Commissioni avviano esame documento. Il 23 aprile l'approvazione in Consiglio
(Cittadino e Provincia) Perugia 16 aprile ’13 - Due anni fa circa, la Provincia di Perugia ha inserito nel proprio Statuto il principio dell’acqua come “bene comune”, universalmente destinato e quindi non sottoponibile a logiche mercantili. Una battaglia di civiltà, sentita dai cittadini, fortemente voluta e vinta dal Gruppo provinciale del PRC, che ha fatto il paio con la vittoria al referendum del 12 e 13 giugno 2011 e con i significativi risultati ottenuti rispetto alla vicenda del deposito cauzionale, problema in merito al quale il Gruppo provinciale del PRC era intervenuto fin dal 2009, per primo, con un Ordine del Giorno approvato dal neoeletto Consiglio provinciale tra i suoi primissimi atti. A distanza di quasi due anni, è doveroso interrogarsi sui risultati concreti della pur vittoriosa tornata referendaria per la difesa dell’acqua pubblica e sui modi in cui la Provincia di Perugia e altre Istituzioni si sono impegnate fattivamente per rendere reali ed effettivi diritti espressamente sanciti. E’ necessario farlo anche in considerazione del fatto che forze politiche come il “Movimento 5 stelle”, che si riempono la bocca quotidianamente con espressioni come “beni comuni” e via di questo passo, non hanno ancora prodotto un solo atto concreto a difesa dei cittadini e dei consumatori su un ambito così delicato e fondamentale. Ci chiediamo a cosa serva e a chi giovi la demagogia “grillino”, quando a questa si accompagna, da parte dei “grillini” stessi, il più totale immobilismo rispetto ad atti concreti per far passare i quali si avrebbero tutti i numeri necessari. Continua la farsa, purtroppo, e in mezzo a questa farsa parlano i fatti. Il primo: l’Autorità per l’energia e il gas, solo dal 1° marzo 2013 ha approntato gli atti necessari per il rimborso degli utenti del servizio idrico della componente tariffaria della bolletta comprendente la “remunerazione del capitale”, per volontà referendaria non più a carico dei cittadini – utenti dal giugno 2011. Un ritardo che ha coinvolto, nei nostri territori, anche i gestori locali e che, alla fine, ha prodotto risultati inferiori alle aspettative : le bollette continuano ad essere quelle del periodo pre–referendum, senza lo scorporo dalla tariffa della parte inerente la “remunerazione del capitale”, a tutto danno del consumatore. A livello nazionale, recentemente, si è deciso che la restituzione riguarderà solo il periodo 21 luglio – 31 dicembre 2011 e ammonterà al 7% non della bolletta, come recitava il quesito referendario, ma il 7% del capitale investito. Per il biennio 2012 – 2013 entrerà in vigore dal prossimo giugno (così è stato detto ufficialmente) un nuovo criterio di calcolo che sarà applicato retroattivamente. Non è tutto: da più parti si lamentano bollette esageratamente salate, nelle nostre realtà come in altre, dove è “Umbra Acque” a gestire il servizio idrico e dove invece sono presenti altri soggetti. E’ ora di fare la massima chiarezza su questo! Si deve andare in profondità, analizzando tariffe, agevolazioni e quant’altro. Di più: giungono pure voci di distacchi di utenze, fatto questo inaccettabile e sul quale, qualora si intendano prendere decisioni avventate, il Gruppo provinciale del PRC andrà all’attacco, in tutti i modi e in tutte le forme previste dalla democrazia, consapevole del carattere assolutamente vitale dell’acqua, diritto inalienabile sancito da documenti nazionali e sovranazionali. Vigileremo affinché vengano garantiti i diritti dei cittadini, con decisioni conseguenti e coerenti con il dettato del referendum. Troppe volte i quesiti referendari sono rimasti lettera morta o sono stati annullati da scappatoie subdole e politicistiche: non si aggiunga alla lunga lista anche quello sull’acqua “bene comune”, vinto a stragrande maggioranza dal popolo italiano.
