(Cittadino e Provincia) Montone, 4 maggio 13 - Nella cornice imponente e suggestiva della trecentesca Chiesa Museo San Francesco di Montone, si è tenuta la tavola rotonda: “Renzo Scopa. Incisore, pittore, scrittore”, dedicata ad un artista che ha fatto della passione e della ricerca interiore più intima la via del suo lavoro. Così le opere di un poeta del pennello e la maestosità di una chiesa medievale, si sono mescolate in un’atmosfera che ha ricordato ai presenti come l’Onnipotente sia la sorgente prima e ultima della bellezza come annuncia sempre la Chiesa. La tavola rotonda si è posta l’obiettivo di riflettere e dibattere sulla vasta produzione di Renzo Scopa, ancora in gran parte inedita, che documenta una continua, incessante ricerca. Non solo fatta di sperimentazioni tecniche e formali delle pratiche artistiche, ma soprattutto attraverso la sensibilità di un uomo che ha guardato il mondo e molti aspetti della vita, setacciandoli attraverso il filtro della memoria, della sua peculiare sensibilità d’artista e di un’intima religiosità. Scopa non di rado si e? spinto oltre la mera apparenza delle cose – non a caso sin dalle prime opere ha scelto un lessico marcatamente espressionista – per cercare di comprendere ciò che siamo. “Un artista che rischiava il buio dell’oblio, e che invece, grazie figlio Saulo, ha ottenuto quella luce che merita”, queste le parole del giornalista Massimo Zangarelli, che ha introdotto l’evento tenutasi presso il complesso museale della Chiesa di San Francesco a Montone, in occasione della mostra “Renzo Scopa. Nel segno del sacro”. La tavola rotonda ha voluto indagare tutte le strade percorse da Renzo Scopa, di cui quest’anno ricorrono gli 80 anni dalla nascita. La strada dell’incisione, materia in cui si era formato ad Urbino presso la “Scuola del Libro”; quella della pittura, percorsa a partire dagli anni ’60 del Novecento, con la scoperta del colore. Ed infine quella della scrittura: per certi versi la più intima e segreta, percosrsa dall’artista soprattutto in età giovanile. L’evento, promosso dal Comune di Montone e da Sistema Museo, in collaborazione con l’Associazione “Storica-Mente” e sostenuto dal patrocinio della Provincia di Perugia, è stato salutato dal Sindaco di Montone Mariano Tirimagni e dall’Onorevole Walter Verini. “Noi crediamo che la cultura possa essere il pane della vita – ha ribadito Tirimagni – e che possa essere un modo propedeutico per uscire anche da un momento così critico come quello attuale. Auspichiamo di poter unire le nostre forze con quelle di Città di Castello per dare giusta luce ad un artista che la merita”. Parole riprese anche Verini che ha voluto “ringraziare il figlio dell’artista, Saulo, per aver saputo rivelare l’opera segreta del padre e averla restituita alla comunità. Così da consentirci di ammirare quel talento di un artista vero, che solo pochi, tra parenti e amici, altrimenti avrebbero avuto modo di conoscere”. “Le opere di Scopa – ha affermato la critica d’arte Mirna Ventanni – hanno il grande dono di saper dialogare con opere antiche, così come quello di essere tremendamente attuali, ecco perché la scelta di esporre queste opere qui nel museo di Montone riesce a valorizzare enormemente la loro qualità e il loro significato. Insieme alla deposizione lignea del 1200 e alla tela della “Madonna del Gonfalone” realizzano un connubio di periodi storici affascinante e unico”. Significative poi sono state le letture di alcuni scritti dello stesso Renzo Scopa, tratte dal suo libro Il segno della parola. Letture interpretate, con bravura e intensità, dall’attore Maurizio Perugini, e che hanno fatto porre l’attenzione su alcuni aspetti importanti della vita dell’artista: come i passi dedicati a due dei luoghi più importanti della sua formazione artistica: la Lucania e Urbino. “Da queste letture - ha fatto notare lo storico e giornalista Mario Tosti – emergono aspetti importanti di Scopa. La sua preoccupazione più grossa era quella di mettersi in condizione di interpretare la realtà sconosciuta. Aveva la grande capacità di sorprendersi, di scrutare la realtà e di confrontarvisi come è possibile vedere leggendo i suoi scritti del viaggio in Lucania, dove era riuscito ad immergersi pienamente nella vita del Sud Italia. Era alla ricerca di un continuo miglioramento e di una continua stimolazione artistica”. Una personalità quella di Renzo Scopa che lo ha portato a sviluppare una tecnica e uno stile che non si ritrovano in altri artisti. È difficile affermare che Scopa abbia modelli – continua Tosti - pur nella grande varietà di opere da lui prodotte ha sempre mantenuto la sua originalità e questo lo fa entrare meritatamente nel grande panorama artistico non solo regionale”. Monsignor Domenico Cancian in un suo commento su Renzo Scopa afferma: “Coloro che avranno modo di contemplare