Già 200 gli atleti iscritti- Novità di quest'anno, la crono individuale a Isola
(Cittadino e Provincia) – Piegaro, 13 aprile '15 - Una vera e propria “istituzione”. Per la comunità di Piegaro, Giuseppa Moro, detta Peppa, è un simbolo, un esempio di determinazione, generosità e carità cristiana. Per questo motivo, giunta all'invidiabile traguardo dei 100 anni, l'Amministrazione comunale le ha voluto rendere omaggio, presso la sua abitazione, attraverso la consegna di una targa ricordo, in segno di stima e apprezzamento. A Piegaro Peppa è infatti la donna combattente e caritatevole per eccellenza, animata da uno spirito votato al soccorso delle persone più deboli, emarginate e sole. Lo provano i fatti della sua lunga esistenza. Nata nell’anno dello scoppio della prima guerra mondiale, ha vissuto in prima persona i terribili momenti del secondo conflitto mondiale. Ha dato alla luce quattro figli: Albertina (classe 1937), Alberto (1939), Antonietta (1948) e Mauro (1952). Ha cresciuto i primi due da sola, in quanto il marito, Amilcare, impegnato al fronte (in Africa, Albania e in un campo di concentramento tedesco), è stato lontano da casa per oltre 9 anni, tornando solo per brevissimi periodi. In quei duri anni, per assicurare il sostentamento della famiglia, si adattava a fare di tutto. Era una donna bella e avvenente e proprio per questo, nel ’44 durante il passaggio del fronte a Piegaro, si narra che i contadini non volessero ospitarla perché preoccupati che la sua bellezza potesse attirare pericolose attenzioni. Al termine del secondo conflitto mondiale, insieme al marito dà vita ad un’attività commerciale ambulante. Ma ciò che fa di Peppa un personaggio unico è il suo grande cuore che la porta a preoccuparsi e dare ospitalità a chiunque avesse bisogno. Ha aperto le porte della sua casa a indigenti italiani e stranieri. Come Alfredo, un toscano incontrato per fiere, che per cinque anni è stato da lei trattato come un membro della famiglia, o Venanzio, della Costa D'Avorio, trovato rannicchiato sulle scale del campanile del paese. O il marocchino Mohamed che ha vissuto presso di lei per due anni e per il quale cucinava seguendo i dettami musulmani, per rispetto della sua religione. Si è sempre divisa tra famiglia e vicinanza ai più deboli: non c’è settimana che non faccia visita ai malati o non dia assistenza ai più sfortunati. Insomma, la sua vita fin qui è stata costellata di buone azioni così come voleva sua madre che le andava ripetendo: “Di quello che hai fanne sempre la metà, dividilo con gli altri. La carità non impoverisce mai”. Ancora oggi, nonostante la salute sia un po' compromessa, cuce, prega e va a messa ogni giorno.
Piegaro15009.ET
(Cittadino e Provincia) – Piegaro, 13 aprile '15 - Una vera e propria “istituzione”. Per la comunità di Piegaro, Giuseppa Moro, detta Peppa, è un simbolo, un esempio di determinazione, generosità e carità cristiana. Per questo motivo, giunta all'invidiabile traguardo dei 100 anni, l'Amministrazione comunale le ha voluto rendere omaggio, presso la sua abitazione, attraverso la consegna di una targa ricordo, in segno di stima e apprezzamento. A Piegaro Peppa è infatti la donna combattente e caritatevole per eccellenza, animata da uno spirito votato al soccorso delle persone più deboli, emarginate e sole. Lo provano i fatti della sua lunga esistenza. Nata nell’anno dello scoppio della prima guerra mondiale, ha vissuto in prima persona i terribili momenti del secondo conflitto mondiale. Ha dato alla luce quattro figli: Albertina (classe 1937), Alberto (1939), Antonietta (1948) e Mauro (1952). Ha cresciuto i primi due da sola, in quanto il marito, Amilcare, impegnato al fronte (in Africa, Albania e in un campo di concentramento tedesco), è stato lontano da casa per oltre 9 anni, tornando solo per brevissimi periodi. In quei duri anni, per assicurare il sostentamento della famiglia, si adattava a fare di tutto. Era una donna bella e avvenente e proprio per questo, nel ’44 durante il passaggio del fronte a Piegaro, si narra che i contadini non volessero ospitarla perché preoccupati che la sua bellezza potesse attirare pericolose attenzioni. Al termine del secondo conflitto mondiale, insieme al marito dà vita ad un’attività commerciale ambulante. Ma ciò che fa di Peppa un personaggio unico è il suo grande cuore che la porta a preoccuparsi e dare ospitalità a chiunque avesse bisogno. Ha aperto le porte della sua casa a indigenti italiani e stranieri. Come Alfredo, un toscano incontrato per fiere, che per cinque anni è stato da lei trattato come un membro della famiglia, o Venanzio, della Costa D'Avorio, trovato rannicchiato sulle scale del campanile del paese. O il marocchino Mohamed che ha vissuto presso di lei per due anni e per il quale cucinava seguendo i dettami musulmani, per rispetto della sua religione. Si è sempre divisa tra famiglia e vicinanza ai più deboli: non c’è settimana che non faccia visita ai malati o non dia assistenza ai più sfortunati. Insomma, la sua vita fin qui è stata costellata di buone azioni così come voleva sua madre che le andava ripetendo: “Di quello che hai fanne sempre la metà, dividilo con gli altri. La carità non impoverisce mai”. Ancora oggi, nonostante la salute sia un po' compromessa, cuce, prega e va a messa ogni giorno.
Piegaro15009.ET