(Cittadino e Provincia – Perugia, 8 novembre ’12) – L’esigenza di una forte mobilitazione, che si svilupperà nelle prossime settimane, è quanto emerge dall’assemblea dell’UPI – Unione Province Italiane a cui sono presenti presidenti delle giunte e dei consigli provinciali, in corso oggi (8 novembre) a Roma e che affronta la questione del decreto di riordino delle Province. L’assessore provinciale Piero Mignini, che ha preso parte ai lavori dell’assemblea, ha parlato di ‘decreto inaccettabile’. “Sono previste – ha detto Mignini – già dalle prossime settimane alcune iniziative per chiedere al Governo una serie di modifiche di carattere territoriale perché, pur riconoscendo non condivisibili i parametri di sopravvivenza delle Province, si è andati ad affrontare una serie di eccezioni e non si è tenuto conto della peculiarità dell’Umbria e si è andati alla soppressione della Provincia di Terni. Al contrario, appunto, delle eccezioni suddette”. “Inoltre – ha aggiunto Mignini – chiederemo con forza il mantenimento delle Giunte provinciali nella loro completezza, e non solo della figura del Presidente, così come prevede il decreto che prefigurerebbe di fatto un commissariamento dell’Ente e di conseguenza un suo svuotamento istituzionale. Si chiederà di permettere ad un organismo regolarmente eletto dai cittadini di poter continuare a svolgere le proprie funzioni e completare il proprio programma di mandato sino al raggiungimento della naturale data di scadenza della consiliatura. Saremo pronti a dimostrare, dati e conti alla mano, che questo decreto di riordino non comporta alcun risparmio ma, anzi, comporta un aggravio di costi”. “Chiederemo anche in Umbria così come in tutta Italia – conclude Mignini – una serie di incontri con i parlamentari eletti a cui sottoporremo l’esigenza di non sostenere questo decreto che, come ripeto, è inaccettabile così come prodotto da un Governo pasticcione ed autoritario così come sono inaccettabili i gravi tagli che si traducono in tagli ai servizi. Chiederemo, inoltre, ai parlamentari di non votare il decreto, se non modificato”.
Oi12653.GC
(Cittadino e Provincia – Perugia, 8 novembre ’12) – L’esigenza di una forte mobilitazione, che si svilupperà nelle prossime settimane, è quanto emerge dall’assemblea dell’UPI – Unione Province Italiane a cui sono presenti presidenti delle giunte e dei consigli provinciali, in corso oggi (8 novembre) a Roma e che affronta la questione del decreto di riordino delle Province. L’assessore provinciale Piero Mignini, che ha preso parte ai lavori dell’assemblea, ha parlato di ‘decreto inaccettabile’. “Sono previste – ha detto Mignini – già dalle prossime settimane alcune iniziative per chiedere al Governo una serie di modifiche di carattere territoriale perché, pur riconoscendo non condivisibili i parametri di sopravvivenza delle Province, si è andati ad affrontare una serie di eccezioni e non si è tenuto conto della peculiarità dell’Umbria e si è andati alla soppressione della Provincia di Terni. Al contrario, appunto, delle eccezioni suddette”. “Inoltre – ha aggiunto Mignini – chiederemo con forza il mantenimento delle Giunte provinciali nella loro completezza, e non solo della figura del Presidente, così come prevede il decreto che prefigurerebbe di fatto un commissariamento dell’Ente e di conseguenza un suo svuotamento istituzionale. Si chiederà di permettere ad un organismo regolarmente eletto dai cittadini di poter continuare a svolgere le proprie funzioni e completare il proprio programma di mandato sino al raggiungimento della naturale data di scadenza della consiliatura. Saremo pronti a dimostrare, dati e conti alla mano, che questo decreto di riordino non comporta alcun risparmio ma, anzi, comporta un aggravio di costi”. “Chiederemo anche in Umbria così come in tutta Italia – conclude Mignini – una serie di incontri con i parlamentari eletti a cui sottoporremo l’esigenza di non sostenere questo decreto che, come ripeto, è inaccettabile così come prodotto da un Governo pasticcione ed autoritario così come sono inaccettabili i gravi tagli che si traducono in tagli ai servizi. Chiederemo, inoltre, ai parlamentari di non votare il decreto, se non modificato”.
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