GC13175.red
(Cittadino e Provincia) Perugia 16 aprile ’13 - Due anni fa circa, la Provincia di Perugia ha inserito nel proprio Statuto il principio dell’acqua come “bene comune”, universalmente destinato e quindi non sottoponibile a logiche mercantili. Una battaglia di civiltà, sentita dai cittadini, fortemente voluta e vinta dal Gruppo provinciale del PRC, che ha fatto il paio con la vittoria al referendum del 12 e 13 giugno 2011 e con i significativi risultati ottenuti rispetto alla vicenda del deposito cauzionale, problema in merito al quale il Gruppo provinciale del PRC era intervenuto fin dal 2009, per primo, con un Ordine del Giorno approvato dal neoeletto Consiglio provinciale tra i suoi primissimi atti. A distanza di quasi due anni, è doveroso interrogarsi sui risultati concreti della pur vittoriosa tornata referendaria per la difesa dell’acqua pubblica e sui modi in cui la Provincia di Perugia e altre Istituzioni si sono impegnate fattivamente per rendere reali ed effettivi diritti espressamente sanciti. E’ necessario farlo anche in considerazione del fatto che forze politiche come il “Movimento 5 stelle”, che si riempono la bocca quotidianamente con espressioni come “beni comuni” e via di questo passo, non hanno ancora prodotto un solo atto concreto a difesa dei cittadini e dei consumatori su un ambito così delicato e fondamentale. Ci chiediamo a cosa serva e a chi giovi la demagogia “grillino”, quando a questa si accompagna, da parte dei “grillini” stessi, il più totale immobilismo rispetto ad atti concreti per far passare i quali si avrebbero tutti i numeri necessari. Continua la farsa, purtroppo, e in mezzo a questa farsa parlano i fatti. Il primo: l’Autorità per l’energia e il gas, solo dal 1° marzo 2013 ha approntato gli atti necessari per il rimborso degli utenti del servizio idrico della componente tariffaria della bolletta comprendente la “remunerazione del capitale”, per volontà referendaria non più a carico dei cittadini – utenti dal giugno 2011. Un ritardo che ha coinvolto, nei nostri territori, anche i gestori locali e che, alla fine, ha prodotto risultati inferiori alle aspettative : le bollette continuano ad essere quelle del periodo pre–referendum, senza lo scorporo dalla tariffa della parte inerente la “remunerazione del capitale”, a tutto danno del consumatore. A livello nazionale, recentemente, si è deciso che la restituzione riguarderà solo il periodo 21 luglio – 31 dicembre 2011 e ammonterà al 7% non della bolletta, come recitava il quesito referendario, ma il 7% del capitale investito. Per il biennio 2012 – 2013 entrerà in vigore dal prossimo giugno (così è stato detto ufficialmente) un nuovo criterio di calcolo che sarà applicato retroattivamente. Non è tutto: da più parti si lamentano bollette esageratamente salate, nelle nostre realtà come in altre, dove è “Umbra Acque” a gestire il servizio idrico e dove invece sono presenti altri soggetti. E’ ora di fare la massima chiarezza su questo! Si deve andare in profondità, analizzando tariffe, agevolazioni e quant’altro. Di più: giungono pure voci di distacchi di utenze, fatto questo inaccettabile e sul quale, qualora si intendano prendere decisioni avventate, il Gruppo provinciale del PRC andrà all’attacco, in tutti i modi e in tutte le forme previste dalla democrazia, consapevole del carattere assolutamente vitale dell’acqua, diritto inalienabile sancito da documenti nazionali e sovranazionali. Vigileremo affinché vengano garantiti i diritti dei cittadini, con decisioni conseguenti e coerenti con il dettato del referendum. Troppe volte i quesiti referendari sono rimasti lettera morta o sono stati annullati da scappatoie subdole e politicistiche: non si aggiunga alla lunga lista anche quello sull’acqua “bene comune”, vinto a stragrande maggioranza dal popolo italiano.
GC13175.red