Incontro in Provincia per esaminare luci e ombre; premiata la Croce Rossa. Guasticchi ai volontari: "Per l'Italia siete una bandiera"
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 6 luglio ’13 – “Un’orchestra incapace di suonare lo stesso spartito”: queste le parole usate da Ivo Fucelli, tra i primi “disaster manager” italiani, per definire il sistema attuale della protezione civile. “Un sistema perfetto, ma solo sulla carta”, in quanto nella realtà i molteplici soggetti che afferiscono a questo mondo (che partono dal semplice cittadino per arrivare alla presidenza del Consiglio dei Ministri), lo rendono estremamente composito ed eterogeneo. E pertanto di difficile gestione e coordinamento: un vero controsenso, se si pensa che agisce in situazioni in cui “perdere tempo si può tradurre in morte e distruzione”. E’ una protezione civile in chiaroscuro quella fotografata ieri pomeriggio nella Sala del Consiglio provinciale, in occasione della conferenza “Protezione civile 2.0”, durante la quale, alla presenza di numerosi volontari ed operatori, sono state esaminate luci ed ombre di questo sistema chiamato ad intervenire in situazioni di emergenza e calamità naturali. A portare la sua testimonanzia, come detto, Ivo Fucelli, funzionario prefettizio già delegato del presidente della Provincia di Perugia, da 25 anni impegnato nel settore. Oltre ad essere stato docente al corso di laurea in coordinamento dell’attività di protezione civile per le discipline di gestione del soccorso e organizzazione della logistica, Fucelli infatti in occasione del terremoto del ’97 fu nominato delegato prefettizio per la gestione dell’emergenza. A suo giudizio, la complessità tutta italiana del sistema di protezione civile, ripartito su tre livelli, dovrebbe essere compensata da una più intensa attività esercitativa, per non incorrere in ritardi che potrebbero tradursi in danni incalcolabili. Un’altra criticità, a suo avviso, deriva dall’aver trasferito agli enti territoriali la gran parte delle funzioni e responsabilità, così da generare troppe disparità tra una regione e l’altra. Fucelli ha inoltre puntato il dito contro la norma che, all’indomani degli scandali legati al sisma de L’Aquila, ha sottratto alla protezione civile il settore dei grandi eventi. “In altre parole – ha sostenuto – con l’acqua sporca è stato gettato anche il bambino”. Ma non sono tutte ombre. Rimane immutato per esempio l’encomiabile impegno del nutrito esercito di volontari che opera nel settore. Per questo, nella stessa giornata di ieri, la Provincia di Perugia, attraverso il suo presidente Marco Vinicio Guasticchi, e l’assessore alla protezione civile Roberto Bertini, ha voluto consegnare i riconoscimenti di “Provincia amica …del volontariato” al Comitato regionale e ai comitati provinciali della Croce Rossa Italiana. “Voi rappresentate una bandiera, un’icona per il nostro paese”, ha sostenuto Guasticchi rivolgendosi alla platea dei volontari. “La Croce Rossa – ha proseguito il presidente – dalla sua nascita (1864) è sempre stata protagonista in positivo delle più grandi tragedie umane. La solidarietà che voi rappresentate rimane un punto fermo in questa Italia della schizzofrenia”. L’assessore Bertini ha ricordato come la Provincia di Perugia sia stata tra i primi enti a sottoscrivere un accordo di collaborazione con la Cri nella definizione dei piani comunali di protezione civile che produce effetti di grande valore. L’assessore ha inoltre sottolineato l’efficienza del sistema umbro di protezione civile riconosciuto a livello nazionale. Anche per il presidente regionale della Cri Paolo Scura e per il delegato per l’emergenza Fabrizio Comodini, l’accordo con la Provincia ha segnato una svolta per l’associazione, in quanto per la prima volta essa è stata coinvolta anche in attività di prevenzione.
OI13291.ET
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 6 luglio ’13 – “Un’orchestra incapace di suonare lo stesso spartito”: queste le parole usate da Ivo Fucelli, tra i primi “disaster manager” italiani, per definire il sistema attuale della protezione civile. “Un sistema perfetto, ma solo sulla carta”, in quanto nella realtà i molteplici soggetti che afferiscono a questo mondo (che partono dal semplice cittadino per arrivare alla presidenza del Consiglio dei Ministri), lo rendono estremamente composito ed eterogeneo. E pertanto di difficile gestione e coordinamento: un vero controsenso, se si pensa che agisce in situazioni in cui “perdere tempo si può tradurre in morte e distruzione”. E’ una protezione civile in chiaroscuro quella fotografata ieri pomeriggio nella Sala del Consiglio provinciale, in occasione della conferenza “Protezione civile 2.0”, durante la quale, alla presenza di numerosi volontari ed operatori, sono state esaminate luci ed ombre di questo sistema chiamato ad intervenire in situazioni di emergenza e calamità naturali. A portare la sua testimonanzia, come detto, Ivo Fucelli, funzionario prefettizio già delegato del presidente della Provincia di Perugia, da 25 anni impegnato nel settore. Oltre ad essere stato docente al corso di laurea in coordinamento dell’attività di protezione civile per le discipline di gestione del soccorso e organizzazione della logistica, Fucelli infatti in occasione del terremoto del ’97 fu nominato delegato prefettizio per la gestione dell’emergenza. A suo giudizio, la complessità tutta italiana del sistema di protezione civile, ripartito su tre livelli, dovrebbe essere compensata da una più intensa attività esercitativa, per non incorrere in ritardi che potrebbero tradursi in danni incalcolabili. Un’altra criticità, a suo avviso, deriva dall’aver trasferito agli enti territoriali la gran parte delle funzioni e responsabilità, così da generare troppe disparità tra una regione e l’altra. Fucelli ha inoltre puntato il dito contro la norma che, all’indomani degli scandali legati al sisma de L’Aquila, ha sottratto alla protezione civile il settore dei grandi eventi. “In altre parole – ha sostenuto – con l’acqua sporca è stato gettato anche il bambino”. Ma non sono tutte ombre. Rimane immutato per esempio l’encomiabile impegno del nutrito esercito di volontari che opera nel settore. Per questo, nella stessa giornata di ieri, la Provincia di Perugia, attraverso il suo presidente Marco Vinicio Guasticchi, e l’assessore alla protezione civile Roberto Bertini, ha voluto consegnare i riconoscimenti di “Provincia amica …del volontariato” al Comitato regionale e ai comitati provinciali della Croce Rossa Italiana. “Voi rappresentate una bandiera, un’icona per il nostro paese”, ha sostenuto Guasticchi rivolgendosi alla platea dei volontari. “La Croce Rossa – ha proseguito il presidente – dalla sua nascita (1864) è sempre stata protagonista in positivo delle più grandi tragedie umane. La solidarietà che voi rappresentate rimane un punto fermo in questa Italia della schizzofrenia”. L’assessore Bertini ha ricordato come la Provincia di Perugia sia stata tra i primi enti a sottoscrivere un accordo di collaborazione con la Cri nella definizione dei piani comunali di protezione civile che produce effetti di grande valore. L’assessore ha inoltre sottolineato l’efficienza del sistema umbro di protezione civile riconosciuto a livello nazionale. Anche per il presidente regionale della Cri Paolo Scura e per il delegato per l’emergenza Fabrizio Comodini, l’accordo con la Provincia ha segnato una svolta per l’associazione, in quanto per la prima volta essa è stata coinvolta anche in attività di prevenzione.
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