Guasticchi "Un centro federalista e solidale che sia di cerniera per l'unitÃÂ del Paese"
(Cittadino e Provincia – Perugia, 21 maggio ’10) – Oggi da Perugia parte il patto di alleanza delle regioni del Centro Italia per costruire ed attuare insieme programmi e strategie comuni, valorizzare questo territorio come ruolo di cerniera nel contesto nazionale, indispensabile per l’unità del paese, e proporre un progetto di sviluppo che, puntando alla coesione sociale, si basi sulla qualità, lo sviluppo, l’innovazione, salvaguardando le identità e le caratteristiche omogenee dei luoghi che sono anche la forza di questa Italia di mezzo. Un progetto che punti verso infrastrutture moderne - tra esse è urgente il completamento della E 78 Fano Grosseto - rivendicando la necessità dei collegamenti Est Ovest. Un progetto che punti all’attuazione del federalismo, alla qualità dei servizi, al rilancio e alla valorizzazione della piccola e media impresa e della sua forza imprenditoriale, anche alla luce della crisi che stiamo attraversando, che punti alla valorizzazione del patrimonio locale in ambito turistico, ad un’agricoltura di qualità e che metta in campo investimenti nell’eccellenza della formazione. Riunite nel capoluogo umbro, a qualche mese di distanza dal cosiddetto Patto di Cagli con cui sono state gettate le premesse di questa operazione, le regioni Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Toscana ed Umbria lanciano una grande sfida politico-istituzionale bibartisan, che ha come obiettivo principale, come specificato dal presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi, “individuare misure idonee per tenere insieme il Paese”. E lo fanno in un momento particolare in cui, oltre alla crisi economica in atto, il sistema degli Enti locali, come ha avuto modo di ricordare in apertura dei lavori il sindaco della città Wladimiro Boccali, è fortemente preoccupato per come si sta declinando il progetto del federalismo e per le ricadute della manovra fiscale in atto. “Il punto di partenza da cui prendono le mosse gli Stati generali dell’Italia centrale - ha spiegato Guasticchi – è la consapevolezza che le regioni centrali non sono “zone residuali”, sopravvivenze del passato, ma territori che hanno saputo trasformarsi e che hanno qualcosa da “dire” anche al resto d’Italia: la ricerca di un equilibrio e di una modernità che ha saputo tenere insieme sviluppo economico e qualità sociale, crescita e coesione sociale. Questo il loro punto di forza in passato, questo può essere, anche per il futuro, ciò su cui puntare. Di fronte alla tendenza di una visione dicotomica dell’Italia a due marce, con un nord ricco ed efficiente e un sud debole e assistito, l’Italia mediana rimarca la propria presenza e ruolo di cerniera”. “Siamo l’Italia dell’efficienza solidale – sono state le parole di Matteo Ricci, presidente della Provincia di Pesaro Urbino - dalle nostre regioni possono giungere proposte e contributi per affrontare la crisi che stiamo vivendo”. Del resto, come illustrato da Ilvo Diamanti, docente di scienze politiche all’Università di Urbino e Bruno Bracalente, docente di statistica economica all’Università di Perugia, questi del Centro Italia sono da sempre i luoghi del benessere, del dinamismo economico e sociale. Ma già stanno arrivando i primi segnali negativi. Come richiamato da Diamanti, da due anni a questa parte sta crescendo più che altrove la paura della disoccupazione e dell’immigrazione, mentre si sta complicando il rapporto tra il tessuto sociale e il sistema delle istituzioni. E’ dunque giunto il momento di attivarsi per salvaguardare quel modello di sviluppo che in passato ha fatto di queste regioni aree con un elevato livello di capitale sociale e adeguarlo ai nuovi scenari. “Questa alleanza – ha sostenuto Gian Mario Spacca, presidente della Regione Marche – può nascere solo guardando e cercando di interpretare il futuro, tenendo conto che oggi il nostro interlocutore prevalente è l’Europa e che gli orizzonti economici non sono più quelli nazionali o europei, bensì mondiali”. Di “squilibri forti evidenti nelle diverse parti del paese” ha parlato il Presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci il quale ha sottolineato l’importanza per lo sviluppo della qualità e dell’innovazione e ha chiesto di ‘aprire un ragionamento sul completamento del sistema infrastrutturale che necessita delle necessarie risorse’.
