(Cittadino e Provincia) – Montone, 7 maggio ‘21 – Con l’approvazione dell’ultimo decreto da parte del Governo e il ritorno, dopo tre mesi, dell’Umbria in zona gialla, anche il museo di San Francesco a Montone è pronto ad accogliere nuovamente i visitatori.
Il Museo aprirà le porte da sabato 8 maggio e, per tutto il mese, sarà visitabile dalle 10.30 alle 13 e dalle 15.30 alle 18.
“La visita ai nostri spazi, Chiesa di san Francesco e Pinacoteca, sarà contingentata – spiegano i curatori del Museo - per garantire e rispettare al massimo tutte le norme di sicurezza anti Covid. Vi ricordiamo inoltre che, secondo il decreto ministeriale, il sabato, la domenica e nei giorni festivi è necessario prenotare con almeno un giorno di anticipo”.
La visita al Museo si può prenotare all’indirizzo di posta elettronica montone@sistemamuseo.it,
durante l’orario di apertura del museo direttamente in biglietteria, tramite il numero 075 9306535 o dai canali social del museo.
Per informazioni su orari di apertura, eventi e iniziative è possibile visitare il sito www.sistemamuseo.it.
MUSEO DI SAN FRANCESCO MONTONE
Il complesso museale ha sede nella chiesa e nel convento di San Francesco. Da un monumentale chiostro si accede all’interno della chiesa, dove sono conservate tracce di affreschi risalenti al XIV-XVI secolo. La Pinacoteca ospita, tra le opere più prestigiose, il gruppo ligneo del XIII secolo rappresentante la Deposizione e il gonfalone di Bartolomeo Caporali raffigurante la Madonna della Misericordia.
CHIESA DI SAN FRANCESCO
Fondata intorno al 1300, la sua tipologia è quella tipica delle architetture degli Ordini mendicanti: forme semplici e lineari, unica navata con abside poligonale, copertura a capriate. Intorno al 1500 fu addossato, alla parete nord dell’edificio, la parte ampliata del convento. La chiesa rappresenta il nucleo centrale del museo, conservando al suo interno numerosi affreschi prevalentemente a carattere votivo. I brani sopravvissuti degli affreschi più antichi, databili alla seconda metà del Trecento, fanno pensare che subito dopo l’edificazione della chiesa si pose mano ad un ampio intervento decorativo. Gli esiti più alti della decorazione della chiesa spettano però al secolo successivo, quando l’edificio divenne la chiesa di famiglia dei Fortebracci che generosamente contribuirono al suo abbellimento, fornendola di altari, suppellettili e dipinti.
Nella chiesa sono presenti anche pregevoli opere lignee, quali il bancone dei magistrati con motivi ad intarsio ispirati alle “grottesche”, il coro ligneo e il pulpito.
PINACOTECA COMUNALE
La raccolta comprende un gruppo di dipinti datati tra il XVI e XVIII secolo, provenienti dalle chiese di Montone, testimoni dei rapporti del borgo con Perugia e Città di Castello. La Deposizione lignea è tra le opere di maggior pregio. I quattro componenti di cui è composta facevano forse parte di un gruppo di cinque figure, con Cristo, la Vergine, San Giovanni Evangelista, San Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo. Fra le tele seicentesche la più notevole è quella raffigurante Sant’Antonio di Padova con il Bambino.
La famiglia cui fu legata la fama di Montone è illustrata nei due alberi genealogici che rappresentano la discendenza Fortebracci. Consistente e degna di nota è la cospicua raccolta di opere tessili, varie nei materiali e nei colori, eseguite con tecniche elaborate e fantasiosi motivi floreali. Si tratta di paramenti e apparati liturgici.
SEZIONE ARCHEOLOGICA
La sezione archeologica raccoglie testimonianze di un ritrovamento di una villa romana nei pressi di Santa Maria di Sette del II secolo d.C. Gli ultimi scavi hanno portato alla luce numerosi frammenti di tegole e coppi, pezzi di dolia e di anfore, frammenti di ceramica nera, una bella moneta d’argento, tessere di mosaico in marmo nero. Dai dati raccolti si può pensare che si trattasse di una villa servile di dimensioni medio-grandi, che si sviluppava a mezza costa con una serie di terrazzamenti e di proprietà di un ricco ed illustre personaggio di cui purtroppo non si conosce il nome.
MONTONE E IL SUO TERRITORIO
Le testimonianze archeologiche più antiche del territorio montonese risalgono al Miocene. Il fiume Tevere è l’elemento naturale che ha maggiormente influenzato e condizionato nel tempo l’insediamento umano: esso iniziò a formare un nuovo corso lungo il quale sorsero i primi insediamenti antropici nel nostro territorio. I paleo-terrazzi di S. Maria di Sette, infatti, hanno restituito alcuni strumenti in selce del Paleolitico medio, dimostrando che l’area offriva fin da allora condizioni ottimali per gli stanziamenti umani. E’ probabile che anche il colle di Montone ospitasse, sin da allora, un piccolo insediamento, lungo la valle del Carpina, del resto, sono stati rinvenuti numerosi manufatti d’età preistorica. Il territorio montonese ha poi restituito reperti riferibili al bronzo recente, e tra la fine dell’età del bronzo e gli inizi dell’età del ferro, si assiste al progressivo stabilizzarsi di alcuni popoli in quelle che saranno in seguito le loro sedi storiche.
