(Cittadino e Provincia) – Perugia 7 marzo 2013 – “La Regione Umbria –afferma in una mozione il capogruppo del Prc in Consiglio Provinciale Luca Baldelli - ha abrogato la Legge n. 24 del 2004, “Assegno di cura per l’assistenza a domicilio di anziani gravemente non autosufficienti “, rendendo di fatto impossibile l’accesso, da parte di tante famiglie, alle risorse del Fondo per la non autosufficienza . L’Umbria, con la Legge regionale 9 del 2008, è stata tra le ultime Regioni d’Italia ad adottare il suddetto Fondo per la non autosufficienza, precisando anche le modalità di attingimento al medesimo da parte delle famiglie bisognose. Tale Legge ha costituito da un lato un passo avanti notevole, verso l’affermazione di un concetto di cura alla persona nel quale la dimensione familiare e domestica diventa determinante e privilegiata, ma , d’altro canto, non è stata mai accompagnata da una dotazione finanziaria adeguata, tale da garantire alle famiglie l’effettiva possibilità di prendere in carico i soggetti bisognosi di cure in casa, senza sradicare le persone dai loro contesti abituali di vita e senza dover forzatamente ricorrere a strutture spesso costose ( Residenze, Istituti, Ospizi ), con tariffe e rette pesanti per i percettori di redditi medio – bassi, specialmente in questa fase di crisi. Un ‘altra Legge regionale, la n. 28 del 2007, nel suo spirito doveva anch’essa venire in soccorso alle famiglie con problemi di disabilità e disagi nel loro contesto, prevedendo adeguati stanziamenti per l’abbattimento degli oneri contributivi e previdenziali a carico delle famiglie che ricorrono ai servizi delle badanti. Queste situazioni di abolizione di dettati legislativi socialmente rilevanti da un lato, di inosservanza di Leggi vigenti dall’altro, non hanno certo qualificato positivamente l’immagine della Regione Umbria e hanno, allo stesso tempo, costretto tantissime famiglie a optare per strutture di ricovero dove i costi per l’assistenza sono sovente altissimi, variando da 1500 fino a 10.000 euro al mese. Altre Regioni d’Italia, spesso con livelli di servizi e qualità dell’assistenza socio – sanitaria complessiva nemmeno paragonabili a quelli della nostra Regione, offrono alle famiglie con disabili cifre che vanno dai 300 ai 1800 euro al mese, rendendo una realtà concretamente vissuta, e non uno slogan , le cure e l’assistenza a domicilio. Attorno a questo tema la sensibilità del corpo sociale sta crescendo, intercettata da Associazioni e movimenti che non hanno esitato ad intraprendere iniziative di lotta, con manifestazioni e presidi in vari punti della nostra Regione”. Baldelli chiede quindi un impegno della Giunta Provinciale Per “Intraprendere contatti con la Regione Umbria per affrontare in maniera condivisa e sinergica le problematiche evidenziate, attraverso un’iniziativa comune che rilanci il tema delle cure e dell’assistenza a domicilio a beneficio delle famiglie con soggetti diversamente abili e / o non autosufficienti ; adoperarsi per una nuova Legge regionale che, in tempi rapidi, anche con l’appoggio di possibili capitoli di spesa del bilancio statale, istituisca in Umbria nuove forme di assegno di cura a beneficio delle famiglie bisognose, con dotazioni finanziarie comunque adeguate alle necessità e parametrate ai redditi dei potenziali beneficiari; profondere ogni impegno utile affinchè, in maniera congiunta e condivisa, venga resa effettiva, anche in questo caso con congrui stanziamenti di risorse, la Legge n. 28 del 2007 sulle agevolazioni contributive e previdenziali a beneficio delle famiglie che ricorrono ai servizi di badantato, anche facendo riferimento al positivo ruolo della Provincia nel Progetto FASI, concepito e attuato in cooperazione con il Ministero del Lavoro della Romania”.
