"Viene a mancare un punto di riferimento di cui sentiremo tutti la mancanza"
(Cittadino e Provincia) – Gualdo Tadino, 8 marzo ’13 – Ha riacquistato la libertà, negli spazi aperti di Boschetto (nel comune di Gualdo Tadino), l’esemplare di lupo che nei giorni scorsi era stato rinvenuto da un cacciatore del luogo con sintomi di avvelenamento. Pier Paolo Baiocco, questo il nome del cacciatore, nell’osservare comportamenti anomali da parte dell’animale, che barcollava e mostrava un’eccessiva salivazione, ha avvisato i medici veterinari che sono intervenuti per recuperarlo e provvedere alle cure del caso. Per alcuni giorni il lupo è rimasto ricoverato presso l’ambulatorio veterinario di Gualdo Tadino. Poi ieri, una volta tornato in salute, di nuovo in libertà. Ha partecipato alle operazioni di liberazione anche il personale del Servizio gestione faunistica e protezione ambientale della Provincia di Perugia che si è occupato del caso, insieme ad un gruppo di lavoro dell’Università degli Studi di Perugia. Si tratta di un giovane maschio, forse in dispersione, cioè in quella fase in cui gli individui lasciano il nucleo familiare per cercarsi un proprio territorio, momento critico per la sopravvivenza, non solo dal punto di vista etologico, ma anche per i rischi legati alla presenza dell’uomo (incidenti stradali, bracconaggio, avvelenamenti). Secondo quanto riferiscono i tecnici della Provincia, i bocconi avvelenati costituiscono uno strumento illegale a cui può capitare che certi cacciatori o cercatori di tartufi ricorrano per limitare la frequentazione del territorio da parte di possibili concorrenti a “due o quattro zampe” (ad esempio i cosiddetti “nocivi”, predatori quali la volpe). Rappresentano uno strumento illecito ed estremamente pericoloso per tutti gli animali, selvatici e domestici, sia perché possono provocare la morte diretta, spesso dolorosa (anche con una lunga agonia) di chi li ingerisce, sia di altri che possono nutrirsi delle carcasse disperse e contaminate. “Per questo la Provincia – si sostiene una nota dell’Ente - intende impegnarsi sia sul fronte della informazione, quale prima forma di prevenzione, che del controllo sul territorio”. In questo caso, come detto, il personale esperto della Provincia è stato impegnato sia nelle fasi di liberazione del malcapitato animale, lavorando all’individuazione del sito in cui rilasciarlo, sia nella fase del prelievo di campioni istologici per le successive analisi genetiche. Il lupo è una specie protetta dalle normative nazionali e comunitarie fin dagli anni ’70, quando a causa della persecuzione diretta a cui era sottoposto ha rischiato l’estinzione: attualmente ha ricolonizzato gran parte del territorio regionale da cui era ormai assente. In una lettera, a firma del dirigente del Servizio gestione faunistica e protezione ambientale, Roberta Burzigotti, la Provincia ha formalmente ringraziato il cacciatore che si è reso protagonista di questo salvataggio.
PF13006.ET
(Cittadino e Provincia) – Gualdo Tadino, 8 marzo ’13 – Ha riacquistato la libertà, negli spazi aperti di Boschetto (nel comune di Gualdo Tadino), l’esemplare di lupo che nei giorni scorsi era stato rinvenuto da un cacciatore del luogo con sintomi di avvelenamento. Pier Paolo Baiocco, questo il nome del cacciatore, nell’osservare comportamenti anomali da parte dell’animale, che barcollava e mostrava un’eccessiva salivazione, ha avvisato i medici veterinari che sono intervenuti per recuperarlo e provvedere alle cure del caso. Per alcuni giorni il lupo è rimasto ricoverato presso l’ambulatorio veterinario di Gualdo Tadino. Poi ieri, una volta tornato in salute, di nuovo in libertà. Ha partecipato alle operazioni di liberazione anche il personale del Servizio gestione faunistica e protezione ambientale della Provincia di Perugia che si è occupato del caso, insieme ad un gruppo di lavoro dell’Università degli Studi di Perugia. Si tratta di un giovane maschio, forse in dispersione, cioè in quella fase in cui gli individui lasciano il nucleo familiare per cercarsi un proprio territorio, momento critico per la sopravvivenza, non solo dal punto di vista etologico, ma anche per i rischi legati alla presenza dell’uomo (incidenti stradali, bracconaggio, avvelenamenti). Secondo quanto riferiscono i tecnici della Provincia, i bocconi avvelenati costituiscono uno strumento illegale a cui può capitare che certi cacciatori o cercatori di tartufi ricorrano per limitare la frequentazione del territorio da parte di possibili concorrenti a “due o quattro zampe” (ad esempio i cosiddetti “nocivi”, predatori quali la volpe). Rappresentano uno strumento illecito ed estremamente pericoloso per tutti gli animali, selvatici e domestici, sia perché possono provocare la morte diretta, spesso dolorosa (anche con una lunga agonia) di chi li ingerisce, sia di altri che possono nutrirsi delle carcasse disperse e contaminate. “Per questo la Provincia – si sostiene una nota dell’Ente - intende impegnarsi sia sul fronte della informazione, quale prima forma di prevenzione, che del controllo sul territorio”. In questo caso, come detto, il personale esperto della Provincia è stato impegnato sia nelle fasi di liberazione del malcapitato animale, lavorando all’individuazione del sito in cui rilasciarlo, sia nella fase del prelievo di campioni istologici per le successive analisi genetiche. Il lupo è una specie protetta dalle normative nazionali e comunitarie fin dagli anni ’70, quando a causa della persecuzione diretta a cui era sottoposto ha rischiato l’estinzione: attualmente ha ricolonizzato gran parte del territorio regionale da cui era ormai assente. In una lettera, a firma del dirigente del Servizio gestione faunistica e protezione ambientale, Roberta Burzigotti, la Provincia ha formalmente ringraziato il cacciatore che si è reso protagonista di questo salvataggio.
PF13006.ET