(Cittadino e Provincia) – Perugia, 20 luglio 2013 - “Con un comunicato datato 7 dicembre 2012, primo tra i Consiglieri provinciali puntavo il riflettore sulla situazione dei precari all’interno dell’Ente Provincia – afferma in una nota il capogruppo provinciale PRC, Luca Baldelli - Ricordando l’impegno profuso per la stabilizzazione di centinaia di posizioni lavorative nel corso degli anni ( merito innegabile della Provincia di Perugia ), sottolineavo che questa dedizione andava applicata ancora alle situazioni residue esistenti all’interno dell’Ente, che non si era potuto risolvere con gli strumenti offerti dalla Legge finanziaria varata da Prodi nel 2007, la più progressista che il Paese abbia conosciuto negli ultimi anni. Con rammarico, si deve prendere atto che 47 profili professionali di grande valore e di utilità per il lavoro dei gruppi, degli assessorati e per il loro raccordo con i cittadini ( esigenza fondamentale per la democrazia ! ), per colpa dei provvedimenti compresi sotto il nome di “ spending review “ , varati da Monti e mai rivisitati dal nuovo Governo Letta, non hanno visto rinnovato il loro contratto e ciò non solo per un’esigenza finanziaria ( che si sarebbe risolta , perché quando sono in ballo posti di lavoro le risorse vanno trovate ovunque è possibile reperirle ! ), ma per un preciso dettato delle disposizioni nazionali . Oggi i titoloni sui giornali sparano : “ La Provincia licenzia “, ma si sarebbe più onesti nel ricordare che chi licenzia è Monti , con le sue leggi antipopolari che hanno ricadute anche e soprattutto sugli Enti Locali . Alla Provincia di Perugia, o meglio alla sua Giunta, spetta però un compito inderogabile : premere sul Parlamento perché modifichi quelle disposizioni di Legge che hanno obbligato l’Ente a non rinnovare i contratti. I ritardi nelle dovute azioni non solo non pagano, ma creano problemi insormontabili ! Suonerebbe strano che un assise nazionale ed un Governo che hanno salvato le posizioni di un gran numero di figure professionali lautamente pagate gravitanti attorno a Parlamento e Governo ( un numero sovente pleonastico ! ) , storcano il naso con un moralismo ipocrita e inaccettabile quando c’è da salvaguardare le posizioni non certo di “ portaborse “, ma di 47 collaboratori a 5 – 6 – 700 euro al mese o poco più ( su 1000 dipendenti che conta la Provincia ) , i quali sono indispensabili per quel lavoro quotidiano di preparazione, organizzazione e raccordo con i cittadini, che è precisamente quello che i cittadini chiedono . E’ ora anche di rivedere interamente la struttura dirigenziale dell’Ente, più di quanto non si sia fatto in passato ( e molto si è fatto, vedi la riorganizzazione che ha garantito economie per oltre 1.000.000 di euro ), in quanto pare logico e consequenziale con il dibattito in corso che i sacrifici vanno chiesti a tutti e non ad una parte soltanto” .
Gc13350.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 20 luglio 2013 - “Con un comunicato datato 7 dicembre 2012, primo tra i Consiglieri provinciali puntavo il riflettore sulla situazione dei precari all’interno dell’Ente Provincia – afferma in una nota il capogruppo provinciale PRC, Luca Baldelli - Ricordando l’impegno profuso per la stabilizzazione di centinaia di posizioni lavorative nel corso degli anni ( merito innegabile della Provincia di Perugia ), sottolineavo che questa dedizione andava applicata ancora alle situazioni residue esistenti all’interno dell’Ente, che non si era potuto risolvere con gli strumenti offerti dalla Legge finanziaria varata da Prodi nel 2007, la più progressista che il Paese abbia conosciuto negli ultimi anni. Con rammarico, si deve prendere atto che 47 profili professionali di grande valore e di utilità per il lavoro dei gruppi, degli assessorati e per il loro raccordo con i cittadini ( esigenza fondamentale per la democrazia ! ), per colpa dei provvedimenti compresi sotto il nome di “ spending review “ , varati da Monti e mai rivisitati dal nuovo Governo Letta, non hanno visto rinnovato il loro contratto e ciò non solo per un’esigenza finanziaria ( che si sarebbe risolta , perché quando sono in ballo posti di lavoro le risorse vanno trovate ovunque è possibile reperirle ! ), ma per un preciso dettato delle disposizioni nazionali . Oggi i titoloni sui giornali sparano : “ La Provincia licenzia “, ma si sarebbe più onesti nel ricordare che chi licenzia è Monti , con le sue leggi antipopolari che hanno ricadute anche e soprattutto sugli Enti Locali . Alla Provincia di Perugia, o meglio alla sua Giunta, spetta però un compito inderogabile : premere sul Parlamento perché modifichi quelle disposizioni di Legge che hanno obbligato l’Ente a non rinnovare i contratti. I ritardi nelle dovute azioni non solo non pagano, ma creano problemi insormontabili ! Suonerebbe strano che un assise nazionale ed un Governo che hanno salvato le posizioni di un gran numero di figure professionali lautamente pagate gravitanti attorno a Parlamento e Governo ( un numero sovente pleonastico ! ) , storcano il naso con un moralismo ipocrita e inaccettabile quando c’è da salvaguardare le posizioni non certo di “ portaborse “, ma di 47 collaboratori a 5 – 6 – 700 euro al mese o poco più ( su 1000 dipendenti che conta la Provincia ) , i quali sono indispensabili per quel lavoro quotidiano di preparazione, organizzazione e raccordo con i cittadini, che è precisamente quello che i cittadini chiedono . E’ ora anche di rivedere interamente la struttura dirigenziale dell’Ente, più di quanto non si sia fatto in passato ( e molto si è fatto, vedi la riorganizzazione che ha garantito economie per oltre 1.000.000 di euro ), in quanto pare logico e consequenziale con il dibattito in corso che i sacrifici vanno chiesti a tutti e non ad una parte soltanto” .
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