L’impegno del Parlamento europeo nella difesa dei consumatori si fa più concreto con l’apertura di un sito Internet in cui gli utenti possono chiedere assistenza e informarsi sulla normativa comunitaria. Il portale, disponibile anche in italiano, affianca il consumatore e lo aiuta a comprendere se una informazione sia o meno scorretta, rendendolo più consapevole. Il sito “È scorretto?” (http://www.isitfair.eu) si propone di fare una “lista nera” delle pratiche sleali in cui è più facile imbattersi. Sono circa trenta punti, fra cui le false affermazioni sui “marchi di fiducia” e i “codici etici”; l’uso di frasi come “offerte limitate” o “offerta speciale, valida soltanto oggi” quando non vero; i messaggi promiscui o contraddittori di alcuni redazionali; i servizi post-vendita non tradotti nella lingua dell’acquirente; l’utilizzo di “esche” come premi non ben definiti; i buoni d’ordine fuorvianti; la vendita aggressiva a domicilio o insistente e indesiderata; le esortazioni di acquisto dirette ai bambini; le consegne non richieste; le pressioni emotive. La seconda parte del sito è invece dedicata ad aiutare concretamente il consumatore, elencando le varie possibilità di contestazione per chi è stato vittima di una pratica commerciale sleale, insieme a contatti e riferimenti utili.
L’impegno del Parlamento europeo nella difesa dei consumatori si fa più concreto con l’apertura di un sito Internet in cui gli utenti possono chiedere assistenza e informarsi sulla normativa comunitaria. Il portale, disponibile anche in italiano, affianca il consumatore e lo aiuta a comprendere se una informazione sia o meno scorretta, rendendolo più consapevole. Il sito “È scorretto?” (http://www.isitfair.eu) si propone di fare una “lista nera” delle pratiche sleali in cui è più facile imbattersi. Sono circa trenta punti, fra cui le false affermazioni sui “marchi di fiducia” e i “codici etici”; l’uso di frasi come “offerte limitate” o “offerta speciale, valida soltanto oggi” quando non vero; i messaggi promiscui o contraddittori di alcuni redazionali; i servizi post-vendita non tradotti nella lingua dell’acquirente; l’utilizzo di “esche” come premi non ben definiti; i buoni d’ordine fuorvianti; la vendita aggressiva a domicilio o insistente e indesiderata; le esortazioni di acquisto dirette ai bambini; le consegne non richieste; le pressioni emotive. La seconda parte del sito è invece dedicata ad aiutare concretamente il consumatore, elencando le varie possibilità di contestazione per chi è stato vittima di una pratica commerciale sleale, insieme a contatti e riferimenti utili.