Gc13091.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia 7 marzo 2013 – “La Regione Umbria –afferma in una mozione il capogruppo del Prc in Consiglio Provinciale Luca Baldelli - ha abrogato la Legge n. 24 del 2004, “Assegno di cura per l’assistenza a domicilio di anziani gravemente non autosufficienti “, rendendo di fatto impossibile l’accesso, da parte di tante famiglie, alle risorse del Fondo per la non autosufficienza . L’Umbria, con la Legge regionale 9 del 2008, è stata tra le ultime Regioni d’Italia ad adottare il suddetto Fondo per la non autosufficienza, precisando anche le modalità di attingimento al medesimo da parte delle famiglie bisognose. Tale Legge ha costituito da un lato un passo avanti notevole, verso l’affermazione di un concetto di cura alla persona nel quale la dimensione familiare e domestica diventa determinante e privilegiata, ma , d’altro canto, non è stata mai accompagnata da una dotazione finanziaria adeguata, tale da garantire alle famiglie l’effettiva possibilità di prendere in carico i soggetti bisognosi di cure in casa, senza sradicare le persone dai loro contesti abituali di vita e senza dover forzatamente ricorrere a strutture spesso costose ( Residenze, Istituti, Ospizi ), con tariffe e rette pesanti per i percettori di redditi medio – bassi, specialmente in questa fase di crisi. Un ‘altra Legge regionale, la n. 28 del 2007, nel suo spirito doveva anch’essa venire in soccorso alle famiglie con problemi di disabilità e disagi nel loro contesto, prevedendo adeguati stanziamenti per l’abbattimento degli oneri contributivi e previdenziali a carico delle famiglie che ricorrono ai servizi delle badanti. Queste situazioni di abolizione di dettati legislativi socialmente rilevanti da un lato, di inosservanza di Leggi vigenti dall’altro, non hanno certo qualificato positivamente l’immagine della Regione Umbria e hanno, allo stesso tempo, costretto tantissime famiglie a optare per strutture di ricovero dove i costi per l’assistenza sono sovente altissimi, variando da 1500 fino a 10.000 euro al mese. Altre Regioni d’Italia, spesso con livelli di servizi e qualità dell’assistenza socio – sanitaria complessiva nemmeno paragonabili a quelli della nostra Regione, offrono alle famiglie con disabili cifre che vanno dai 300 ai 1800 euro al mese, rendendo una realtà concretamente vissuta, e non uno slogan , le cure e l’assistenza a domicilio. Attorno a questo tema la sensibilità del corpo sociale sta crescendo, intercettata da Associazioni e movimenti che non hanno esitato ad intraprendere iniziative di lotta, con manifestazioni e presidi in vari punti della nostra Regione”. Baldelli chiede quindi un impegno della Giunta Provinciale Per “Intraprendere contatti con la Regione Umbria per affrontare in maniera condivisa e sinergica le problematiche evidenziate, attraverso un’iniziativa comune che rilanci il tema delle cure e dell’assistenza a domicilio a beneficio delle famiglie con soggetti diversamente abili e / o non autosufficienti ; adoperarsi per una nuova Legge regionale che, in tempi rapidi, anche con l’appoggio di possibili capitoli di spesa del bilancio statale, istituisca in Umbria nuove forme di assegno di cura a beneficio delle famiglie bisognose, con dotazioni finanziarie comunque adeguate alle necessità e parametrate ai redditi dei potenziali beneficiari; profondere ogni impegno utile affinchè, in maniera congiunta e condivisa, venga resa effettiva, anche in questo caso con congrui stanziamenti di risorse, la Legge n. 28 del 2007 sulle agevolazioni contributive e previdenziali a beneficio delle famiglie che ricorrono ai servizi di badantato, anche facendo riferimento al positivo ruolo della Provincia nel Progetto FASI, concepito e attuato in cooperazione con il Ministero del Lavoro della Romania”.
Gc13091.red