tali opere potranno raccogliere quella «misteriosa felicità… misteriosa come la fede» che l’artista ha saputo rendere visibile con grande genialità”. Forse è proprio questo alone di misteriosa felicità, che circonda le opere di Scopa, ad aver attratto i presenti alla Tavola Rotonda, così da lasciarsi trasportare dal racconto di questa singolare esperienza di vita, che ha rivelato ai presenti l’intimo cammino interiore di questo artista. Ai partecipanti è giunto un messaggio dell’assessore provinciale alla cultura Donatella Porzi: “Impossibilitata a partecipare alla tavola rotonda su Renzo Scopa, mi scuso con tutti gli ospiti che Saulo Scopa ha riunito intorno alla memoria della figura di suo padre e con i presenti all' interessante appuntamento odierno di Montone. La pittura di Renzo Scopa è stata, negli ultimi anni, particolarmente al centro delle attenzioni dell'assessorato alla cultura della Provincia di Perugia. Si può dire che la mostra così bene organizzata dal dr. Saulo Scopa l'abbiamo fatta nostra al di là della concessione di un patrocinio e dei pur importanti aspetti organizzativi che abbiamo agevolato. L'abbiamo fatta nostra in una accezione più profonda e partecipata, come si addice a un maestro dell'arte umbra del Novecento che ha vissuto, insieme alla sua terra, l'Italia centrale in tutte le sue connessioni e che ha testimoniato, specie nei suoi scritti, un'Italia più lontana da noi, geograficamente e nel tempo, allo stesso modo importante e significativa per lo sviluppo di quella coscienza nazionale ognuno di noi, ancora oggi, ricerca con tanto fervore. L'ultimo, grande appuntamento con l'arte di Scopa - quello realizzato alla Cittadella di Assisi nel dicembre dello scorso anno - è stato particolarmente ricco perché ha raggiunto l'equilibrio fra immagine e parola in base al quale la produzione letteraria di Scopa ha fatto parte di um cartellone di eventi poetici (Tenerezza è detta...) in cui figuravano i nomi di Alda Merini, Sandro Penna, Sesto Properzio e Gioviano Pontano. Insomma, una collocazione degnamente meritata e ben resa dal récital che Saulo Scopa e i suoi collaboratori hanno strutturato. Il mio saluto si conclude con l'impegno a continuare ad essere presente nelle iniziative che vorranno e potranno essere organizzate, con rinnovata stima intellettuale e immutato fervore di idee, per Renzo Scopa”.
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(Cittadino e Provincia) Montone, 4 maggio 13 - Nella cornice imponente e suggestiva della trecentesca Chiesa Museo San Francesco di Montone, si è tenuta la tavola rotonda: “Renzo Scopa. Incisore, pittore, scrittore”, dedicata ad un artista che ha fatto della passione e della ricerca interiore più intima la via del suo lavoro. Così le opere di un poeta del pennello e la maestosità di una chiesa medievale, si sono mescolate in un’atmosfera che ha ricordato ai presenti come l’Onnipotente sia la sorgente prima e ultima della bellezza come annuncia sempre la Chiesa. La tavola rotonda si è posta l’obiettivo di riflettere e dibattere sulla vasta produzione di Renzo Scopa, ancora in gran parte inedita, che documenta una continua, incessante ricerca. Non solo fatta di sperimentazioni tecniche e formali delle pratiche artistiche, ma soprattutto attraverso la sensibilità di un uomo che ha guardato il mondo e molti aspetti della vita, setacciandoli attraverso il filtro della memoria, della sua peculiare sensibilità d’artista e di un’intima religiosità. Scopa non di rado si e? spinto oltre la mera apparenza delle cose – non a caso sin dalle prime opere ha scelto un lessico marcatamente espressionista – per cercare di comprendere ciò che siamo. “Un artista che rischiava il buio dell’oblio, e che invece, grazie figlio Saulo, ha ottenuto quella luce che merita”, queste le parole del giornalista Massimo Zangarelli, che ha introdotto l’evento tenutasi presso il complesso museale della Chiesa di San Francesco a Montone, in occasione della mostra “Renzo Scopa. Nel segno del sacro”. La tavola rotonda ha voluto indagare tutte le strade percorse da Renzo Scopa, di cui quest’anno ricorrono gli 80 anni dalla nascita. La strada dell’incisione, materia in cui si era formato ad Urbino presso la “Scuola del Libro”; quella della pittura, percorsa a partire dagli anni ’60 del Novecento, con la scoperta del colore. Ed infine quella della scrittura: per certi versi la più intima e segreta, percosrsa dall’artista soprattutto in età giovanile. L’evento, promosso dal Comune di Montone e da Sistema Museo, in collaborazione con l’Associazione “Storica-Mente” e sostenuto dal patrocinio della Provincia di Perugia, è stato salutato dal Sindaco di Montone Mariano Tirimagni e dall’Onorevole Walter Verini. “Noi crediamo che la cultura possa essere il pane della vita – ha ribadito Tirimagni – e che possa essere un modo