Buone Pratiche a confronto - 'Comunicare e favorire il valore dell'integrazione'
(Cittadino e Provincia) – Perugia 22 maggio 2012 – “Il Consiglio provinciale aperto sulle tematiche della sicurezza – afferma una nota il Capogruppo del Prc in Consiglio Provinciale Luca Baldelli - che si è tenuto in data 17 maggio, è stata una tappa importante, fondamentale, per la collettività umbra, checché ne dica qualche detrattore e qualche osservatore distratto . Ora, però, non può valere il detto “ finita la festa, gabbato lo santo “ : vanno incrementati gli sforzi coordinati di tutti Corpi dello Stato e di tutte le Istituzioni per far sì che la grande criminalità, che controlla e manipola la piccola criminalità al fine di deviare l’attenzione della collettività dai suoi disegni delittuosi, dalle sue attività illecite su larga scala, venga sconfitta e cancellata dai nostri territori. Come Partito siamo stati i primi, mentre il centrodestra al governo tagliava i fondi anche per la benzina delle auto dei Carabinieri e della Polizia, a sollecitare una vera, integrata e coerente politica di sicurezza democratica, coscienti , come siamo, che la sicurezza è un problema strettamente legato alla presenza delle mafie sul territorio e la sua mancanza va a colpire inevitabilmente i livelli di convivenza civile. Chi guida i processi della ristrutturazione capitalistica e di rafforzamento del dominio del capitale finanziario ha bisogno di città spopolate, insicure, con contenitori urbanistici e piazze in mano a pochi danarosi, perché nel frattempo chi vive del proprio lavoro, minacciato dalla criminalità, se n’è andato ; chi guida quei processi vuole fomentare guerre tra poveri per poi godersi in santa pace il bottino: a questo progetto, la sinistra radicale e di alternativa deve rispondere chiedendo maggior presenza nelle periferie ( dove maggiormente alberga il degrado )di servizi, attività coinvolgenti il tessuto sociale nella sua interezza, centri di aggregazione in grado di prevenire e sconfiggere la devianza, prosciugando l’acqua nella quale nuotano i pesci infestanti della criminalità. Nei centri storici si deve perseguire una politica di agevolazione, nell’acquisto e nel mantenimento degli immobili, a beneficio delle giovani coppie, dei lavoratori, specie quelli monoreddito . Senza queste scelte, parlare di sicurezza è demagogico, ridicolo e fa solo il gioco di chi crea quotidianamente insicurezza per poi imporre la sua “sicurezza” fatta di degrado sociale, spopolamento delle città, espansione di attività che nulla hanno a che vedere con la tradizione dei nostri centri. Accanto alla profilassi sociale e alla politica con la P maiuscola a beneficio dei ceti popolari, occorre chiedere a gran voce rigore e certezza delle pene, perché questo è un Paese dove viene denunciato con incredibile zelo il giovane che manifesta contro la TAV mentre si concedono porte girevoli, nelle carceri e in altri siti “ sensibili “, a criminali acclarati, in nome di compiacenze, leggerezze , errori di analisi , quando non in nome di una strategia che vuol dare alla criminalità la possibilità di agire indisturbata per poi imporre, una volta creato un clima di invivibilità, leggi antidemocratiche e repressive a danno non certo dei criminali ma della società civile, di chi è presente nelle lotte sociali per l’espansione dei diritti. Va anche fatto uscire allo scoperto e non più tenuto nei cassetti il lavoro della Commissione d’inchiesta regionale sulle infiltrazioni criminali in Umbria, fortemente voluta dal nostro Partito tra mille veti e muri di gomma : gli atti da essa prodotti debbono servire come base per calibrare una risposta di alto profilo al mondo della criminalità che minaccia la società umbra nel suo complesso. Intanto, per parlare di fatti concreti e reali, mentre tanti chiacchierano e tentano di far sentire un brusio a cui però più nessuno presta attenzione, la nostra Polizia provinciale continua a presidiare importanti postazioni, in maniera molto apprezzata dai cittadini e dalle altre forze dell’ordine : questo sforzo non va sottaciuto e non va buttato a mare, ma va anzi rafforzato e messo al servizio di quella più ampia ed auspicabile politica della sicurezza democratica, incentrata su misure di profilassi sociale, controllo del territorio, partecipazione popolare. La Provincia deve anche moltiplicare gli sforzi messi in atto con i suoi corsi sulla legalità , a partire dalle scuole”.
