A Città della Pieve proseguono le celebrazioni in vista dei 500 anni dalla morte
(Cittadino e Provincia) – Città della Pieve, 27 luglio ’22 - “Pietro Vannucci: il Maestro di Città della Pieve nella Cappella Sistina” è l’appuntamento che sarà protagonista nel cuore della cittadina natia dell’artista, il 29 luglio, dalle 21.15, con l’iniziativa “Arte sotto le stelle”.
Una serata, in piazza Gramsci, che porterà al centro dell’attenzione, anche attraverso un maxi schermo che ricrea un museo a cielo aperto, i tre grandi affreschi del Divin Pittore alla Cappella Sistina: Viaggio di Mosè in Egitto, Battesimo di Cristo e Consegna delle chiavi a San Pietro.
Proseguono così gli incontri culturali organizzati dal Comune di Città della Pieve per celebrare l’artista noto universalmente per aver rinnovato il linguaggio artistico del Rinascimento, in vista del cinquecentenario della morte del Perugino (2023).
L’appuntamento del 29 luglio si aprirà con i saluti istituzionali del Sindaco. Durante i lavori – moderati da Aldo Pascucci di Archimede Arte– interverranno: Vittoria Garibaldi, storico dell’arte, uno dei massimi esperti internazionali sul tema, Giulio Michelini Ofm, preside e docente ordinario di Esegesi del Nuovo Testamento all’Istituto teologico di Assisi, e Claudio Metzger, storico, numismatico e curatore d’arte. La proiezione in altissima qualità di immagini tratte dai dipinti del Perugino nella Cappella Sistina, a cura di Michelangelo Augusto Spadoni di Archimede Arte, sarà accompagnata da musiche rinascimentali eseguite da Luca Burocchi e Daniele Marinelli.
Con il format “Arte sotto le stelle” coniato da Archimede Arte, azienda scelta dall'Amministrazione pievese per organizzare l’evento, l’arte e la cultura diventano così fruibili nelle piazze attraverso un mix ad alto impatto emozionale: l’intervento di storici e l’uso immersivo di tecnologie di altissima qualità coinvolge un pubblico variegato di esperti e turisti.
L’evento è ad ingresso gratuito, con posti seduti disponibili fino ad esaurimento.
FOCUS SULLE OPERE
VIAGGIO DI MOSE' IN EGITTO viene realizzato dal Perugino intorno al 1482, nel contesto dei lavori di decorazione per la Cappella Sistina a cui il Maestro partecipa con l’aiuto di molti collaboratori, tra i quali spicca il nome di Pinturicchio, ed insieme ad altri grandi artisti del Rinascimento. Tema della decorazione era il parallelismo tra Storie di Mosè e di Cristo; Perugino dipinse almeno sei scene, di cui ne restano solo tre al giorno d’oggi.
L’affresco ritrae Mosè in procinto di partire per l’Egitto dopo l’esilio nella terra di Madian. In primo piano, due gruppi di figure sono disposti simmetricamente ai lati di un angelo, posto al centro, il quale sta chiedendo a Mosè di circoncidere il suo secondo genito, scena che poi sarà rappresentata sulla destra dell’affresco. Sulla sinistra invece alcune donne, i cui abiti svolazzanti richiamano le figure dipinte da Botticelli o da Ghirlandaio, portano vasi ed altri oggetti. L’intera composizione è inserita in un paesaggio bucolico che sfuma in lontananza lasciando percepire visivamente la profondità della scena, la cui ambientazione agreste è richiamata dalle figure dei pastori in secondo piano a sinistra.
Per quanto riguarda le storie della vita di Cristo, il Perugino dipinge ben due scene: il BATTESIMO DI CRISTO e la Consegna delle Chiavi. Il riquadro del Battesimo di Cristo si trova nella parete destra dell’Altare e riprende l’episodio del Vangelo in cui Giovanni Battista battezza Gesù sulle rive del fiume Giordano. L’evento è ricostruito rispettando una rigida simmetria, tipica del lavoro del Perugino. In primo piano, Cristo e il Battista sono immersi nelle acque del fiume Giordano, che scorre direttamente verso lo spettatore, dividendo la composizione in due parti. Nella parte superiore Dio è circondato da serafini e cherubini e da due angeli ai lati, mentre poco più sotto la Colomba dello Spirito Santo discende su Gesù a rendere concreto il sacramento. In secondo piano sono raffigurati, rispettivamente a sinistra e a destra della scena principale, il Battista che predica alle folle e destra Gesù che parla ad una moltitudine di gente. Nel paesaggio è possibile riconoscere lo stile della scuola umbra, mentre insolita per un lavoro di Perugino è la presenza dei ritratti di alcuni personaggi contemporanei del pittore, inserimento probabilmente dovuto alla volontà di dare una certa continuità pittorica al dipinto rispetto a quelli adiacente opera del Ghirlandaio.
LA CONSEGNA DELLE CHIAVI è simbolo dell’universalità del potere papale originariamente trasmesso da Gesù a Pietro con la Consegna delle Chiavi del Paradiso, evento raffigurato in primo piano. Gesù è circondato dagli apostoli, vestiti con abiti fortemente panneggiati, mentre san Pietro è inginocchiato di fronte a lui, pronto ad accogliere le responsabilità del ruolo che Cristo gli sta assegnando. La scena è ambientata su una piazza rinascimentale, dove due archi trionfali e un tempio a pianta centrale sormontato da cupola richiamano gli ideali di perfezione tipici del periodo e fanno da cornice scenografica. Sullo sfondo si intravede il paesaggio tipico dell’artista, derivato dalla scuola umbra, tra le più rinomate in quel periodo, dove la vista a perdita d’occhio è favorita dall’uso della prospettiva aerea nella resa atmosferica del dipinto.
