(Cittadino e Provincia) - Montone, 24 luglio ‘23 – Una giornata particolare, carica di suggestione, storia e memoria, capace di legare insieme arte, amicizia e cultura. E’ quanto realizzato sabato nel centro storico di Montone in occasione dell’inaugurazione del primo “Memoriale di guerra nell’Alta Valle del Tevere”, intitolato al soldato indiano Yeshwant Ghadge insignito della Victoria Cross, e dedicato a tutti gli uomini che persero la propria vita nel secondo conflitto mondiale.
Un evento significativo che ha visto la partecipazione anche dell’ambasciatrice dell’India, Neena Malhotra, e arricchito da altri momenti di incontro per tenere viva la memoria del passato. Nel pomeriggio si è tenuta, infatti, la presentazione del romanzo “Il prigioniero americano” di Giovanni Dozzini, curata dal Comune e dall’associazione StoricaMente.
Nella chiesa museo di San Francesco, il sindaco Mirco Rinaldi e il presidente di StoricaMente, Adriano Bei, una delle colonne portanti della ricerca storica antica e moderna del borgo, hanno dialogato con l’autore sulla sua opera, dando vita a uno stimolante dibattito con il pubblico presente.
Ispirandosi a una storia vera, lo scrittore e giornalista perugino ricostruisce un pezzo della storia della Resistenza del nostro Paese partendo da alcuni destini individuali emblematici, raccontandoci come ritrovarsi combattenti per la libertà spesso sia un caso, decidere di combattere è invece quasi sempre una scelta.
I protagonisti principali della storia sono il console degli Stati Uniti d’America Walter Orebaugh e Maria Keller, ballerina ungherese di tip-tap che conosce ormai tutto il Mediterraneo.
Il destino, dopo aver loro rivoltato le carte, li fa incrociare proprio sui monti di Perugia. L’uomo, arrestato nel 1942, finisce dopo varie peripezie confinato in Umbria. La donna viene imprigionata con l’accusa di spionaggio e rinchiusa proprio nel carcere della stessa città umbra. Entrambi, anche se in momenti diversi, riescono a fuggire e a unirsi ai partigiani. La loro storia, nonché quella degli altri protagonisti del romanzo è, in realtà, un pezzo fondamentale della Resistenza, una finestra spalancata su uomini e donne, sul loro vissuto, su quella voglia di cambiare le cose che se così forte le cose le cambia davvero.
Montone23026.IC
(Cittadino e Provincia) - Montone, 24 luglio ‘23 – Una giornata particolare, carica di suggestione, storia e memoria, capace di legare insieme arte, amicizia e cultura. E’ quanto realizzato sabato nel centro storico di Montone in occasione dell’inaugurazione del primo “Memoriale di guerra nell’Alta Valle del Tevere”, intitolato al soldato indiano Yeshwant Ghadge insignito della Victoria Cross, e dedicato a tutti gli uomini che persero la propria vita nel secondo conflitto mondiale.
Un evento significativo che ha visto la partecipazione anche dell’ambasciatrice dell’India, Neena Malhotra, e arricchito da altri momenti di incontro per tenere viva la memoria del passato. Nel pomeriggio si è tenuta, infatti, la presentazione del romanzo “Il prigioniero americano” di Giovanni Dozzini, curata dal Comune e dall’associazione StoricaMente.
Nella chiesa museo di San Francesco, il sindaco Mirco Rinaldi e il presidente di StoricaMente, Adriano Bei, una delle colonne portanti della ricerca storica antica e moderna del borgo, hanno dialogato con l’autore sulla sua opera, dando vita a uno stimolante dibattito con il pubblico presente.
Ispirandosi a una storia vera, lo scrittore e giornalista perugino ricostruisce un pezzo della storia della Resistenza del nostro Paese partendo da alcuni destini individuali emblematici, raccontandoci come ritrovarsi combattenti per la libertà spesso sia un caso, decidere di combattere è invece quasi sempre una scelta.
I protagonisti principali della storia sono il console degli Stati Uniti d’America Walter Orebaugh e Maria Keller, ballerina ungherese di tip-tap che conosce ormai tutto il Mediterraneo.
Il destino, dopo aver loro rivoltato le carte, li fa incrociare proprio sui monti di Perugia. L’uomo, arrestato nel 1942, finisce dopo varie peripezie confinato in Umbria. La donna viene imprigionata con l’accusa di spionaggio e rinchiusa proprio nel carcere della stessa città umbra. Entrambi, anche se in momenti diversi, riescono a fuggire e a unirsi ai partigiani. La loro storia, nonché quella degli altri protagonisti del romanzo è, in realtà, un pezzo fondamentale della Resistenza, una finestra spalancata su uomini e donne, sul loro vissuto, su quella voglia di cambiare le cose che se così forte le cose le cambia davvero.
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