Gc12179.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia 22 maggio 2012 – “Il Consiglio provinciale aperto sulle tematiche della sicurezza – afferma una nota il Capogruppo del Prc in Consiglio Provinciale Luca Baldelli - che si è tenuto in data 17 maggio, è stata una tappa importante, fondamentale, per la collettività umbra, checché ne dica qualche detrattore e qualche osservatore distratto . Ora, però, non può valere il detto “ finita la festa, gabbato lo santo “ : vanno incrementati gli sforzi coordinati di tutti Corpi dello Stato e di tutte le Istituzioni per far sì che la grande criminalità, che controlla e manipola la piccola criminalità al fine di deviare l’attenzione della collettività dai suoi disegni delittuosi, dalle sue attività illecite su larga scala, venga sconfitta e cancellata dai nostri territori. Come Partito siamo stati i primi, mentre il centrodestra al governo tagliava i fondi anche per la benzina delle auto dei Carabinieri e della Polizia, a sollecitare una vera, integrata e coerente politica di sicurezza democratica, coscienti , come siamo, che la sicurezza è un problema strettamente legato alla presenza delle mafie sul territorio e la sua mancanza va a colpire inevitabilmente i livelli di convivenza civile. Chi guida i processi della ristrutturazione capitalistica e di rafforzamento del dominio del capitale finanziario ha bisogno di città spopolate, insicure, con contenitori urbanistici e piazze in mano a pochi danarosi, perché nel frattempo chi vive del proprio lavoro, minacciato dalla criminalità, se n’è andato ; chi guida quei processi vuole fomentare guerre tra poveri per poi godersi in santa pace il bottino: a questo progetto, la sinistra radicale e di alternativa deve rispondere chiedendo maggior presenza nelle periferie ( dove maggiormente alberga il degrado )di servizi, attività coinvolgenti il tessuto sociale nella sua interezza, centri di aggregazione in grado di prevenire e sconfiggere la devianza, prosciugando l’acqua nella quale nuotano i pesci infestanti della criminalità. Nei centri storici si deve perseguire una politica di agevolazione, nell’acquisto e nel mantenimento degli immobili, a beneficio delle giovani coppie, dei lavoratori, specie quelli monoreddito . Senza queste scelte, parlare di sicurezza è demagogico, ridicolo e fa solo il gioco di chi crea quotidianamente insicurezza per poi imporre la sua “sicurezza” fatta di degrado sociale, spopolamento delle città, espansione di attività che nulla hanno a che vedere con la tradizione dei nostri centri. Accanto alla profilassi sociale e alla politica con la P maiuscola a beneficio dei ceti popolari, occorre chiedere a gran voce rigore e certezza delle pene, perché questo è un Paese dove viene denunciato con incredibile zelo il giovane che manifesta contro la TAV mentre si concedono porte girevoli, nelle carceri e in altri siti “ sensibili “, a criminali acclarati, in nome di compiacenze, leggerezze , errori di analisi , quando non in nome di una strategia che vuol dare alla criminalità la possibilità di agire indisturbata per poi imporre, una volta creato un clima di invivibilità, leggi antidemocratiche e repressive a danno non certo dei criminali ma della società civile, di chi è presente nelle lotte sociali per l’espansione dei diritti. Va anche fatto uscire allo scoperto e non più tenuto nei cassetti il lavoro della Commissione d’inchiesta regionale sulle infiltrazioni criminali in Umbria, fortemente voluta dal nostro Partito tra mille veti e muri di gomma : gli atti da essa prodotti debbono servire come base per calibrare una risposta di alto profilo al mondo della criminalità che minaccia la società umbra nel suo complesso. Intanto, per parlare di fatti concreti e reali, mentre tanti chiacchierano e tentano di far sentire un brusio a cui però più nessuno presta attenzione, la nostra Polizia provinciale continua a presidiare importanti postazioni, in maniera molto apprezzata dai cittadini e dalle altre forze dell’ordine : questo sforzo non va sottaciuto e non va buttato a mare, ma va anzi rafforzato e messo al servizio di quella più ampia ed auspicabile politica della sicurezza democratica, incentrata su misure di profilassi sociale, controllo del territorio, partecipazione popolare. La Provincia deve anche moltiplicare gli sforzi messi in atto con i suoi corsi sulla legalità , a partire dalle scuole”.
Gc12179.red