Inaugurata “La grande ferita”, l'opera di Lorenzo Fonda in ricordo di medici, operatori sanitari e cittadini morti a causa della pandemia
Inaugurazione dell’opera in memoria delle vittime del Covid a Perugia
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 18 marzo ‘25 –“La grande ferita” è il titolo dell’opera, firmata dall’artista Lorenzo Fonda, in ricordo di medici, operatori sanitari e cittadini morti a causa della pandemia da Covid-19 tra il 2019 e il 2021. Realizzata in corten, ferro e smalto, da oggi campeggia in uno spazio pubblico visibile anche da via dei Filosofi: l’area verde adiacente il Poliambulatorio della Usl Umbria 1 in piazzale Europa. L’inaugurazione si è svolta proprio nella giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Coronavirus, alla presenza di numerose autorità civili e militari. Alla cerimonia hanno preso parte il direttore generale dell’Azienda ospedaliera Giuseppe De Filippis, l’arcivescovo Ivan Maffeis, che ha impartito la benedizione, la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi e l’assessore ai lavori pubblici Francesco Zuccherini, la consigliera della Provincia di Perugia Francesca Pasquino, il dirigente medico della Usl Umbria 1 Attilio Solinas e il medico e presidente dell’associazione Ippocrate Gianluigi Rosi, ideatori del progetto, che hanno spiegato la genesi, insieme al pittore e scultore Fonda, e Patrizia Sargentini, vedova del medico Stefano Brando, una delle vittime del Covid.
Il monumento
Inaugurazione dell’opera in memoria delle vittime del Covid a Perugia
L’opera è stata commissionata per non dimenticare quanti hanno perso la vita e per sottolineare il ruolo svolto da tutto il personale sanitario a Perugia e in Umbria nel periodo dell’emergenza sanitaria. L’iniziativa si deve anche alla volontà di ricordare, in modo particolare, proprio Brando, medico di medicina generale deceduto dopo aver contratto il virus nell’esercizio delle sue funzioni di assistenza professionale. I promotori hanno sottolineato il fondamentale supporto economico di numerosi sponsor (Rotary club Perugia, Euroshed Srl, Dott. Gallina Srl, Tpg Gubbiotti Srl, MV Extrusion Spa), ringraziando anche l’architetto Maria Carmela Frate per la definizione delle autorizzazioni e delle progettualità di installazione e l’Amministrazione comunale di Perugia che ha reso possibile l’installazione su un terreno di proprietà.
Il pittore e scultore Lorenzo Fonda, come da lui stesso sottolineato, ha accettato di buon grado il coinvolgimento nel progetto, ideando e realizzando “La grande ferita”, alta due metri e larga tre, presso la ditta Agel Ferro di Agello, anche in virtù del suo passato professionale di medico di medicina generale. L’opera installata da personale del Cantiere comunale rappresenta, come detto dall’artista, “una grande ferita, una crepa che ci portiamo nel cuore a causa del Covid. Nella parte centrale, il colore rosso che cola rimanda al dolore e alla vita di coloro che oggi non ci sono più e che hanno dato la vita per soccorrere gli ammalati”.
Il ricordo della pandemia e la nascita del progetto
Inaugurazione dell’opera in memoria delle vittime del Covid a Perugia
“Lavoro da 40 anni nella sanità pubblica e ho vissuto in prima persona il dramma della pandemia, con parenti, amici e colleghi che se ne sono andati senza neanche poter essere abbracciati e salutati di persona – ha affermato Attilio Solinas -. Sono molto soddisfatto di essere arrivato, insieme a Gianluigi Rosi e a Lorenzo Fonda, al termine di questo percorso che ci ha portato, dopo varie vicissitudini burocratiche, al traguardo di vedere questa bellissima opera di fronte al luogo dove lavoro tutti i giorni. Il pensiero di Stefano Brando, amico e collega che ha perso la vita a causa del virus, ci ha spinto a portare avanti questa iniziativa. E’ immensamente gratificante poter commemorare e ricordare, ma direi anche celebrare visivamente, con una scultura così significativa, non solo coloro che hanno sofferto o sono morti per il Covid, ma anche i tanti operatori sanitari che si sono prodigati per contrastare giorno e notte la pandemia. Ne voglio ricordare una per tutti, la professoressa Antonella Mencacci direttrice della Microbiologia del nostro ospedale, che per mesi e mesi ha organizzato i prelievi e i tamponi che ci hanno consentito di diagnosticare e monitorare il contagio virale”.
“Il titolo della bella scultura di Fonda sintetizza quanto è successo in Umbria, in Italia e nel mondo – ha poi aggiunto Gianluigi Rosi -. L’idea di mantenere vivo il ricordo, l’impegno di un gruppo di medici legati all’Associazione Ippocrate, della precedente e della nuova amministrazione comunale, il sostegno di alcuni sponsor e il genio creativo dello scultore Fonda, tutto questo ha permesso di celebrare nel migliore dei modi una giornata densa della memoria di un triste passato, così come della speranza in un futuro di tutela e di rafforzamento della sanità pubblica”.
Patrizia Sargentini ha voluto esprimere un ringraziamento anche a nome delle figlie: “Stefano ha lavorato sempre vicino alle famiglie ed è una emozione forte essere oggi qui. Vorrei solo spendere delle parole per il sistema sanitario per cui ha lavorato mio marito con grande dedizione e amore. Vorrei un sistema allineato al sistema Paese che trova le sue forze nelle istituzioni e anche nella società civile. Questo deve assicurare il primo diritto, che è quello alla vita, ed essere coeso, equo, solidale e pronto ad affrontare anche nuove pandemie”.
