(Cittadino e Provincia) - Paciano, 24 marzo 2025 – Bacino di idee, oggi applicate e sperimentate in tanti territori italiani.
Nell’arco di un decennio, le idee iniziali su cui è stato sviluppato TrasiMemo a Paciano hanno germogliato e si sono propagate sul territorio nazionale, grazie soprattutto all’interesse del Ministero della cultura.
Queste le somme tirate venerdì scorso a Palazzo Baldeschi, in occasione della presentazione del volume “TrasiMemo at Home. Dieci anni di antropologia, relazioni, prospettive”, scritto da Cinzia Marchesini e Daniele Parbuono, i due antropologi a cui si deve l’intuizione e il progetto della “Banca della Memoria del Trasimeno”.
Numerosi, tra autorità, collaboratori di TrasiMemo e cittadini che hanno assistito alla presentazione del libro e hanno portato la loro testimonianza.
Il progetto, che fino a oggi ha avuto come esito concreto un piccolo allestimento museale, un archivio web e l’attivazione di numerosi laboratori, è partito con una collaborazione tra l’Amministrazione comunale di Paciano e la Scuola di specializzazione in Beni demoetnoantropologici dell’Università degli Studi di Perugia (in convenzione con le Università della Basilicata, di Firenze, di Siena e di Torino), in stretta relazione con una buona rete di quelli che si potrebbero definire «militanti locali del patrimonio».
L’idea iniziale, come ricordato da Marchesini, era quella di sperimentare un’azione per il Trasimeno e non solo per Paciano. A partire dai saperi che questo territorio già esprimeva, anche se latenti o sopiti, e che potevano essere riattivati, non solo per rappresentare questi luoghi, ma per farli vivere. “Abbiamo scommesso – ha ricordato - sui saper fare artigianali e sul metterli a sistema, a valore, farli dialogare con il paesaggio. Ma anche dandogli la possibilità di esprimersi in modo contemporaneo, fuori e dentro questo edificio. E’ stato essenzialmente un esperimento fatto con le persone”.