“C’è bisogno di fare rete per andare oltre e arginare il fenomeno”
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 24 novembre ’22 – Un momento di sensibilizzazione, approfondimento e confronto sulla violenza di genere, a ridosso della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. E’ quanto realizzato questa mattina, nella Sala Falcone e Borsellino della Provincia di Perugia, con il convegno "La violenza di genere alla luce delle recenti modifiche legislative", organizzato da AIAF Umbria e Liberamente Donna.
“La violenza di genere è una piaga della nostra società, sono già più di 100 le donne uccise quest’anno – ha esordito Anna Maria Pacciarini, presidente di AIAF Umbria -; in più ci sono i dati sommersi della violenza domestica e nei luoghi di lavoro. C’è bisogno di fare rete, creare sinergie al fine di trovare una via d’uscita e arginare il fenomeno della violenza”.
A fare gli onori di casa è stata la consigliera Erika Borghesi che ha ricordato l’impegno dell’ente di Piazza Italia sul tema: “La Provincia ha da sempre, in collaborazione con le altre istituzioni e associazioni del territorio, promosso eventi e attività progettuali di sensibilizzazione sulla violenza contro le donne, coinvolgendo anche il mondo della scuola, il luogo per eccellenza delle pari opportunità e della cultura del rispetto. Compito delle istituzioni è quello di creare un sistema che dia fiducia alle donne vittime di violenza, le incoraggi a denunciare e, allo stesso tempo, sia in grado di sostenerle. Parliamo di un fenomeno gravissimo, ancora molto sommerso, che riguarda tutte le classi sociali e ceti economici, e troppo spesso viene alla luce quando non c’è più nulla da fare. Ecco perché è necessario investire e sostenere i presidi di prevenzione, come le Case rifugio e i Centri antiviolenza, che si prendono cura delle vittime”.
Sulla stessa linea Maurita Lombardi, presidente di Liberamente Donna, che ha messo l’accento sull’attività svolta dai servizi del territorio, in sinergia con le forze dell'ordine e con gli operatori sanitari, volta a garantire dei percorsi di uscita delle vittime che denunciano il fatto: “La tematica della violenza non si risolve soltanto con l'inasprimento delle pene o ritoccando le mancanze del Codice Rosso – ha detto -; il lato normativo serve, ma anche gli strumenti che ci sono devono essere resi operativi attraverso la formazione specialistica di tutti i soggetti, affinché ci sia la consapevolezza che il processo deve essere giusto, nei confronti dell'indagato o imputato ma soprattutto giusto e dignitoso nei confronti della vittima”.
Un contributo significativo all’evento è stato portato dall’ampia platea di relatori, a cominciare dalla professoressa Silvia Fornari, docente di Sociologia dell’Università di Perugia, che ha parlato dei riflessi degli stereotipi nell’approccio alla violenza di genere. Ad intervenire anche il dirigente della sezione anticrimine della Questura di Perugia, Alessandro Drago, e la vice dirigente della Squadra mobile, Commissario Capo della Polizia di Stato, Zelica Ferrauto, con un’illustrazione dettagliata del ruolo operativo delle forze dell’ordine e un focus sulla valutazione del rischio. Dalla relazione è emerso che, nel territorio della provincia di Perugia, da gennaio 2022 a oggi ci sono stati 16 ammonimenti, a seguito di richieste specifiche accolte dal Questore, per atti persecutori e 20 provvedimenti di ammonimento per violenza domestica o relazionale.
Al convegno hanno partecipato anche Cristina Zinci, in rappresentanza del Cpo Ordine degli Avvocati di Perugia, che ha parlato dell’importanza di “creare una coscienza sociale che aiuti in particolare le donne a riconoscere la violenza”, e la presidente del Cpo della Regione Umbria, Caterina Grenchi, che si è soffermata sull’importanza della cultura del rispetto.
Le conclusioni sono state affidate a Gabriella De Strobel di AIAF Veneto, che ha parlato della riforma Cartabia, sottolineando la necessità di cambiare mentalità e abbandonare quella cultura patriarcale che, ancora oggi, fa parte delle nostre vite.
