L'Assessore provinciale Giuliano Granocchia commenta le dichiarazioni del Ministro: "presuppongo - sostiene - che non sia altro che un roboante annuncio che registra una situazione di fatto sotto gli occhi di tutti. Ma vogliamo prenderlo in considerazione, sperando che alle parole seguano i fatti"
(Cittadino e Provincia – Perugia, 21 ottobre 09) - “Dalla stampa scopriamo che il ministro Tremonti, davanti ad una nutrita platea di banchieri e di bancari sindacalizzati, scopre le virtù del posto fisso quale elemento di stabilità della persona, della famiglia e della società. Dopo essere stato l’apprendista stregone del liberismo senza se e senza ma e l’alfiere della finanza creativa, dopo essere tornato criticamente sulle sue credenze ed aver sposato le tendenze no global in salsa protezionistica ed aver, ancor più recentemente, galoppante la crisi, aizzato il popolo italiano contro le banche, salvo poi introdurre lo scudo fiscale, ora ci diletta con questo roboante annuncio”. L’affermazione è dell’Assessore provinciale al lavoro, formazione e istruzione Giuliano Granocchia. “Presuppongo – prosegue l’assessore - che non sia altro se non un roboante annuncio che registra una situazione di fatto sotto gli occhi di tutti. Ma vogliamo prenderlo in considerazione, sperando che alle parole seguano i fatti. La dichiarazione di Tremonti pone una serie di interrogativi: è questa la nuova posizione del governo sul mercato del lavoro e sulle politiche economiche e sociali o è solo un’esternazione fatta da un ministro dell’economia che cerca di colmare le lacune del suo governo disorientando l’opinione pubblica con dichiarazioni inverosimili? Alla domanda potrà esservi solo una risposta. Tagli corto Tremonti: dica cosa farà sulla Legge 30, la legge che in Italia ha modificato il regime dei rapporti di lavoro determinando la precarizzazione generalizzata del mercato del lavoro. Dica cioè che è in procinto di varare una riforma del lavoro che reimmetta la centralità del contratto a tempo indeterminato e che restituisca alle lavoratrici e ai lavoratori italiani la sicurezza del futuro e lo faccia. Noi ne dubitiamo, pensiamo invece che non sia altro che un ulteriore presa in giro compiuta ai danni di chi ogni giorno subisce di più i pesanti colpi della crisi. Per quanto ci riguarda continuiamo a pensare che la legge 30 debba essere superata: essa ha fallito alla prova dei fatti. Oggi, al cospetto di questa crisi tremenda, ci troviamo di fronte ad una situazione in cui non c’è in assoluto mobilità delle lavoratrici e dei lavoratori ma esclusivamente espulsione dal ciclo produttivo e conseguente disoccupazione. Questo modello è risultato fallimentare anche rispetto agli obiettivi della crescita economica: esso, comprimendo salari e diritti e cancellando la sicurezza di una prospettiva futura di vita, ha fortemente ridotto la domanda di beni e servizi e ha mortificato il potere di acquisto e i consumi. L’unica nota positiva del ragionamento di Tremonti è data dal fatto che riconosce definitivamente il fallimento totale del mito della libertà posto a fondamento della flessibilità del lavoro e dell’economia liberista. Non c’è, a nostro avviso, libertà senza la dignità del lavoro e la liberazione dai bisogni. Una lezione anche per vasti settori del centrosinistra e del sindacato che tuttora si attardano nel non riconoscere questo fallimento e, in materia di lavoro, sono rimasti nostalgici del pacchetto Treu e della scuola bolognese di pubblica amministrazione e di riforma liberista del lavoro. In conclusione: Tremonti compia un piccolo ma significativo atto tale da dimostrare la coerenza tra parole e fatti. Ritiri immediatamente i provvedimenti che colpiscono i 15.000 precari della scuola italiana”.
Lavoro09095.GC
(Cittadino e Provincia – Perugia, 21 ottobre 09) - “Dalla stampa scopriamo che il ministro Tremonti, davanti ad una nutrita platea di banchieri e di bancari sindacalizzati, scopre le virtù del posto fisso quale elemento di stabilità della persona, della famiglia e della società. Dopo essere stato l’apprendista stregone del liberismo senza se e senza ma e l’alfiere della finanza creativa, dopo essere tornato criticamente sulle sue credenze ed aver sposato le tendenze no global in salsa protezionistica ed aver, ancor più recentemente, galoppante la crisi, aizzato il popolo italiano contro le banche, salvo poi introdurre lo scudo fiscale, ora ci diletta con questo roboante annuncio”. L’affermazione è dell’Assessore provinciale al lavoro, formazione e istruzione Giuliano Granocchia. “Presuppongo – prosegue l’assessore - che non sia altro se non un roboante annuncio che registra una situazione di fatto sotto gli occhi di tutti. Ma vogliamo prenderlo in considerazione, sperando che alle parole seguano i fatti. La dichiarazione di Tremonti pone una serie di interrogativi: è questa la nuova posizione del governo sul mercato del lavoro e sulle politiche economiche e sociali o è solo un’esternazione fatta da un ministro dell’economia che cerca di colmare le lacune del suo governo disorientando l’opinione pubblica con dichiarazioni inverosimili? Alla domanda potrà esservi solo una risposta. Tagli corto Tremonti: dica cosa farà sulla Legge 30, la legge che in Italia ha modificato il regime dei rapporti di lavoro determinando la precarizzazione generalizzata del mercato del lavoro. Dica cioè che è in procinto di varare una riforma del lavoro che reimmetta la centralità del contratto a tempo indeterminato e che restituisca alle lavoratrici e ai lavoratori italiani la sicurezza del futuro e lo faccia. Noi ne dubitiamo, pensiamo invece che non sia altro che un ulteriore presa in giro compiuta ai danni di chi ogni giorno subisce di più i pesanti colpi della crisi. Per quanto ci riguarda continuiamo a pensare che la legge 30 debba essere superata: essa ha fallito alla prova dei fatti. Oggi, al cospetto di questa crisi tremenda, ci troviamo di fronte ad una situazione in cui non c’è in assoluto mobilità delle lavoratrici e dei lavoratori ma esclusivamente espulsione dal ciclo produttivo e conseguente disoccupazione. Questo modello è risultato fallimentare anche rispetto agli obiettivi della crescita economica: esso, comprimendo salari e diritti e cancellando la sicurezza di una prospettiva futura di vita, ha fortemente ridotto la domanda di beni e servizi e ha mortificato il potere di acquisto e i consumi. L’unica nota positiva del ragionamento di Tremonti è data dal fatto che riconosce definitivamente il fallimento totale del mito della libertà posto a fondamento della flessibilità del lavoro e dell’economia liberista. Non c’è, a nostro avviso, libertà senza la dignità del lavoro e la liberazione dai bisogni. Una lezione anche per vasti settori del centrosinistra e del sindacato che tuttora si attardano nel non riconoscere questo fallimento e, in materia di lavoro, sono rimasti nostalgici del pacchetto Treu e della scuola bolognese di pubblica amministrazione e di riforma liberista del lavoro. In conclusione: Tremonti compia un piccolo ma significativo atto tale da dimostrare la coerenza tra parole e fatti. Ritiri immediatamente i provvedimenti che colpiscono i 15.000 precari della scuola italiana”.
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