PIEVE22074.ET
(Cittadino e Provincia) – Città della Pieve, 27 luglio ’22 - “Pietro Vannucci: il Maestro di Città della Pieve nella Cappella Sistina” è l’appuntamento che sarà protagonista nel cuore della cittadina natia dell’artista, il 29 luglio, dalle 21.15, con l’iniziativa “Arte sotto le stelle”.
Una serata, in piazza Gramsci, che porterà al centro dell’attenzione, anche attraverso un maxi schermo che ricrea un museo a cielo aperto, i tre grandi affreschi del Divin Pittore alla Cappella Sistina: Viaggio di Mosè in Egitto, Battesimo di Cristo e Consegna delle chiavi a San Pietro.
Proseguono così gli incontri culturali organizzati dal Comune di Città della Pieve per celebrare l’artista noto universalmente per aver rinnovato il linguaggio artistico del Rinascimento, in vista del cinquecentenario della morte del Perugino (2023).
L’appuntamento del 29 luglio si aprirà con i saluti istituzionali del Sindaco. Durante i lavori – moderati da Aldo Pascucci di Archimede Arte– interverranno: Vittoria Garibaldi, storico dell’arte, uno dei massimi esperti internazionali sul tema, Giulio Michelini Ofm, preside e docente ordinario di Esegesi del Nuovo Testamento all’Istituto teologico di Assisi, e Claudio Metzger, storico, numismatico e curatore d’arte. La proiezione in altissima qualità di immagini tratte dai dipinti del Perugino nella Cappella Sistina, a cura di Michelangelo Augusto Spadoni di Archimede Arte, sarà accompagnata da musiche rinascimentali eseguite da Luca Burocchi e Daniele Marinelli.
Con il format “Arte sotto le stelle” coniato da Archimede Arte, azienda scelta dall'Amministrazione pievese per organizzare l’evento, l’arte e la cultura diventano così fruibili nelle piazze attraverso un mix ad alto impatto emozionale: l’intervento di storici e l’uso immersivo di tecnologie di altissima qualità coinvolge un pubblico variegato di esperti e turisti.
L’evento è ad ingresso gratuito, con posti seduti disponibili fino ad esaurimento.
FOCUS SULLE OPERE
VIAGGIO DI MOSE' IN EGITTO viene realizzato dal Perugino intorno al 1482, nel contesto dei lavori di decorazione per la Cappella Sistina a cui il Maestro partecipa con l’aiuto di molti collaboratori, tra i quali spicca il nome di Pinturicchio, ed insieme ad altri grandi artisti del Rinascimento. Tema della decorazione era il parallelismo tra Storie di Mosè e di Cristo; Perugino dipinse almeno sei scene, di cui ne restano solo tre al giorno d’oggi.
L’affresco ritrae Mosè in procinto di partire per l’Egitto dopo l’esilio nella terra di Madian. In primo piano, due gruppi di figure sono disposti simmetricamente ai lati di un angelo, posto al centro, il quale sta chiedendo a Mosè di circoncidere il suo secondo genito, scena che poi sarà rappresentata sulla destra dell’affresco. Sulla sinistra invece alcune donne, i cui abiti svolazzanti richiamano le figure dipinte da Botticelli o da Ghirlandaio, portano vasi ed altri oggetti. L’intera composizione è inserita in un paesaggio bucolico che sfuma in lontananza lasciando percepire visivamente la profondità della scena, la cui ambientazione agreste è richiamata dalle figure dei pastori in secondo piano a sinistra.
Per quanto riguarda le storie della vita di Cristo, il Perugino dipinge ben due scene: il BATTESIMO DI CRISTO e la Consegna delle Chiavi. Il riquadro del Battesimo di Cristo si trova nella parete destra dell’Altare e riprende l’episodio del Vangelo in cui Giovanni Battista battezza Gesù sulle rive del fiume Giordano. L’evento è ricostruito rispettando una rigida simmetria, tipica del lavoro del Perugino. In primo piano, Cristo e il Battista sono immersi nelle acque del fiume Giordano, che scorre direttamente verso lo spettatore, dividendo la composizione in due parti. Nella parte superiore Dio è circondato da serafini e cherubini e da due angeli ai lati, mentre poco più sotto la Colomba dello Spirito Santo discende su Gesù a rendere concreto il sacramento. In secondo piano sono raffigurati, rispettivamente a sinistra e a destra della scena principale, il Battista che predica alle folle e destra Gesù che parla ad una moltitudine di gente. Nel paesaggio è possibile riconoscere lo stile della scuola umbra, mentre insolita per un lavoro di Perugino è la presenza dei ritratti di alcuni personaggi contemporanei del pittore, inserimento probabilmente dovuto alla volontà di dare una certa continuità pittorica al dipinto rispetto a quelli adiacente opera del Ghirlandaio.
LA CONSEGNA DELLE CHIAVI è simbolo dell’universalità del potere papale originariamente trasmesso da Gesù a Pietro con la Consegna delle Chiavi del Paradiso, evento raffigurato in primo piano. Gesù è circondato dagli apostoli, vestiti con abiti fortemente panneggiati, mentre san Pietro è inginocchiato di fronte a lui, pronto ad accogliere le responsabilità del ruolo che Cristo gli sta assegnando. La scena è ambientata su una piazza rinascimentale, dove due archi trionfali e un tempio a pianta centrale sormontato da cupola richiamano gli ideali di perfezione tipici del periodo e fanno da cornice scenografica. Sullo sfondo si intravede il paesaggio tipico dell’artista, derivato dalla scuola umbra, tra le più rinomate in quel periodo, dove la vista a perdita d’occhio è favorita dall’uso della prospettiva aerea nella resa atmosferica del dipinto.
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