Oggi la firma dell'accordo. De Marinis: "Sempre più necessarie le collaborazioni tra le forze dell'ordine"
Dopo quasi vent'anni, potrà cambiare la normativa europea sulla protezione dei dati personali. Modifiche che riguardano sia il settore privato, sia quello pubblico.
Il 25 gennaio scorso, infatti, la Commissione europea ha proposto una riforma globale della legislazione, che risale al 1995. L'obiettivo è rafforzare i diritti alla privacy on-line e stimolare l'economia digitale europea. Il Parlamento europeo dovrebbe discuterne già ad aprile, per concludere entro la fine dell'anno, durante il semestre di presidenza italiana del Consiglio europeo.
Le autorità del vecchio continente ritengono che sia necessario colmare l'enorme divario tra individui e aziende che utilizzano i dati personali. D'altra parte, nove europei su dieci (92%) si dicono preoccupati per le applicazioni mobili che raccolgono i propri dati senza il loro consenso. Sette europei su dieci, invece, esprimono perplessità sul potenziale uso delle informazioni.
La riforma della protezione dei dati rafforzerà i diritti dei cittadini e, quindi, contribuirà a diffondere, secondo la Commissione, maggiore fiducia.
Tra i contenuti della proposta vi sono: il diritto all'oblio (i dati che un cittadino non vuole in rete devono essere cancellati), un più facile accesso ai propri dati (quindi una maggiore portabilità), la dichiarazione esplicita al consenso nel trattamento dei dati (inaccettabile il silenzio assenso), il dovere di informare tempestivamente le autorità di vigilanza qualora vengano violate banche dati, l'adozione di impostazioni predefinite di privacy-friendly (soprattutto nei social network e con le applicazioni mobili).
Pubblicato il 14 febbraio 2014
Dopo quasi vent'anni, potrà cambiare la normativa europea sulla protezione dei dati personali. Modifiche che riguardano sia il settore privato, sia quello pubblico.
Il 25 gennaio scorso, infatti, la Commissione europea ha proposto una riforma globale della legislazione, che risale al 1995. L'obiettivo è rafforzare i diritti alla privacy on-line e stimolare l'economia digitale europea. Il Parlamento europeo dovrebbe discuterne già ad aprile, per concludere entro la fine dell'anno, durante il semestre di presidenza italiana del Consiglio europeo.
Le autorità del vecchio continente ritengono che sia necessario colmare l'enorme divario tra individui e aziende che utilizzano i dati personali. D'altra parte, nove europei su dieci (92%) si dicono preoccupati per le applicazioni mobili che raccolgono i propri dati senza il loro consenso. Sette europei su dieci, invece, esprimono perplessità sul potenziale uso delle informazioni.
La riforma della protezione dei dati rafforzerà i diritti dei cittadini e, quindi, contribuirà a diffondere, secondo la Commissione, maggiore fiducia.
Tra i contenuti della proposta vi sono: il diritto all'oblio (i dati che un cittadino non vuole in rete devono essere cancellati), un più facile accesso ai propri dati (quindi una maggiore portabilità), la dichiarazione esplicita al consenso nel trattamento dei dati (inaccettabile il silenzio assenso), il dovere di informare tempestivamente le autorità di vigilanza qualora vengano violate banche dati, l'adozione di impostazioni predefinite di privacy-friendly (soprattutto nei social network e con le applicazioni mobili).
Pubblicato il 14 febbraio 2014