Il cuore che batte per un Paese unito e allo stesso tempo la ragione che cerca di dare nuovo sviluppo, creando sinergie nel contenitore dell’Italia Mediana, alle proprie comunità. E’ questo il senso, seppur nelle diverse sfaccettature, dei tre interventi agli Stati Generali dell’Italia Centrale effettuati dal Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, del Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e del Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini. “E’ necessario che tutti insieme - ha spiegato Zingaretti – iniziamo un percorso in grado di creare un nuovo sviluppo credibile per i nostri cittadini e per l’Italia”. L’Italia Mediana per Zingaretti deve anche servire per sdoganare “l’idea che gli enti locali sono una palla al piede del Paese” ma sono il supporto per “migliorare la vita dei cittadini con servizi di qualità” e allo stesso tempo “per indirizzare le aziende nei processi di internalizzazione”. ‘La vocazione alla cultura, alle proprie radici, all’enogastronomia e al sapere sono linee da difendere’. Per il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, nessuno, agli Stati Generali dell’Italia Mediana, “ha intenzione di costruire la Centronia, macro-regioni che non hanno un senso politico e storico, ma si vuole dare un contributo per una nuova sintesi per il paese”. Per Rossi è necessario “fare alleanze forti e coraggiose in fatto di infrastrutture, sanità, viabilità, aprire un dibattito sul sistema universitario, valutare la realtà interessante delle Pmi e il fatto che l’Italia di Centro sta guidando parte dell’export italiano, discutere della filiera corta in agricoltura”. “Non si tratta soltanto – ha detto il Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini - di un momento di incontro istituzionale o di parte politica. Vogliamo attuare un confronto serio e concreto che vada oltre la politica e le sue divisioni. Perché dai nostri territori emerge chiara l’esigenza di lavorare su due aspetti fondamentali: più occupazione e nuovo sviluppo”. Il Presidente Marini ha invitato gli altri ospiti ad un maggiore coinvolgimento europeo e a stare uniti per influenzare i decreti attuativi sul federalismo fiscale che rischia di schiacciare il Centro. “Il nostro modello di Governo e valoriale non deve soccombere con un modello di federalismo che prenda spunto magari da un sistema economico e sociale di altri territori. Ogni area ha una storia e una specificità. E di questo deve essere tenuto conto quando verrà istituito il Federalismo”. Agli Stati Generali hanno portato il loro contributo anche gli onorevoli Walter Verini e Mauro Agostini, il senatore Franco Asciutti, il rettore dell’Università per stranieri Stefania Giannini e il Presidente della Lega delle Autonomie Claudio Fallarino.
OI10227.GC/PORT.GG
(Cittadino e Provincia – Perugia, 21 maggio ’10) – Oggi da Perugia parte il patto di alleanza delle regioni del Centro Italia per costruire ed attuare insieme programmi e strategie comuni, valorizzare questo territorio come ruolo di cerniera nel contesto nazionale, indispensabile per l’unità del paese, e proporre un progetto di sviluppo che, puntando alla coesione sociale, si basi sulla qualità, lo sviluppo, l’innovazione, salvaguardando le identità e le caratteristiche omogenee dei luoghi che sono anche la forza di questa Italia di mezzo. Un progetto che punti verso infrastrutture moderne - tra esse è urgente il completamento della E 78 Fano Grosseto - rivendicando la necessità dei collegamenti Est Ovest. Un progetto che punti all’attuazione del federalismo, alla qualità dei servizi, al rilancio e alla valorizzazione della piccola e media impresa e della sua forza imprenditoriale, anche alla luce della crisi che stiamo attraversando, che punti alla valorizzazione del patrimonio locale in ambito turistico, ad un’agricoltura di qualità e che metta in campo investimenti nell’eccellenza della formazione. Riunite nel capoluogo umbro, a qualche mese di distanza dal cosiddetto Patto di Cagli con cui sono state gettate le premesse di questa operazione, le regioni Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Toscana ed Umbria lanciano una grande sfida politico-istituzionale bibartisan, che ha come obiettivo principale, come specificato dal presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi, “individuare misure idonee per tenere insieme il Paese”. E lo fanno in un momento particolare in cui, oltre alla crisi economica in atto, il sistema degli Enti locali, come ha avuto modo di ricordare in apertura dei lavori il sindaco della città Wladimiro Boccali, è fortemente preoccupato per come si sta declinando il progetto del federalismo e per le ricadute della manovra fiscale in atto. “Il punto di partenza da cui prendono le mosse gli Stati generali dell’Italia centrale - ha spiegato Guasticchi – è la consapevolezza che le regioni centrali non sono “zone residuali”, sopravvivenze del passato, ma territori che hanno saputo