Montone21018.IC
(Cittadino e Provincia) – Montone, 7 maggio ‘21 – Con l’approvazione dell’ultimo decreto da parte del Governo e il ritorno, dopo tre mesi, dell’Umbria in zona gialla, anche il museo di San Francesco a Montone è pronto ad accogliere nuovamente i visitatori.
Il Museo aprirà le porte da sabato 8 maggio e, per tutto il mese, sarà visitabile dalle 10.30 alle 13 e dalle 15.30 alle 18.
“La visita ai nostri spazi, Chiesa di san Francesco e Pinacoteca, sarà contingentata – spiegano i curatori del Museo - per garantire e rispettare al massimo tutte le norme di sicurezza anti Covid. Vi ricordiamo inoltre che, secondo il decreto ministeriale, il sabato, la domenica e nei giorni festivi è necessario prenotare con almeno un giorno di anticipo”.
La visita al Museo si può prenotare all’indirizzo di posta elettronica montone@sistemamuseo.it,
durante l’orario di apertura del museo direttamente in biglietteria, tramite il numero 075 9306535 o dai canali social del museo.
Per informazioni su orari di apertura, eventi e iniziative è possibile visitare il sito www.sistemamuseo.it.
MUSEO DI SAN FRANCESCO MONTONE
Il complesso museale ha sede nella chiesa e nel convento di San Francesco. Da un monumentale chiostro si accede all’interno della chiesa, dove sono conservate tracce di affreschi risalenti al XIV-XVI secolo. La Pinacoteca ospita, tra le opere più prestigiose, il gruppo ligneo del XIII secolo rappresentante la Deposizione e il gonfalone di Bartolomeo Caporali raffigurante la Madonna della Misericordia.
CHIESA DI SAN FRANCESCO
Fondata intorno al 1300, la sua tipologia è quella tipica delle architetture degli Ordini mendicanti: forme semplici e lineari, unica navata con abside poligonale, copertura a capriate. Intorno al 1500 fu addossato, alla parete nord dell’edificio, la parte ampliata del convento. La chiesa rappresenta il nucleo centrale del museo, conservando al suo interno numerosi affreschi prevalentemente a carattere votivo. I brani sopravvissuti degli affreschi più antichi, databili alla seconda metà del Trecento, fanno pensare che subito dopo l’edificazione della chiesa si pose mano ad un ampio intervento decorativo. Gli esiti più alti della decorazione della chiesa spettano però al secolo successivo, quando l’edificio divenne la chiesa di famiglia dei Fortebracci che generosamente contribuirono al suo abbellimento, fornendola di altari, suppellettili e dipinti.
Nella chiesa sono presenti anche pregevoli opere lignee, quali il bancone dei magistrati con motivi ad intarsio ispirati alle “grottesche”, il coro ligneo e il pulpito.
PINACOTECA COMUNALE
La raccolta comprende un gruppo di dipinti datati tra il XVI e XVIII secolo, provenienti dalle chiese di Montone, testimoni dei rapporti del borgo con Perugia e Città di Castello. La Deposizione lignea è tra le opere di maggior pregio. I quattro componenti di cui è composta facevano forse parte di un gruppo di cinque figure, con Cristo, la Vergine, San Giovanni Evangelista, San Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo. Fra le tele seicentesche la più notevole è quella raffigurante Sant’Antonio di Padova con il Bambino.
La famiglia cui fu legata la fama di Montone è illustrata nei due alberi genealogici che rappresentano la discendenza Fortebracci. Consistente e degna di nota è la cospicua raccolta di opere tessili, varie nei materiali e nei colori, eseguite con tecniche elaborate e fantasiosi motivi floreali. Si tratta di paramenti e apparati liturgici.
SEZIONE ARCHEOLOGICA
La sezione archeologica raccoglie testimonianze di un ritrovamento di una villa romana nei pressi di Santa Maria di Sette del II secolo d.C. Gli ultimi scavi hanno portato alla luce numerosi frammenti di tegole e coppi, pezzi di dolia e di anfore, frammenti di ceramica nera, una bella moneta d’argento, tessere di mosaico in marmo nero. Dai dati raccolti si può pensare che si trattasse di una villa servile di dimensioni medio-grandi, che si sviluppava a mezza costa con una serie di terrazzamenti e di proprietà di un ricco ed illustre personaggio di cui purtroppo non si conosce il nome.
MONTONE E IL SUO TERRITORIO
Le testimonianze archeologiche più antiche del territorio montonese risalgono al Miocene. Il fiume Tevere è l’elemento naturale che ha maggiormente influenzato e condizionato nel tempo l’insediamento umano: esso iniziò a formare un nuovo corso lungo il quale sorsero i primi insediamenti antropici nel nostro territorio. I paleo-terrazzi di S. Maria di Sette, infatti, hanno restituito alcuni strumenti in selce del Paleolitico medio, dimostrando che l’area offriva fin da allora condizioni ottimali per gli stanziamenti umani. E’ probabile che anche il colle di Montone ospitasse, sin da allora, un piccolo insediamento, lungo la valle del Carpina, del resto, sono stati rinvenuti numerosi manufatti d’età preistorica. Il territorio montonese ha poi restituito reperti riferibili al bronzo recente, e tra la fine dell’età del bronzo e gli inizi dell’età del ferro, si assiste al progressivo stabilizzarsi di alcuni popoli in quelle che saranno in seguito le loro sedi storiche.
Montone21018.IC