In relazione allo stop alla conversione in legge del decreto di riordino delle Province, il Presidente dell'UPI - Unione Province Italiane dell'Umbria e Presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi dichiara: "Un decreto nato male e finito peggio..."
In relazione allo stop alla conversione in legge del decreto di riordino delle Province, il Presidente dell’UPI – Unione Province Italiane dell’Umbria e Presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi dichiara: “Un decreto nato male e finito peggio che non si è avuto il coraggio di approvare”. “Non si è voluto tenere conto delle proposte che vennero avanzate al presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti dall’Upi nazionale sulla base dei dati elaborati dalla Università ‘Bocconi’ di Milano, e resi noti attraverso un nutrito dossier, in merito ai reali costi e alle effettive funzioni delle Province. Ne è seguito un autentico stillicidio demagogico di questo livello istituzionale a cui sono stati attribuiti tutti i disastri e gli sperperi che hanno contraddistinto il nostro Paese anche negli ultimi anni”. “In questo momento siamo in un ingorgo istituzionale dal quale speriamo di poter uscire per non mettere a rischio i servizi contemplati dalle nostre funzioni, in particolare quelle più importanti relative all’edilizia scolastica, alla viabilità, alla tutela dell’ambiente. Infatti, se dovesse ancora permanere questo stato di cose, ci verremo a trovare in un vero e proprio caos istituzionale dove le giunte non verrebbero a decadere e potrebbero continuare a lavorare. Ma non si sa bene su cosa, visto che sarebbero senza funzioni. Si è voluto insistere sulle Province facendole diventare un capro espiatorio di una situazione da sanare con un risultato che è sotto gli occhi di tutti: gli sprechi restano intatti dove sono e le Province e i servizi da loro erogati vengono paralizzati”. “E’ urgente che si intervenga immediatamente con adeguati correttivi istituzionali e soluzioni per reperire le necessarie risorse per la gestione delle deleghe in capo alla Provincia. Ma, soprattutto, il prossimo Governo dovrà avere il coraggio di riformare e andare verso il riordino complessivo dell’ordinamento istituzionale, partendo dal Parlamento fino ai piccoli Comuni, e non solo le Province. L’unico elemento positivo in questa caotica situazione è il mantenimento della Provincia di Terni la cui cancellazione avrebbe rappresentato un grosso errore. Questo fatto permetterà di continuare a gestire il territorio umbro in modo omogeneo e funzionale”.
In relazione allo stop alla conversione in legge del decreto di riordino delle Province, il Presidente dell’UPI – Unione Province Italiane dell’Umbria e Presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi dichiara: “Un decreto nato male e finito peggio che non si è avuto il coraggio di approvare”. “Non si è voluto tenere conto delle proposte che vennero avanzate al presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti dall’Upi nazionale sulla base dei dati elaborati dalla Università ‘Bocconi’ di Milano, e resi noti attraverso un nutrito dossier, in merito ai reali costi e alle effettive funzioni delle Province. Ne è seguito un autentico stillicidio demagogico di questo livello istituzionale a cui sono stati attribuiti tutti i disastri e gli sperperi che hanno contraddistinto il nostro Paese anche negli ultimi anni”. “In questo momento siamo in un ingorgo istituzionale dal quale speriamo di poter uscire per non mettere a rischio i servizi contemplati dalle nostre funzioni, in particolare quelle più importanti relative all’edilizia scolastica, alla viabilità, alla tutela dell’ambiente. Infatti, se dovesse ancora permanere questo stato di cose, ci verremo a trovare in un vero e proprio caos istituzionale dove le giunte non verrebbero a decadere e potrebbero continuare a lavorare. Ma non si sa bene su cosa, visto che sarebbero senza funzioni. Si è voluto insistere sulle Province facendole diventare un capro espiatorio di una situazione da sanare con un risultato che è sotto gli occhi di tutti: gli sprechi restano intatti dove sono e le Province e i servizi da loro erogati vengono paralizzati”. “E’ urgente che si intervenga immediatamente con adeguati correttivi istituzionali e soluzioni per reperire le necessarie risorse per la gestione delle deleghe in capo alla Provincia. Ma, soprattutto, il prossimo Governo dovrà avere il coraggio di riformare e andare verso il riordino complessivo dell’ordinamento istituzionale, partendo dal Parlamento fino ai piccoli Comuni, e non solo le Province. L’unico elemento positivo in questa caotica situazione è il mantenimento della Provincia di Terni la cui cancellazione avrebbe rappresentato un grosso errore. Questo fatto permetterà di continuare a gestire il territorio umbro in modo omogeneo e funzionale”.