(Cittadino e Provincia) – Perugia, 25 giugno 2013 - “La decisione del management dell’azienda “ Indesit “ – afferma in una interrogazione il capogruppo provinciale PRC, Luca Baldelli - di chiudere lo stabilimento della frazione fabrianese di Melano, ridimensionando al contempo quello di Albacina, sta creando agitazione e prefigura, dopo la crisi Merloni, uno scenario catastrofico di desertificazione produttiva per l’area umbro – marchigiana. Contro tale prospettiva, sia i sindacati che i lavoratori in forma spontanea stanno intraprendendo iniziative di lotta, specie dopo la rottura delle trattative avvenuta a Roma sul punto dei 1425 esuberi ( di cui 480 riguardanti gli stabilimenti fabrianesi ), cardine del piano di ristrutturazione proposto dall’azienda. La “ Indesit company “, dopo aver delocalizzato parte della propria produzione verso i Paesi emergenti e in via di sviluppo, godendo delle relative agevolazioni previste dalla legislazione, pretende ora di far pagare la propria crisi ai lavoratori tutti, con lo smantellamento di realtà produttive importanti, che impiegano anche lavoratori provenienti dai nostri territori e rappresentano un elemento di grande valore aggiunto per l’economia di tutto il Centro Italia e del Paese intero. La “ Indesit company “, davanti al calo delle sue vendite, provocato dai livelli costantemente decrescenti del potere d’acquisto della popolazione, dall’affacciarsi sul mercato globale di concorrenti agguerriti, dalla ritrosia ad investire in opportune innovazioni di prodotto e di processo, ha attivato in gran copia, sia nel 2012 che , soprattutto, nel primo semestre del 2013, gli strumenti previsti dalla legislazione sugli ammortizzatori sociali, a cominciare dalla Cassa integrazione. La Cassa integrazione ha riguardato già il 25 % delle giornate lavorate negli stabilimenti e il 20 % di quelle lavorate negli uffici. La logica degli esuberi, con forza affermata dall’Azienda su tutti i tavoli, pare essere in palese contraddizione con gli stessi obiettivi enunciati e dettagliatamente inquadrati nel piano aziendale 2013 – 2016, che dovrebbe portare anzi ad un rafforzamento dei siti produttivi fabrianesi, individuati come unici poli produttivi dei forni da incasso, e che pertanto deve conoscere misure di supporto e accompagnamento all’innovazione del tutto escludenti chiusure e licenziamenti”. Baldelli interroga quindi la Giunta Provinciale per sapere : “Se non sia il caso di intraprendere, assieme alla Regione Umbria, iniziative incisive e forti volte a tutelare gli stabilimenti fabrianesi della “ Indesit Company “, i quali hanno una ricaduta diretta sull’economia e sui livelli occupazionali dei nostri territori e di interessare in maniera specifica Governo e parlamentari, con la richiesta di un impegno corale volto a scongiurare lo smantellamento dei siti produttivi in questione”.
GC13298.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 25 giugno 2013 - “La decisione del management dell’azienda “ Indesit “ – afferma in una interrogazione il capogruppo provinciale PRC, Luca Baldelli - di chiudere lo stabilimento della frazione fabrianese di Melano, ridimensionando al contempo quello di Albacina, sta creando agitazione e prefigura, dopo la crisi Merloni, uno scenario catastrofico di desertificazione produttiva per l’area umbro – marchigiana. Contro tale prospettiva, sia i sindacati che i lavoratori in forma spontanea stanno intraprendendo iniziative di lotta, specie dopo la rottura delle trattative avvenuta a Roma sul punto dei 1425 esuberi ( di cui 480 riguardanti gli stabilimenti fabrianesi ), cardine del piano di ristrutturazione proposto dall’azienda. La “ Indesit company “, dopo aver delocalizzato parte della propria produzione verso i Paesi emergenti e in via di sviluppo, godendo delle relative agevolazioni previste dalla legislazione, pretende ora di far pagare la propria crisi ai lavoratori tutti, con lo smantellamento di realtà produttive importanti, che impiegano anche lavoratori provenienti dai nostri territori e rappresentano un elemento di grande valore aggiunto per l’economia di tutto il Centro Italia e del Paese intero. La “ Indesit company “, davanti al calo delle sue vendite, provocato dai livelli costantemente decrescenti del potere d’acquisto della popolazione, dall’affacciarsi sul mercato globale di concorrenti agguerriti, dalla ritrosia ad investire in opportune innovazioni di prodotto e di processo, ha attivato in gran copia, sia nel 2012 che , soprattutto, nel primo semestre del 2013, gli strumenti previsti dalla legislazione sugli ammortizzatori sociali, a cominciare dalla Cassa integrazione. La Cassa integrazione ha riguardato già il 25 % delle giornate lavorate negli stabilimenti e il 20 % di quelle lavorate negli uffici. La logica degli esuberi, con forza affermata dall’Azienda su tutti i tavoli, pare essere in palese contraddizione con gli stessi obiettivi enunciati e dettagliatamente inquadrati nel piano aziendale 2013 – 2016, che dovrebbe portare anzi ad un rafforzamento dei siti produttivi fabrianesi, individuati come unici poli produttivi dei forni da incasso, e che pertanto deve conoscere misure di supporto e accompagnamento all’innovazione del tutto escludenti chiusure e licenziamenti”. Baldelli interroga quindi la Giunta Provinciale per sapere : “Se non sia il caso di intraprendere, assieme alla Regione Umbria, iniziative incisive e forti volte a tutelare gli stabilimenti fabrianesi della “ Indesit Company “, i quali hanno una ricaduta diretta sull’economia e sui livelli occupazionali dei nostri territori e di interessare in maniera specifica Governo e parlamentari, con la richiesta di un impegno corale volto a scongiurare lo smantellamento dei siti produttivi in questione”.
GC13298.red