(Cittadino e Provincia) – Perugia 31 maggio 2012 – I Consiglieri del PDL Giampiero Panfili e Luigi Andreani bocciano il Bilancio della Provincia. ”In seno alla discussione sull’approvazione del Bilancio, i Consiglieri Provinciali del PDL Giampiero Panfili e Luigi Andreani – affermano i due esponentid el Pdl in una nota - puntano il dito denunciando la miopia delle scelte di gestione dell’Ente. La Provincia di Perugia, come del resto tutte le province italiane, è stata messa sul banco degli imputati e usata come simbolo e capro espiatorio per significare i costi della politica; l’abolizione delle Province è stata dipinta come la panacea di tutti mali e di tutti gli sprechi. La discussione sul Bilancio di Previsione 2012 è stata l’occasione per riaprire il discorso sui difficili rapporti istituzionali tra l’Ente e la Regione dell’Umbria. La Regione, rientrando tra quelle virtuose, ha la possibilità di sforare il Patto di Stabilità per 50 milioni di euro. Anche senza voler richiamare un principio di solidarietà politico-istitruzionale, va riconosciuto che la classificazione di “virtuosa” di cui gode la Regione dell’Umbria, è stata conseguita anche grazie alle funzioni delegate alla Provincia di Perugia e quindi, il
riconoscimento finanziario e la più ampia possibilità di manovra economica, andrebbe parzialmente riconosciuto anche alla Provincia. Ma Palazzo Cesaroni se da una parte preferisce delegare competenze e funzioni, non è altrettanto disposta a dividere i meriti e i “premi”
secondo uno schema di “lavoriamo insieme e incasso da sola”! Ma non solo, oltre il danno si aggiunge anche la beffa nella misura in cui, la Provincia di Perugia vanta un credito nei confronti della Regione di 1 milione e 500 mila euro, derivante da funzioni delegate sul sistema viario regionale. Debito che Palazzo Cesaroni non ha onorato né sembra intenzionato a saldare! Oggi, l’Ente Provincia è costretta a vendere Villa Fidelia e Villa Redenta per fare fronte alle necessità economiche legate alla spesa corrente e al piano degli investimenti. Il centro sinistra però, pur di non muovere un attacco politico alla Regione, preferisce sottoscrivere congiuntamente un Ordine del Giorno affinché il Governo Nazionale riveda il patto di stabilità che ha disposto una riduzione di spesa del 10%. Fare fronte al patto di stabilità mettendo
in vendita i gioielli di famiglia non corrisponde certo alla logica che lo stesso vuole imporre agli enti locali: il patto di stabilità ci impone di ridurre la spesa mentre la Provincia di Perugia preferisce lasciarla invariata e fare cassa attraverso le alienazioni. Ci vengono richieste
riforme strutturali e la Provincia di Perugia risponde con la dismissione del patrimonio. E una volta venduti i beni? Si dovrà procedere con una riduzione della spesa in termini ancora più radicali, oppure ci affideremo alla Divina Provvidenza? Magari sperando nella revisione del
Patto di Stabilità? I Consiglieri Provinciali, oltre a criticare la scelta di dimettere il patrimonio, sollevano perplessità anche in merito ai criteri con i quali si sono individuati i beni da mettere sul mercato. Si è voluto nuovamente penalizzare il territorio dei comuni periferici! Tra le altre considerazioni va anche evidenziato che nel Parere dell’Organo di Revisione, lo stesso Collegio tecnico richiede all’Ente di dotarsi di procedure di controllo per monitorare ed impostare i
processi decisionali delle società partecipate ed essere tempestivamente a conoscenza delle evoluzioni gestionali, economiche e patrimoniali. Tradotto dal freddo linguaggio tipico del tecnicismo imparziale – ironizzano i Consiglieri del PdL - significa che la Provincia di Perugia
non ha ben chiaro cosa avviene in seno agli organi decisionali delle società partecipate. Imbarazzante poi mettere in evidenza che, se le principali competenze dell’Ente si sintetizzano in manutenzione stradale, scuole e ambiente, i fondi previsti sono del tutto insufficienti se paragonati alle nostre aree di intervento: si pensi soltanto che alla manutenzione della vastissima rete viaria provinciale viene destinato appena 1 milione di euro! Altra tirata di orecchie, viene ancora dal Collegio revisore: secondo la legge, si dovrebbe investire il
50% dei proventi dalle infrazioni al Codice della Strada, per interventi di messa in sicurezza della rete viaria ma, neanche a dirlo, non è stata ancora assunta l’apposita delibera. Detta incombenza è improcrastinabile e lo stesso Collegio, invita l’Ente a pronunciarsi quanto prima. In conclusione, la Provincia dà l’idea di essere un Ente in dismissione che, nel tentativo di non perdere visibilità e di non rompere i delicati equilibri politici con la Regione, finisce con il
trascurare proprio quelle materie che sono di sua esclusiva pertinenza”.