PO22024.IC
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 24 novembre ’22 – Un momento di sensibilizzazione, approfondimento e confronto sulla violenza di genere, a ridosso della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. E’ quanto realizzato questa mattina, nella Sala Falcone e Borsellino della Provincia di Perugia, con il convegno "La violenza di genere alla luce delle recenti modifiche legislative", organizzato da AIAF Umbria e Liberamente Donna.
“La violenza di genere è una piaga della nostra società, sono già più di 100 le donne uccise quest’anno – ha esordito Anna Maria Pacciarini, presidente di AIAF Umbria -; in più ci sono i dati sommersi della violenza domestica e nei luoghi di lavoro. C’è bisogno di fare rete, creare sinergie al fine di trovare una via d’uscita e arginare il fenomeno della violenza”.
A fare gli onori di casa è stata la consigliera Erika Borghesi che ha ricordato l’impegno dell’ente di Piazza Italia sul tema: “La Provincia ha da sempre, in collaborazione con le altre istituzioni e associazioni del territorio, promosso eventi e attività progettuali di sensibilizzazione sulla violenza contro le donne, coinvolgendo anche il mondo della scuola, il luogo per eccellenza delle pari opportunità e della cultura del rispetto. Compito delle istituzioni è quello di creare un sistema che dia fiducia alle donne vittime di violenza, le incoraggi a denunciare e, allo stesso tempo, sia in grado di sostenerle. Parliamo di un fenomeno gravissimo, ancora molto sommerso, che riguarda tutte le classi sociali e ceti economici, e troppo spesso viene alla luce quando non c’è più nulla da fare. Ecco perché è necessario investire e sostenere i presidi di prevenzione, come le Case rifugio e i Centri antiviolenza, che si prendono cura delle vittime”.
Sulla stessa linea Maurita Lombardi, presidente di Liberamente Donna, che ha messo l’accento sull’attività svolta dai servizi del territorio, in sinergia con le forze dell'ordine e con gli operatori sanitari, volta a garantire dei percorsi di uscita delle vittime che denunciano il fatto: “La tematica della violenza non si risolve soltanto con l'inasprimento delle pene o ritoccando le mancanze del Codice Rosso – ha detto -; il lato normativo serve, ma anche gli strumenti che ci sono devono essere resi operativi attraverso la formazione specialistica di tutti i soggetti, affinché ci sia la consapevolezza che il processo deve essere giusto, nei confronti dell'indagato o imputato ma soprattutto giusto e dignitoso nei confronti della vittima”.
Un contributo significativo all’evento è stato portato dall’ampia platea di relatori, a cominciare dalla professoressa Silvia Fornari, docente di Sociologia dell’Università di Perugia, che ha parlato dei riflessi degli stereotipi nell’approccio alla violenza di genere. Ad intervenire anche il dirigente della sezione anticrimine della Questura di Perugia, Alessandro Drago, e la vice dirigente della Squadra mobile, Commissario Capo della Polizia di Stato, Zelica Ferrauto, con un’illustrazione dettagliata del ruolo operativo delle forze dell’ordine e un focus sulla valutazione del rischio. Dalla relazione è emerso che, nel territorio della provincia di Perugia, da gennaio 2022 a oggi ci sono stati 16 ammonimenti, a seguito di richieste specifiche accolte dal Questore, per atti persecutori e 20 provvedimenti di ammonimento per violenza domestica o relazionale.
Al convegno hanno partecipato anche Cristina Zinci, in rappresentanza del Cpo Ordine degli Avvocati di Perugia, che ha parlato dell’importanza di “creare una coscienza sociale che aiuti in particolare le donne a riconoscere la violenza”, e la presidente del Cpo della Regione Umbria, Caterina Grenchi, che si è soffermata sull’importanza della cultura del rispetto.
Le conclusioni sono state affidate a Gabriella De Strobel di AIAF Veneto, che ha parlato della riforma Cartabia, sottolineando la necessità di cambiare mentalità e abbandonare quella cultura patriarcale che, ancora oggi, fa parte delle nostre vite.
PO22024.IC