Cs25010.IC
modificato il 18/03/2025
Inaugurata “La grande ferita”, l'opera di Lorenzo Fonda in ricordo di medici, operatori sanitari e cittadini morti a causa della pandemia
Inaugurazione dell’opera in memoria delle vittime del Covid a Perugia
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 18 marzo ‘25 –“La grande ferita” è il titolo dell’opera, firmata dall’artista Lorenzo Fonda, in ricordo di medici, operatori sanitari e cittadini morti a causa della pandemia da Covid-19 tra il 2019 e il 2021. Realizzata in corten, ferro e smalto, da oggi campeggia in uno spazio pubblico visibile anche da via dei Filosofi: l’area verde adiacente il Poliambulatorio della Usl Umbria 1 in piazzale Europa. L’inaugurazione si è svolta proprio nella giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Coronavirus, alla presenza di numerose autorità civili e militari. Alla cerimonia hanno preso parte il direttore generale dell’Azienda ospedaliera Giuseppe De Filippis, l’arcivescovo Ivan Maffeis, che ha impartito la benedizione, la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi e l’assessore ai lavori pubblici Francesco Zuccherini, la consigliera della Provincia di Perugia Francesca Pasquino, il dirigente medico della Usl Umbria 1 Attilio Solinas e il medico e presidente dell’associazione Ippocrate Gianluigi Rosi, ideatori del progetto, che hanno spiegato la genesi, insieme al pittore e scultore Fonda, e Patrizia Sargentini, vedova del medico Stefano Brando, una delle vittime del Covid.
Il monumento
Inaugurazione dell’opera in memoria delle vittime del Covid a Perugia
L’opera è stata commissionata per non dimenticare quanti hanno perso la vita e per sottolineare il ruolo svolto da tutto il personale sanitario a Perugia e in Umbria nel periodo dell’emergenza sanitaria. L’iniziativa si deve anche alla volontà di ricordare, in modo particolare, proprio Brando, medico di medicina generale deceduto dopo aver contratto il virus nell’esercizio delle sue funzioni di assistenza professionale. I promotori hanno sottolineato il fondamentale supporto economico di numerosi sponsor (Rotary club Perugia, Euroshed Srl, Dott. Gallina Srl, Tpg Gubbiotti Srl, MV Extrusion Spa), ringraziando anche l’architetto Maria Carmela Frate per la definizione delle autorizzazioni e delle progettualità di installazione e l’Amministrazione comunale di Perugia che ha reso possibile l’installazione su un terreno di proprietà.
Il pittore e scultore Lorenzo Fonda, come da lui stesso sottolineato, ha accettato di buon grado il coinvolgimento nel progetto, ideando e realizzando “La grande ferita”, alta due metri e larga tre, presso la ditta Agel Ferro di Agello, anche in virtù del suo passato professionale di medico di medicina generale. L’opera installata da personale del Cantiere comunale rappresenta, come detto dall’artista, “una grande ferita, una crepa che ci portiamo nel cuore a causa del Covid. Nella parte centrale, il colore rosso che cola rimanda al dolore e alla vita di coloro che oggi non ci sono più e che hanno dato la vita per soccorrere gli ammalati”.
Il ricordo della pandemia e la nascita del progetto
Inaugurazione dell’opera in memoria delle vittime del Covid a Perugia
“Lavoro da 40 anni nella sanità pubblica e ho vissuto in prima persona il dramma della pandemia, con parenti, amici e colleghi che se ne sono andati senza neanche poter essere abbracciati e salutati di persona – ha affermato Attilio Solinas -. Sono molto soddisfatto di essere arrivato, insieme a Gianluigi Rosi e a Lorenzo Fonda, al termine di questo percorso che ci ha portato, dopo varie vicissitudini burocratiche, al traguardo di vedere questa bellissima opera di fronte al luogo dove lavoro tutti i giorni. Il pensiero di Stefano Brando, amico e collega che ha perso la vita a causa del virus, ci ha spinto a portare avanti questa iniziativa. E’ immensamente gratificante poter commemorare e ricordare, ma direi anche celebrare visivamente, con una scultura così significativa, non solo coloro che hanno sofferto o sono morti per il Covid, ma anche i tanti operatori sanitari che si sono prodigati per contrastare giorno e notte la pandemia. Ne voglio ricordare una per tutti, la professoressa Antonella Mencacci direttrice della Microbiologia del nostro ospedale, che per mesi e mesi ha organizzato i prelievi e i tamponi che ci hanno consentito di diagnosticare e monitorare il contagio virale”.
“Il titolo della bella scultura di Fonda sintetizza quanto è successo in Umbria, in Italia e nel mondo – ha poi aggiunto Gianluigi Rosi -. L’idea di mantenere vivo il ricordo, l’impegno di un gruppo di medici legati all’Associazione Ippocrate, della precedente e della nuova amministrazione comunale, il sostegno di alcuni sponsor e il genio creativo dello scultore Fonda, tutto questo ha permesso di celebrare nel migliore dei modi una giornata densa della memoria di un triste passato, così come della speranza in un futuro di tutela e di rafforzamento della sanità pubblica”.
Patrizia Sargentini ha voluto esprimere un ringraziamento anche a nome delle figlie: “Stefano ha lavorato sempre vicino alle famiglie ed è una emozione forte essere oggi qui. Vorrei solo spendere delle parole per il sistema sanitario per cui ha lavorato mio marito con grande dedizione e amore. Vorrei un sistema allineato al sistema Paese che trova le sue forze nelle istituzioni e anche nella società civile. Questo deve assicurare il primo diritto, che è quello alla vita, ed essere coeso, equo, solidale e pronto ad affrontare anche nuove pandemie”.