L'evento consolida la collaborazione con l'Associazione "Amici del Presepe' per la valorizzazione del territorio e delle tradizioni
(Cittadino e Provincia – Perugia, 22 dicembre ’10) - Valorizzare il territorio dando importanza alle tradizioni. Questo significato vuole avere il programma culturale che si va consolidando nell’ambito del rapporto di collaborazione tra Provincia di Perugia e l’Associazione ‘Amici del Presepe’ di Città di Castello che ogni anno mette a disposizione dell’Ente un nuovo presepe realizzato dai soci. L’opera messa a disposizione quest’anno è titolata “Il castello di Erode” ed è stata inaugurata stamani (22 dicembre), nell’atrio del Palazzo della Provincia di Perugia, alla presenza dell’Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve S.E. Monsignor Gualtiero Bassetti, del Presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi, dell’Assessore provinciale alla Cultura Donatella Porzi, dell’Assessore alla viabilità Domenico Caprini, del presidente del Consiglio Provinciale e sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta e del Presidente dell’Associazione altotiberina Gualtiero Angelini accompagnato dai soci Sandro Pincardini e Giulio Mariucci. “Esiste un’analogia tra il presepe e il 150° dell’Unità d’Italia – ha sottolineato Monsignor Bassetti – in quanto il presepe ha contribuito all’Unità come momento religioso: la sua tradizione è vivissima in ogni parte del nostro paese”. La natività allestita quest’anno appartiene alla scuola napoletana. E’ stata composta appositamente da due maestri, Lorenzo Caso e Franco Finelli, con materiali poveri, legno e sughero, riproducendo le caratteristiche salienti della tradizione di cui sono tra gli esponenti principali. Rispetto alla scelta dell’anno precedente, l’opera ha dimensioni notevoli. È alta circa due metri e mezzo e si estende in larghezza per due metri. Il suo titolo “Il castello di Erode” è giustificato dal fatto che sullo sfondo collinare che domina la capanna, si alza un maniero: la rocca del re che, seguendo la profezia, ordinò lo sterminio di tutti i neonati maschi. “In primo piano – ha commentato il presidente dell’Associazione ‘Amici del presepe’ Gualtiero Angelini - la natività emana la serenità e la pace della notte santa con i personaggi, realizzati dagli artisti tifernati; ma sopra questa apparente conciliazione tra uomini, natura e creature celesti, si prepara il dramma”. Sulla famiglia di Betlemme incombe un destino da affrontare e un nuovo paese da raggiungere. Presto infatti, pur di sottrarsi alla cieca ed inutile persecuzione di Erode, Giuseppe, Maria e Gesù dovranno cercare salvezza attraverso la fuga in Egitto. Evocando questo fatto storico e documentato dai vangeli, gli autori hanno voluto rappresentare, anche nel frangente magico della Natività, “la condizione dell’uomo, esposta ai rovesci e alle tempeste della vita, così come alle gioie e alle consolazioni, secondo un disegno imperscrutabile e, nel caso di Erode, irrazionale”.
OI10780.GC
(Cittadino e Provincia – Perugia, 22 dicembre ’10) - Valorizzare il territorio dando importanza alle tradizioni. Questo significato vuole avere il programma culturale che si va consolidando nell’ambito del rapporto di collaborazione tra Provincia di Perugia e l’Associazione ‘Amici del Presepe’ di Città di Castello che ogni anno mette a disposizione dell’Ente un nuovo presepe realizzato dai soci. L’opera messa a disposizione quest’anno è titolata “Il castello di Erode” ed è stata inaugurata stamani (22 dicembre), nell’atrio del Palazzo della Provincia di Perugia, alla presenza dell’Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve S.E. Monsignor Gualtiero Bassetti, del Presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi, dell’Assessore provinciale alla Cultura Donatella Porzi, dell’Assessore alla viabilità Domenico Caprini, del presidente del Consiglio Provinciale e sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta e del Presidente dell’Associazione altotiberina Gualtiero Angelini accompagnato dai soci Sandro Pincardini e Giulio Mariucci. “Esiste un’analogia tra il presepe e il 150° dell’Unità d’Italia – ha sottolineato Monsignor Bassetti – in quanto il presepe ha contribuito all’Unità come momento religioso: la sua tradizione è vivissima in ogni parte del nostro paese”. La natività allestita quest’anno appartiene alla scuola napoletana. E’ stata composta appositamente da due maestri, Lorenzo Caso e Franco Finelli, con materiali poveri, legno e sughero, riproducendo le caratteristiche salienti della tradizione di cui sono tra gli esponenti principali. Rispetto alla scelta dell’anno precedente, l’opera ha dimensioni notevoli. È alta circa due metri e mezzo e si estende in larghezza per due metri. Il suo titolo “Il castello di Erode” è giustificato dal fatto che sullo sfondo collinare che domina la capanna, si alza un maniero: la rocca del re che, seguendo la profezia, ordinò lo sterminio di tutti i neonati maschi. “In primo piano – ha commentato il presidente dell’Associazione ‘Amici del presepe’ Gualtiero Angelini - la natività emana la serenità e la pace della notte santa con i personaggi, realizzati dagli artisti tifernati; ma sopra questa apparente conciliazione tra uomini, natura e creature celesti, si prepara il dramma”. Sulla famiglia di Betlemme incombe un destino da affrontare e un nuovo paese da raggiungere. Presto infatti, pur di sottrarsi alla cieca ed inutile persecuzione di Erode, Giuseppe, Maria e Gesù dovranno cercare salvezza attraverso la fuga in Egitto. Evocando questo fatto storico e documentato dai vangeli, gli autori hanno voluto rappresentare, anche nel frangente magico della Natività, “la condizione dell’uomo, esposta ai rovesci e alle tempeste della vita, così come alle gioie e alle consolazioni, secondo un disegno imperscrutabile e, nel caso di Erode, irrazionale”.
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