(Cittadino e Provincia – Perugia, 31 gennaio ’12) – “Siamo qui per ribadire con forza, in questa giornata di mobilitazione, la centralità e il ruolo delle Province che, oggi, devono essere ridefinite in un’ottica di riorganizzazione, riducendo e contenendo i costi: non si possono cancellare, con un colpo di spugna, Enti di natura elettiva che hanno assolto una funzione storica in questi 150 anni di storia italiana. Senza contare che in tutti questi anni, sono diventati motore dello sviluppo ed abolirli vuol dire bloccare gli investimenti. Riorganizzazione delle Province, quindi, nuova governance e riduzione dei costi della politica”. Marco Vinicio Guasticchi, dopo l’introduzione del presidente Giacomo Leonelli che ha ricordato l’operato di Oscar Luigi Scalfaro, ha aperto i lavori del Consiglio Provinciale Aperto in programma presso al Centro Congressi ‘Aldo Capitini’ di Perugia, titolato ‘L’Italia senza le Province’, per condurre la battaglia a tutela del ruolo dell’Istituzione Provincia la cui dignità è stata troppo e ingiustamente calpestata. “Non ci vogliamo barricare in una strenua difesa della Provincia tout court, ma rilanciarne il ruolo significativo e importante e ribadirne l’utilità, troppo spesso e in maniera superficiale, messa in discussione, anche a causa della non conoscenza di quanto l’Ente ogni giorno si spende per il bene della collettività tutta. Vogliamo far capire che affrontare il problema dei costi della politica, non è sinonimo di abolizione delle Province, i veri costi della politica sono annidati altrove: basti ad esempio prendere atto di un dato che ripetiamo sempre, quello del costo di enti intermedi non elettivi che ammonta a ben 7 miliardi di euro”. “L’operazione verità promossa dall’Upi – aggiunge Guasticchi - deve far luce non solo sui veri costi del nostro Ente e sulle falsità relative ai risparmi in caso di abrogazione, ma anche sul suo valore, sulla sua utilità e sui servizi che rende ai cittadini. Stamattina davanti alle nostre scuole ci sono le pattuglie della Polizia Provinciale per combattere contro droga e bullismo, con l’emergenza maltempo in arrivo sono i nostri operatori ad essersi attrezzati per fronteggiarlo e garantire il transito sulle strade. E sono sempre i nostri dipendenti a scendere in campo per tutelare l’ambiente e controllare il territorio, che lavorano per la sicurezza degli edifici scolastici, che creano opportunità nel mondo del lavoro attraverso i Centri per l’Impiego, che offrono servizi efficienti ai cittadini attraverso gli Sportelli Polifunzionali e che si adoperano perché le strade provinciali siano al massimo della sicurezza possibile, con le poche risorse a disposizione”. “Se si vorrà procedere nella direzione sbagliata – sottolinea Guasticchi – dovremo fare i conti addirittura con un aggravio della spesa pubblica: si parla di un minimo del 25% in più, che si avrebbe dal passaggio dei dipendenti provinciali alle Regioni o dal trasferimento di competenze di area vasta ai Comuni. Senza contare il caos istituzionale che inevitabilmente si verrà a creare in un contesto in cui l’Italia fosse senza le Province”.
Oi12068.GC
(Cittadino e Provincia – Perugia, 31 gennaio ’12) – “Siamo qui per ribadire con forza, in questa giornata di mobilitazione, la centralità e il ruolo delle Province che, oggi, devono essere ridefinite in un’ottica di riorganizzazione, riducendo e contenendo i costi: non si possono cancellare, con un colpo di spugna, Enti di natura elettiva che hanno assolto una funzione storica in questi 150 anni di storia italiana. Senza contare che in tutti questi anni, sono diventati motore dello sviluppo ed abolirli vuol dire bloccare gli investimenti. Riorganizzazione delle Province, quindi, nuova governance e riduzione dei costi della politica”. Marco Vinicio Guasticchi, dopo l’introduzione del presidente Giacomo Leonelli che ha ricordato l’operato di Oscar Luigi Scalfaro, ha aperto i lavori del Consiglio Provinciale Aperto in programma presso al Centro Congressi ‘Aldo Capitini’ di Perugia, titolato ‘L’Italia senza le Province’, per condurre la battaglia a tutela del ruolo dell’Istituzione Provincia la cui dignità è stata troppo e ingiustamente calpestata. “Non ci vogliamo barricare in una strenua difesa della Provincia tout court, ma rilanciarne il ruolo significativo e importante e ribadirne l’utilità, troppo spesso e in maniera superficiale, messa in discussione, anche a causa della non conoscenza di quanto l’Ente ogni giorno si spende per il bene della collettività tutta. Vogliamo far capire che affrontare il problema dei costi della politica, non è sinonimo di abolizione delle Province, i veri costi della politica sono annidati altrove: basti ad esempio prendere atto di un dato che ripetiamo sempre, quello del costo di enti intermedi non elettivi che ammonta a ben 7 miliardi di euro”. “L’operazione verità promossa dall’Upi – aggiunge Guasticchi - deve far luce non solo sui veri costi del nostro Ente e sulle falsità relative ai risparmi in caso di abrogazione, ma anche sul suo valore, sulla sua utilità e sui servizi che rende ai cittadini. Stamattina davanti alle nostre scuole ci sono le pattuglie della Polizia Provinciale per combattere contro droga e bullismo, con l’emergenza maltempo in arrivo sono i nostri operatori ad essersi attrezzati per fronteggiarlo e garantire il transito sulle strade. E sono sempre i nostri dipendenti a scendere in campo per tutelare l’ambiente e controllare il territorio, che lavorano per la sicurezza degli edifici scolastici, che creano opportunità nel mondo del lavoro attraverso i Centri per l’Impiego, che offrono servizi efficienti ai cittadini attraverso gli Sportelli Polifunzionali e che si adoperano perché le strade provinciali siano al massimo della sicurezza possibile, con le poche risorse a disposizione”. “Se si vorrà procedere nella direzione sbagliata – sottolinea Guasticchi – dovremo fare i conti addirittura con un aggravio della spesa pubblica: si parla di un minimo del 25% in più, che si avrebbe dal passaggio dei dipendenti provinciali alle Regioni o dal trasferimento di competenze di area vasta ai Comuni. Senza contare il caos istituzionale che inevitabilmente si verrà a creare in un contesto in cui l’Italia fosse senza le Province”.
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