In piazza San Francesco il monumento per ricordare i caduti anglo-indiani del secondo conflitto mondiale
(Cittadino e Provincia) – Montone, 9 settembre ’22 – “Omnes sub eodem sole”, ovvero “viviamo tutti sotto lo stesso sole”. E’ questo il motto che accompagnerà il monumento che sarà realizzato nel centro storico di Montone in memoria dei caduti anglo-indiani durante il passaggio del fronte, in particolare in ricordo del sacrificio di Yeshwant Ghadge, nonché per simboleggiare l’importanza della pace tra i popoli.
Durante la liberazione nella Seconda guerra mondiale nei colli a nord di Montone, Yeshwant Ghadge, un soldato indiano dell’esercito inglese, cadde valorosamente dopo aver compiuto un atto eroico neutralizzando una postazione di mitragliatrice all’arma bianca durante la presa di Vallaccia. Per questo gesto gli è stata riconosciuta la Victoria Cross, la più alta onorificenza militare inglese. Nonostante la coraggiosa impresa non si è mai avuta notizia di quale sia stata la sua fine, così è iniziato un progetto di ricerca archivistica e di prospezione ad opera dell’Istituto Venanzio Gabriotti, nella figura del presidente Alvaro Tacchini, in collaborazione con l’associazione di Metal detecting Stòricercando Alta Umbria. Dal lato archivistico si è scoperto il punto di una sepoltura provvisoria dove poi il soldato maratha è stato riesumato e portato ad Arezzo per la cremazione e l’aspersione delle ceneri secondo il rituale indiano.
Con l’intento di tenere viva la memoria del passato e sottolineare l’apporto, ma anche il tributo di sangue, delle truppe alleate per la liberazione del territorio ad est del Tevere fino a Città di Castello, è stato deciso di creare un memoriale di guerra nell’Alta Valle del Tevere e collocarlo in piazza San Francesco; il tutto con il sostegno anche dell’amministrazione montonese e dell’associazione Storicamente, rappresentata dal presidente Adriano Bei e dal vice presidente Francesco Rosi che ha curato la progettazione.
Nei giorni scorsi, approfittando della presenza in zona di una delegazione di ex ufficiali britannici, con il figlio del generale che ha combattuto in Altotevere alla guida della quarta divisione indiana, Richard Holworthy, e il direttore del Gurkha Museum di Winchester, Daren Bowyer, è stato presentato il progetto definitivo del memoriale, che prevede una meridiana e una serie di cippi di osservazione che indicano i luoghi più importanti nella liberazione. All’iniziativa ha partecipato anche l’addetto militare dell’ambasciata indiana, il colonnello V. C. Salaria, e un funzionario della Commonwealth War Graves Commission, che cura tutti i cimiteri di guerra britannici in Italia.
L’idea del memoriale, che fa parte di un progetto più ampio e coinvolge anche i comuni di Pietralunga e Città di Castello, è quella di collegare il territorio dell’Altotevere, scenario degli eventi bellici del secondo conflitto mondiale, agli uomini che persero la propria vita e alle truppe che combatterono per la liberazione, attraverso l’elemento naturale che unisce l’umanità in ogni parte del globo: il sole.
Montone22061.IC
(Cittadino e Provincia) – Montone, 9 settembre ’22 – “Omnes sub eodem sole”, ovvero “viviamo tutti sotto lo stesso sole”. E’ questo il motto che accompagnerà il monumento che sarà realizzato nel centro storico di Montone in memoria dei caduti anglo-indiani durante il passaggio del fronte, in particolare in ricordo del sacrificio di Yeshwant Ghadge, nonché per simboleggiare l’importanza della pace tra i popoli.
Durante la liberazione nella Seconda guerra mondiale nei colli a nord di Montone, Yeshwant Ghadge, un soldato indiano dell’esercito inglese, cadde valorosamente dopo aver compiuto un atto eroico neutralizzando una postazione di mitragliatrice all’arma bianca durante la presa di Vallaccia. Per questo gesto gli è stata riconosciuta la Victoria Cross, la più alta onorificenza militare inglese. Nonostante la coraggiosa impresa non si è mai avuta notizia di quale sia stata la sua fine, così è iniziato un progetto di ricerca archivistica e di prospezione ad opera dell’Istituto Venanzio Gabriotti, nella figura del presidente Alvaro Tacchini, in collaborazione con l’associazione di Metal detecting Stòricercando Alta Umbria. Dal lato archivistico si è scoperto il punto di una sepoltura provvisoria dove poi il soldato maratha è stato riesumato e portato ad Arezzo per la cremazione e l’aspersione delle ceneri secondo il rituale indiano.
Con l’intento di tenere viva la memoria del passato e sottolineare l’apporto, ma anche il tributo di sangue, delle truppe alleate per la liberazione del territorio ad est del Tevere fino a Città di Castello, è stato deciso di creare un memoriale di guerra nell’Alta Valle del Tevere e collocarlo in piazza San Francesco; il tutto con il sostegno anche dell’amministrazione montonese e dell’associazione Storicamente, rappresentata dal presidente Adriano Bei e dal vice presidente Francesco Rosi che ha curato la progettazione.
Nei giorni scorsi, approfittando della presenza in zona di una delegazione di ex ufficiali britannici, con il figlio del generale che ha combattuto in Altotevere alla guida della quarta divisione indiana, Richard Holworthy, e il direttore del Gurkha Museum di Winchester, Daren Bowyer, è stato presentato il progetto definitivo del memoriale, che prevede una meridiana e una serie di cippi di osservazione che indicano i luoghi più importanti nella liberazione. All’iniziativa ha partecipato anche l’addetto militare dell’ambasciata indiana, il colonnello V. C. Salaria, e un funzionario della Commonwealth War Graves Commission, che cura tutti i cimiteri di guerra britannici in Italia.
L’idea del memoriale, che fa parte di un progetto più ampio e coinvolge anche i comuni di Pietralunga e Città di Castello, è quella di collegare il territorio dell’Altotevere, scenario degli eventi bellici del secondo conflitto mondiale, agli uomini che persero la propria vita e alle truppe che combatterono per la liberazione, attraverso l’elemento naturale che unisce l’umanità in ogni parte del globo: il sole.
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