trasformarsi e che hanno qualcosa da “dire” anche al resto d’Italia: la ricerca di un equilibrio e di una modernità che ha saputo tenere insieme sviluppo economico e qualità sociale, crescita e coesione sociale. Questo il loro punto di forza in passato, questo può essere, anche per il futuro, ciò su cui puntare. Di fronte alla tendenza di una visione dicotomica dell’Italia a due marce, con un nord ricco ed efficiente e un sud debole e assistito, l’Italia mediana rimarca la propria presenza e ruolo di cerniera”. “Siamo l’Italia dell’efficienza solidale – sono state le parole di Matteo Ricci, presidente della Provincia di Pesaro Urbino - dalle nostre regioni possono giungere proposte e contributi per affrontare la crisi che stiamo vivendo”. Del resto, come illustrato da Ilvo Diamanti, docente di scienze politiche all’Università di Urbino e Bruno Bracalente, docente di statistica economica all’Università di Perugia, questi del Centro Italia sono da sempre i luoghi del benessere, del dinamismo economico e sociale. Ma già stanno arrivando i primi segnali negativi. Come richiamato da Diamanti, da due anni a questa parte sta crescendo più che altrove la paura della disoccupazione e dell’immigrazione, mentre si sta complicando il rapporto tra il tessuto sociale e il sistema delle istituzioni. E’ dunque giunto il momento di attivarsi per salvaguardare quel modello di sviluppo che in passato ha fatto di queste regioni aree con un elevato livello di capitale sociale e adeguarlo ai nuovi scenari. “Questa alleanza – ha sostenuto Gian Mario Spacca, presidente della Regione Marche – può nascere solo guardando e cercando di interpretare il futuro, tenendo conto che oggi il nostro interlocutore prevalente è l’Europa e che gli orizzonti economici non sono più quelli nazionali o europei, bensì mondiali”. Di “squilibri forti evidenti nelle diverse parti del paese” ha parlato il Presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci il quale ha sottolineato l’importanza per lo sviluppo della qualità e dell’innovazione e ha chiesto di ‘aprire un ragionamento sul completamento del sistema infrastrutturale che necessita delle necessarie risorse’.
Il cuore che batte per un Paese unito e allo stesso tempo la ragione che cerca di dare nuovo sviluppo, creando sinergie nel contenitore dell’Italia Mediana, alle proprie comunità. E’ questo il senso, seppur nelle diverse sfaccettature, dei tre interventi agli Stati Generali dell’Italia Centrale effettuati dal Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, del Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e del Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini. “E’ necessario che tutti insieme - ha spiegato Zingaretti – iniziamo un percorso in grado di creare un nuovo sviluppo credibile per i nostri cittadini e per l’Italia”. L’Italia Mediana per Zingaretti deve anche servire per sdoganare “l’idea che gli enti locali sono una palla al piede del Paese” ma sono il supporto per “migliorare la vita dei cittadini con servizi di qualità” e allo stesso tempo “per indirizzare le aziende nei processi di internalizzazione”. ‘La vocazione alla cultura, alle proprie radici, all’enogastronomia e al sapere sono linee da difendere’. Per il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, nessuno, agli Stati Generali dell’Italia Mediana, “ha intenzione di costruire la Centronia, macro-regioni che non hanno un senso politico e storico, ma si vuole dare un contributo per una nuova sintesi per il paese”. Per Rossi è necessario “fare alleanze forti e coraggiose in fatto di infrastrutture, sanità, viabilità, aprire un dibattito sul sistema universitario, valutare la realtà interessante delle Pmi e il fatto che l’Italia di Centro sta guidando parte dell’export italiano, discutere della filiera corta in agricoltura”. “Non si tratta soltanto – ha detto il Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini - di un momento di incontro istituzionale o di parte politica. Vogliamo attuare un confronto serio e concreto che vada oltre la politica e le sue divisioni. Perché dai nostri territori emerge chiara l’esigenza di lavorare su due aspetti fondamentali: più occupazione e nuovo sviluppo”. Il Presidente Marini ha invitato gli altri ospiti ad un maggiore coinvolgimento europeo e a stare uniti per influenzare i decreti attuativi sul federalismo fiscale che rischia di schiacciare il Centro. “Il nostro modello di Governo e valoriale non deve soccombere con un modello di federalismo che prenda spunto magari da un sistema economico e sociale di altri territori. Ogni area ha una storia e una specificità. E di questo deve essere tenuto conto quando verrà istituito il Federalismo”. Agli Stati Generali hanno portato il loro contributo anche gli onorevoli Walter Verini e Mauro Agostini, il senatore Franco Asciutti, il rettore dell’Università per stranieri Stefania Giannini e il Presidente della Lega delle Autonomie Claudio Fallarino.
OI10227.GC/PORT.GG