(Cittadino e Provincia) – Perugia, 26 marzo ’13 – Verso l’autosufficienza. Questa la direzione imboccata dai due Centri ittiogenici della Provincia di Perugia, quello di Sant’Arcangelo e quello di Borgo Cerreto, dove si sta lavorando al fine di riprendere le attività di vendita del prodotto, giudicato dagli esperti di “ottima qualità”. La notizia è trapelata nell’ultima seduta della terza Commissione consiliare, in cui il responsabile dell’Ufficio gestione fauna ittica, Mauro Natali, ascoltato in audizione, ha illustrato lo stato dell’arte dei due impianti di riproduzione di pesce (trote a Borgo Cerreto, destinate al ripopolamento dei corsi d’acqua provinciali, e pesci di lago a Sant’Arcangelo). Una ricognizione in attesa dell’ufficializzazione dei dati sulla produzione e sui costi di gestione, da cui emerge, come è stato detto, un quadro molto incoraggiante. “Dopo circa 7 anni – ha sostenuto Natali – siamo in grado di poter mettere a calendario la vendita del prodotto. A partire dal prossimo anno riprenderemo a fare distribuzione, prevalentemente a soggetti pubblici e quindi, se ci saranno i margini, alle associazioni di pescasportivi”. Intanto per l’apertura della stagione in corso, l’Ente è stato in grado di immettere nei fiumi provinciali oltre 70 quintali di trote. Ma c’è anche l’aspetto qualitativo. Continua ad essere di ottima qualità il pesce prodotto dalla Provincia, sia in Valnerina, il cui impianto si avvale della certificazione di indennità da due temute malattie (setticemia emorragica virale e necrosi ematopoietica infettiva), sia al Trasimeno, dove viene coltivata la specie più pregiata tra i pesci d’acqua dolce, il luccio. Per il presidente della terza Commissione, Luca Baldelli, “i risultati eccezionali dei due impianti, si vanno a sommare ad altre buone notizie che riguardano il mondo della pesca e che si devono anche all’impegno profuso dall’Ente su questo comparto e all’attenzione tenuta alta dalla commissione che si è raccordata con gli uffici competenti”. Viene giudicato positivamente lo sforzo compiuto al fine di scongiurare l’alienazione del Centro di Borgo Cerreto, come pure la revisione delle sanzioni sul tesserino segnacatture e la semplificazione delle licenze di pesca. “La Commissione – è stata la riflessione del consigliere delegato Franco Granocchia – ha compiuto un gran lavoro ed i risultati sono significativi. Basti guardare ai numeri dei pescatori, giunto ormai a 10.000 unità”. Anche Granocchia ha sottolineato il buon lavoro condotto dai centri ittiogenici, sia per quanto riguarda le immissioni che la produzione finalizzata alla vendita. Aspetti messi in luce anche da Enrico Bastioli (Socialisti e Riformisti per l’Umbria) per il quale “in seno alla Commissione e al Consiglio provinciale è stato costruito un percorso virtuoso a sostegno del mondo della pesca”. Un plauso al lavoro compiuto presso gli impianti ittiogenici è quindi giunto da Massimiliano Capitani (Pd), mentre Laura Zampa (Pd) ha proposto progetti per la valorizzazione delle pescherie del territorio. Infine Giampiero Panfili (Pdl) ha chiesto di verificare le modalità di ripartizione delle quote versate alla Regione dai pescatori attraverso il pagamento delle licenze.
PF13009.ET
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 26 marzo ’13 – Verso l’autosufficienza. Questa la direzione imboccata dai due Centri ittiogenici della Provincia di Perugia, quello di Sant’Arcangelo e quello di Borgo Cerreto, dove si sta lavorando al fine di riprendere le attività di vendita del prodotto, giudicato dagli esperti di “ottima qualità”. La notizia è trapelata nell’ultima seduta della terza Commissione consiliare, in cui il responsabile dell’Ufficio gestione fauna ittica, Mauro Natali, ascoltato in audizione, ha illustrato lo stato dell’arte dei due impianti di riproduzione di pesce (trote a Borgo Cerreto, destinate al ripopolamento dei corsi d’acqua provinciali, e pesci di lago a Sant’Arcangelo). Una ricognizione in attesa dell’ufficializzazione dei dati sulla produzione e sui costi di gestione, da cui emerge, come è stato detto, un quadro molto incoraggiante. “Dopo circa 7 anni – ha sostenuto Natali – siamo in grado di poter mettere a calendario la vendita del prodotto. A partire dal prossimo anno riprenderemo a fare distribuzione, prevalentemente a soggetti pubblici e quindi, se ci saranno i margini, alle associazioni di pescasportivi”. Intanto per l’apertura della stagione in corso, l’Ente è stato in grado di immettere nei fiumi provinciali oltre 70 quintali di trote. Ma c’è anche l’aspetto qualitativo. Continua ad essere di ottima qualità il pesce prodotto dalla Provincia, sia in Valnerina, il cui impianto si avvale della certificazione di indennità da due temute malattie (setticemia emorragica virale e necrosi ematopoietica infettiva), sia al Trasimeno, dove viene coltivata la specie più pregiata tra i pesci d’acqua dolce, il luccio. Per il presidente della terza Commissione, Luca Baldelli, “i risultati eccezionali dei due impianti, si vanno a sommare ad altre buone notizie che riguardano il mondo della pesca e che si devono anche all’impegno profuso dall’Ente su questo comparto e all’attenzione tenuta alta dalla commissione che si è raccordata con gli uffici competenti”. Viene giudicato positivamente lo sforzo compiuto al fine di scongiurare l’alienazione del Centro di Borgo Cerreto, come pure la revisione delle sanzioni sul tesserino segnacatture e la semplificazione delle licenze di pesca. “La Commissione – è stata la riflessione del consigliere delegato Franco Granocchia – ha compiuto un gran lavoro ed i risultati sono significativi. Basti guardare ai numeri dei pescatori, giunto ormai a 10.000 unità”. Anche Granocchia ha sottolineato il buon lavoro condotto dai centri ittiogenici, sia per quanto riguarda le immissioni che la produzione finalizzata alla vendita. Aspetti messi in luce anche da Enrico Bastioli (Socialisti e Riformisti per l’Umbria) per il quale “in seno alla Commissione e al Consiglio provinciale è stato costruito un percorso virtuoso a sostegno del mondo della pesca”. Un plauso al lavoro compiuto presso gli impianti ittiogenici è quindi giunto da Massimiliano Capitani (Pd), mentre Laura Zampa (Pd) ha proposto progetti per la valorizzazione delle pescherie del territorio. Infine Giampiero Panfili (Pdl) ha chiesto di verificare le modalità di ripartizione delle quote versate alla Regione dai pescatori attraverso il pagamento delle licenze.
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