Gc12200.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia 31 maggio 2012 – I Consiglieri del PDL Giampiero Panfili e Luigi Andreani bocciano il Bilancio della Provincia. ”In seno alla discussione sull’approvazione del Bilancio, i Consiglieri Provinciali del PDL Giampiero Panfili e Luigi Andreani – affermano i due esponentid el Pdl in una nota - puntano il dito denunciando la miopia delle scelte di gestione dell’Ente. La Provincia di Perugia, come del resto tutte le province italiane, è stata messa sul banco degli imputati e usata come simbolo e capro espiatorio per significare i costi della politica; l’abolizione delle Province è stata dipinta come la panacea di tutti mali e di tutti gli sprechi. La discussione sul Bilancio di Previsione 2012 è stata l’occasione per riaprire il discorso sui difficili rapporti istituzionali tra l’Ente e la Regione dell’Umbria. La Regione, rientrando tra quelle virtuose, ha la possibilità di sforare il Patto di Stabilità per 50 milioni di euro. Anche senza voler richiamare un principio di solidarietà politico-istitruzionale, va riconosciuto che la classificazione di “virtuosa” di cui gode la Regione dell’Umbria, è stata conseguita anche grazie alle funzioni delegate alla Provincia di Perugia e quindi, il
riconoscimento finanziario e la più ampia possibilità di manovra economica, andrebbe parzialmente riconosciuto anche alla Provincia. Ma Palazzo Cesaroni se da una parte preferisce delegare competenze e funzioni, non è altrettanto disposta a dividere i meriti e i “premi”
secondo uno schema di “lavoriamo insieme e incasso da sola”! Ma non solo, oltre il danno si aggiunge anche la beffa nella misura in cui, la Provincia di Perugia vanta un credito nei confronti della Regione di 1 milione e 500 mila euro, derivante da funzioni delegate sul sistema viario regionale. Debito che Palazzo Cesaroni non ha onorato né sembra intenzionato a saldare! Oggi, l’Ente Provincia è costretta a vendere Villa Fidelia e Villa Redenta per fare fronte alle necessità economiche legate alla spesa corrente e al piano degli investimenti. Il centro sinistra però, pur di non muovere un attacco politico alla Regione, preferisce sottoscrivere congiuntamente un Ordine del Giorno affinché il Governo Nazionale riveda il patto di stabilità che ha disposto una riduzione di spesa del 10%. Fare fronte al patto di stabilità mettendo
in vendita i gioielli di famiglia non corrisponde certo alla logica che lo stesso vuole imporre agli enti locali: il patto di stabilità ci impone di ridurre la spesa mentre la Provincia di Perugia preferisce lasciarla invariata e fare cassa attraverso le alienazioni. Ci vengono richieste
riforme strutturali e la Provincia di Perugia risponde con la dismissione del patrimonio. E una volta venduti i beni? Si dovrà procedere con una riduzione della spesa in termini ancora più radicali, oppure ci affideremo alla Divina Provvidenza? Magari sperando nella revisione del
Patto di Stabilità? I Consiglieri Provinciali, oltre a criticare la scelta di dimettere il patrimonio, sollevano perplessità anche in merito ai criteri con i quali si sono individuati i beni da mettere sul mercato. Si è voluto nuovamente penalizzare il territorio dei comuni periferici! Tra le altre considerazioni va anche evidenziato che nel Parere dell’Organo di Revisione, lo stesso Collegio tecnico richiede all’Ente di dotarsi di procedure di controllo per monitorare ed impostare i
processi decisionali delle società partecipate ed essere tempestivamente a conoscenza delle evoluzioni gestionali, economiche e patrimoniali. Tradotto dal freddo linguaggio tipico del tecnicismo imparziale – ironizzano i Consiglieri del PdL - significa che la Provincia di Perugia
non ha ben chiaro cosa avviene in seno agli organi decisionali delle società partecipate. Imbarazzante poi mettere in evidenza che, se le principali competenze dell’Ente si sintetizzano in manutenzione stradale, scuole e ambiente, i fondi previsti sono del tutto insufficienti se paragonati alle nostre aree di intervento: si pensi soltanto che alla manutenzione della vastissima rete viaria provinciale viene destinato appena 1 milione di euro! Altra tirata di orecchie, viene ancora dal Collegio revisore: secondo la legge, si dovrebbe investire il
50% dei proventi dalle infrazioni al Codice della Strada, per interventi di messa in sicurezza della rete viaria ma, neanche a dirlo, non è stata ancora assunta l’apposita delibera. Detta incombenza è improcrastinabile e lo stesso Collegio, invita l’Ente a pronunciarsi quanto prima. In conclusione, la Provincia dà l’idea di essere un Ente in dismissione che, nel tentativo di non perdere visibilità e di non rompere i delicati equilibri politici con la Regione, finisce con il
trascurare proprio quelle materie che sono di sua esclusiva pertinenza”.
Gc12200.red