Mismetti: "Non vorremmo oltre al danno anche la beffa"
(Cittadino e Provincia) Perugia, 22 gennaio '15 - In queste ore cruciali per il futuro delle Province arriva, con punti tutti da chiarire, il Provvedimento 25 novembre 2014 - Avviso di mobilità ai sensi dell’art. 30 del d.lgs. 30/03/2001 n. 165 per la copertura di complessivi n. 1031 posti a tempo pieno e indeterminato - vari profili professionali (pubblicato nella G.U. n. 5 del 20 gennaio 2015 (p - IV serie speciali - Concorsi ed esami). Nello specifico riguarda il reclutamento del personale da parte del Ministero della Giustizia dove l'Amministrazione centrale ha individuato 1.031 posti vacanti a tempo pieno e a tempo indeterminato di vari profili professionali. Posti oggetto, quindi, di mobilità tra gli enti. Il dispositivo, all'articolo 8- Norme di salvaguardia, indica che l’effettivo trasferimento nei ruoli dell’amministrazione della giustizia del personale proveniente da amministrazioni diverse dai ministeri, è condizionato all’autorizzazione all’utilizzo del fondo, previsto dal comma 2, punti 1 e 3, dell’articolo 30 del d.lgs 165/2001, istituito nello stato di previsione del Ministero dell’economia e finanze - di cui questa amministrazione intende avvalersi – e all’effettivo corrispondente trasferimento, fino a concorrenza delle disponibilità, delle risorse finanziarie necessarie a coprire i relativi oneri retributivi”. Quel richiamo all'articolo 30 del d.lgs comma 2.3 chiarisce che le amministrazioni non ministeriali, devono contribuire per il “50% del trattamento economico spettante al personale trasferito mediante versamento all'entrata dello Stato da parte dell'amministrazione cedente e corrispondente riassegnazione al fondo ovvero mediante contestuale riduzione dei trasferimenti statali all'amministrazione cedente”. Ma di tutto ciò non vi è traccia nella legge Delrio. “Ci auguriamo che le incongruenze vengano presto chiarite, così come già chiesto dal presidente dell'Upi Pastacci – dichiara il presidente Nando Mismetti – perché non vorremmo oltre al danno subire la beffa. Dovremmo infatti pagare la metà degli stipendi a dipendenti che non lavorano più per il nostro Ente in un momento in cui davvero le Province si trovano in estrema difficoltà finanziaria e hanno in dovere di tutelare servizi e posti di lavoro”.
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(Cittadino e Provincia) Perugia, 22 gennaio '15 - In queste ore cruciali per il futuro delle Province arriva, con punti tutti da chiarire, il Provvedimento 25 novembre 2014 - Avviso di mobilità ai sensi dell’art. 30 del d.lgs. 30/03/2001 n. 165 per la copertura di complessivi n. 1031 posti a tempo pieno e indeterminato - vari profili professionali (pubblicato nella G.U. n. 5 del 20 gennaio 2015 (p - IV serie speciali - Concorsi ed esami). Nello specifico riguarda il reclutamento del personale da parte del Ministero della Giustizia dove l'Amministrazione centrale ha individuato 1.031 posti vacanti a tempo pieno e a tempo indeterminato di vari profili professionali. Posti oggetto, quindi, di mobilità tra gli enti. Il dispositivo, all'articolo 8- Norme di salvaguardia, indica che l’effettivo trasferimento nei ruoli dell’amministrazione della giustizia del personale proveniente da amministrazioni diverse dai ministeri, è condizionato all’autorizzazione all’utilizzo del fondo, previsto dal comma 2, punti 1 e 3, dell’articolo 30 del d.lgs 165/2001, istituito nello stato di previsione del Ministero dell’economia e finanze - di cui questa amministrazione intende avvalersi – e all’effettivo corrispondente trasferimento, fino a concorrenza delle disponibilità, delle risorse finanziarie necessarie a coprire i relativi oneri retributivi”. Quel richiamo all'articolo 30 del d.lgs comma 2.3 chiarisce che le amministrazioni non ministeriali, devono contribuire per il “50% del trattamento economico spettante al personale trasferito mediante versamento all'entrata dello Stato da parte dell'amministrazione cedente e corrispondente riassegnazione al fondo ovvero mediante contestuale riduzione dei trasferimenti statali all'amministrazione cedente”. Ma di tutto ciò non vi è traccia nella legge Delrio. “Ci auguriamo che le incongruenze vengano presto chiarite, così come già chiesto dal presidente dell'Upi Pastacci – dichiara il presidente Nando Mismetti – perché non vorremmo oltre al danno subire la beffa. Dovremmo infatti pagare la metà degli stipendi a dipendenti che non lavorano più per il nostro Ente in un momento in cui davvero le Province si trovano in estrema difficoltà finanziaria e hanno in dovere di tutelare servizi e posti di lavoro”.
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