenzia la disponibilità dell’Ente a ragionare con i 59 Comuni della Provincia di Perugia su come riorganizzare nel territorio gli uffici del Giudice di Pace alla luce del decreto legislativo 156 del 2012 che ha soppresso le sedi di Città della Pieve (accorpato a Orvieto), Assisi, Caastiglione del Lago, Città di Castello, Gualdo Tadino, Gubbio (accorpati a Perugia), Foligno, Todi, Montefalco e Norcia (accorpati a Spoleto). Il decreto prevede però il mantenimento degli uffici del Giudice di pace nei Comuni disposti a sostenere gli oneri economici del servizio e tra questi c’è, appunto, la città di Foligno. Prima del voto si è sviluppato un articolato dibattito. “Il documento – ha illustrato Fugnanesi in apertura di seduta – è la sintesi delle esigenze dei territori”, ma per Giampiero Panfili (Pdl) “dal momento che la legge dà facoltà ai Comuni con proprie risorse di garantirsi l’ufficio del Giudice di Pace, la Provincia non ha competenze per intervenire”. Sulla sostanziale “inutilità” dell’ordine del giorno, proprio alla luce dei dispositivi contenuti nel decreto legge di riordino degli uffici giudiziari, si sono espressi anche Claudio Fallarino (Pd) che ha però approvato il documento accogliendone l’interpretazione di indirizzo politico, Piero Sorcini (capogruppo Pdl) e Bruno Biagiotti (Pdl) che hanno però dichiarato la loro contrarietà all’odg. Teodoro Armillei (Idv) nel dichiarare il proprio voto favorevole ha spiegato: “Se uno o più Comuni decidono di mettersi insieme per garantire il servizio, come Provincia non possiamo che essere favorevoli”. Per Laura Zampa (Pd) che si è astenuta “il documento conferma la legge e cerca di risolvere i problemi di tutti i territori, ma bisognerebbe capire quale tipo di riorganizzazione e razionalizzazione dei servizi è possibile in questi tempi di crisi”. La commissione si è conclusa con 9 voti favorevoli (Sandra Allegrini, Fallarino, Manini e Pinaglia Pd, Armillei Idv, Baldelli Prc, Bastioli Psi, De Bonis Pdl, Fugnanesi Pdci), 4 contrari (Alunni, Andreani, Biagiotti, e Panfili Pdl) e due astenuti (Becchetti e Zampa Pd).
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