propedeutico per uscire anche da un momento così critico come quello attuale. Auspichiamo di poter unire le nostre forze con quelle di Città di Castello per dare giusta luce ad un artista che la merita”. Parole riprese anche Verini che ha voluto “ringraziare il figlio dell’artista, Saulo, per aver saputo rivelare l’opera segreta del padre e averla restituita alla comunità. Così da consentirci di ammirare quel talento di un artista vero, che solo pochi, tra parenti e amici, altrimenti avrebbero avuto modo di conoscere”. “Le opere di Scopa – ha affermato la critica d’arte Mirna Ventanni – hanno il grande dono di saper dialogare con opere antiche, così come quello di essere tremendamente attuali, ecco perché la scelta di esporre queste opere qui nel museo di Montone riesce a valorizzare enormemente la loro qualità e il loro significato. Insieme alla deposizione lignea del 1200 e alla tela della “Madonna del Gonfalone” realizzano un connubio di periodi storici affascinante e unico”. Significative poi sono state le letture di alcuni scritti dello stesso Renzo Scopa, tratte dal suo libro Il segno della parola. Letture interpretate, con bravura e intensità, dall’attore Maurizio Perugini, e che hanno fatto porre l’attenzione su alcuni aspetti importanti della vita dell’artista: come i passi dedicati a due dei luoghi più importanti della sua formazione artistica: la Lucania e Urbino. “Da queste letture - ha fatto notare lo storico e giornalista Mario Tosti – emergono aspetti importanti di Scopa. La sua preoccupazione più grossa era quella di mettersi in condizione di interpretare la realtà sconosciuta. Aveva la grande capacità di sorprendersi, di scrutare la realtà e di confrontarvisi come è possibile vedere leggendo i suoi scritti del viaggio in Lucania, dove era riuscito ad immergersi pienamente nella vita del Sud Italia. Era alla ricerca di un continuo miglioramento e di una continua stimolazione artistica”. Una personalità quella di Renzo Scopa che lo ha portato a sviluppare una tecnica e uno stile che non si ritrovano in altri artisti. È difficile affermare che Scopa abbia modelli – continua Tosti - pur nella grande varietà di opere da lui prodotte ha sempre mantenuto la sua originalità e questo lo fa entrare meritatamente nel grande panorama artistico non solo regionale”. Monsignor Domenico Cancian in un suo commento su Renzo Scopa afferma: “Coloro che avranno modo di contemplare tali opere potranno raccogliere quella «misteriosa felicità… misteriosa come la fede» che l’artista ha saputo rendere visibile con grande genialità”. Forse è proprio questo alone di misteriosa felicità, che circonda le opere di Scopa, ad aver attratto i presenti alla Tavola Rotonda, così da lasciarsi trasportare dal racconto di questa singolare esperienza di vita, che ha rivelato ai presenti l’intimo cammino interiore di questo artista. Ai partecipanti è giunto un messaggio dell’assessore provinciale alla cultura Donatella Porzi: “Impossibilitata a partecipare alla tavola rotonda su Renzo Scopa, mi scuso con tutti gli ospiti che Saulo Scopa ha riunito intorno alla memoria della figura di suo padre e con i presenti all' interessante appuntamento odierno di Montone. La pittura di Renzo Scopa è stata, negli ultimi anni, particolarmente al centro delle attenzioni dell'assessorato alla cultura della Provincia di Perugia. Si può dire che la mostra così bene organizzata dal dr. Saulo Scopa l'abbiamo fatta nostra al di là della concessione di un patrocinio e dei pur importanti aspetti organizzativi che abbiamo agevolato. L'abbiamo fatta nostra in una accezione più profonda e partecipata, come si addice a un maestro dell'arte umbra del Novecento che ha vissuto, insieme alla sua terra, l'Italia centrale in tutte le sue connessioni e che ha testimoniato, specie nei suoi scritti, un'Italia più lontana da noi, geograficamente e nel tempo, allo stesso modo importante e significativa per lo sviluppo di quella coscienza nazionale ognuno di noi, ancora oggi, ricerca con tanto fervore. L'ultimo, grande appuntamento con l'arte di Scopa - quello realizzato alla Cittadella di Assisi nel dicembre dello scorso anno - è stato particolarmente ricco perché ha raggiunto l'equilibrio fra immagine e parola in base al quale la produzione letteraria di Scopa ha fatto parte di um cartellone di eventi poetici (Tenerezza è detta...) in cui figuravano i nomi di Alda Merini, Sandro Penna, Sesto Properzio e Gioviano Pontano. Insomma, una collocazione degnamente meritata e ben resa dal récital che Saulo Scopa e i suoi collaboratori hanno strutturato. Il mio saluto si conclude con l'impegno a continuare ad essere presente nelle iniziative che vorranno e potranno essere organizzate, con rinnovata stima intellettuale e immutato fervore di idee, per Renzo Scopa”.
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