(Cittadino e Provincia) Perugia 7 marzo ’13 - “Chi lavora o amministra nell’ambito delle istituzioni pubbliche rappresenta lo Stato e in molti casi lo fa con impegno e abnegazione per stipendi di basso profilo. E’ assurdo pensare a queste due donne, ma potrei citare tanti altri servitori dello Stato, che la mattina escono di casa salutando i propri cari dai quali non faranno più ritorno per una morte assurda e tragica. Dobbiamo riflettere e fermare questa slavina che sta trascinando il nostro Paese verso una deriva. Basta guardare in questi giorni i commenti preoccupanti alla tragedia consumatasi al Broletto”. Si è concluso con queste parole del Presidente della Provincia d Perugia, Marco Vinicio Guasticchi il Consiglio provinciale aperto sul femminicidio che, a seguito del dramma consumatosi ieri negli uffici della Regione al palazzo del Broletto, è stato rinviato a nuova data e dedicato alle due vittime. Guasticchi ha comunque auspicato che l’iniziativa del Consiglio aperto sul femminicidio possa essere proposta quanto prima. “Si tratta di un tema di grande attualità – ha concluso il presidente – che rientra nel guado terribile che sta interessando il nostro Paese e che deve essere sviluppato per fornire anche a noi amministratori tutti gli indicatori necessari per superare un periodo di enorme complessità. E’ difficile dire altro, qualsiasi parola in più potrebbe essere di troppo. Senza clamore voglio solo ricordare che due persone sono cadute nell’esercizio delle loro funzioni”. In apertura della seduta è stato il presidente del Consiglio provinciale, Giacomo Leonelli a spiegare ai numerosi intervenuti come la decisione di rinviare l’evento programmato sia maturata nella riunione della conferenza dei capigruppo tenutasi questa mattina, dopo aver consultato le consigliere De Bonis, Allegrini e Zampa, che avevano promosso la seduta del Consiglio aperto sul femminicidio. Leonelli ha quindi ringraziato gli ospiti e i relatori presenti, in particolare Maria Letizia Tomaselli, primo dirigente della Polizia di Stato (Questura di Perugia), Michele Adragna, sostituto procuratore della Repubblica (Tribunale di Perugia), Maria Rita Tiburzi, avvocato esperto in diritto di famiglia e Chiara Lio, psicologa dello Sportello antistalking presso Adoc (Provincia di Perugia). “I tragici fatti accaduti ieri negli uffici della Regione Umbria – ha sottolineato Leonelli - ci impongono una riflessione profonda unitamente ad un sincero cordoglio. L’attacco alle istituzioni e ai suoi lavoratori, seppure appaia riconducibile ad un gesto tragicamente folle, si cala nel panorama di preoccupante dileggio delle istituzioni democratiche del paese. La crisi economica che morde le famiglie assume sempre più spesso un profilo prodromico rispetto alla disperazione dei cittadini. Disperazione della quale anche in Umbria la classe politica tutta deve, improcrastinabilmente, assumersi la responsabilità, nella consapevolezza che ogni azione tesa alla risposta ai bisogni non è più rinviabile, anche ove questa passi per un’autocritica profonda su modelli perpetrati negli anni ed oggi ormai obsoleti. Ma ciò che in uno Stato democratico appare oggi più di prima come un limite invalicabile è quello oltre il quale o per superficialità, o peggio ancora con fini strumentali, si travalica dalla sana e legittima critica politica a chi governa, fino alla messa in discussione dei cardini dello Stato e cioè le istituzioni stesse, veri e propri baluardi della democrazia ed elemento di garanzia per tutti i cittadini, a cominciare dai più deboli. Oltre questo pericoloso crinale infatti nulla vi è se non un destabilizzante contesto nel quale ciò che negli stati moderni (a prescindere da chi amministra in quel momento) è un irrinunciabile pilastro, rischia invece di apparire come una mostruosa macchina guidata da disonesti e nullafacenti, nemica dei cittadini e perciò scatenante un odio sociale dalle conseguenze imprevedibili. A pagare il prezzo di una violenza cieca e brutale sono due donne, due martiri, che null’altra responsabilità hanno se non quella di svolgere il proprio lavoro in un Ente pubblico e nell’interesse della collettività. L’intero Consiglio provinciale – ha concluso Leonelli - si stringe con profondo e sincero dolore intorno alle vittime e ai familiari promuovendo un minuto di raccoglimento al termine del quale il Consiglio stesso verrà sciolto senza che i consiglieri percepiscano il regolare gettone di presenza. Ci sembra il modo più congruo di rispettare l’immane dolore e di tentare di difendere le nostre istituzioni”.
La strage di due impiegate, nella sua imprevedibilità ha impedito qualsiasi altro intervento, lasciando spazio soltanto a un doloroso silenzio che per un minuto è sceso sulla sala consiliare del palazzo di Piazza Italia.
OI13103.RoMa/MLF
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(Cittadino e Provincia) Perugia 7 marzo ’13 - “Chi lavora o amministra nell’ambito delle istituzioni pubbliche rappresenta lo Stato e in molti casi lo fa con impegno e abnegazione per stipendi di basso profilo. E’ assurdo pensare a queste due donne, ma potrei citare tanti altri servitori dello Stato, che la mattina escono di casa salutando i propri cari dai quali non faranno più ritorno per una morte assurda e tragica. Dobbiamo riflettere e fermare questa slavina che sta trascinando il nostro Paese verso una deriva. Basta guardare in questi giorni i commenti preoccupanti alla tragedia consumatasi al Broletto”. Si è concluso con queste parole del Presidente della Provincia d Perugia, Marco Vinicio Guasticchi il Consiglio provinciale aperto sul femminicidio che, a seguito del dramma consumatosi ieri negli uffici della Regione al palazzo del Broletto, è stato rinviato a nuova data e dedicato alle due vittime. Guasticchi ha comunque auspicato che l’iniziativa del Consiglio aperto sul femminicidio possa essere proposta quanto prima. “Si tratta di un tema di grande attualità – ha concluso il presidente – che rientra nel guado terribile che sta interessando il nostro Paese e che deve essere sviluppato per fornire anche a noi amministratori tutti gli indicatori necessari per superare un periodo di enorme complessità. E’ difficile dire altro, qualsiasi parola in più potrebbe essere di troppo. Senza clamore voglio solo ricordare che due persone sono cadute nell’esercizio delle loro funzioni”. In apertura della seduta è stato il presidente del Consiglio provinciale, Giacomo Leonelli a spiegare ai numerosi intervenuti come la decisione di rinviare l’evento programmato sia maturata nella riunione della conferenza dei capigruppo tenutasi questa mattina, dopo aver consultato le consigliere De Bonis, Allegrini e Zampa, che avevano promosso la seduta del Consiglio aperto sul femminicidio. Leonelli ha quindi ringraziato gli ospiti e i relatori presenti, in particolare Maria Letizia Tomaselli, primo dirigente della Polizia di Stato (Questura di Perugia), Michele Adragna, sostituto procuratore della Repubblica (Tribunale di Perugia), Maria Rita Tiburzi, avvocato esperto in diritto di famiglia e Chiara Lio, psicologa dello Sportello antistalking presso Adoc (Provincia di Perugia). “I tragici fatti accaduti ieri negli uffici della Regione Umbria – ha sottolineato Leonelli - ci impongono una riflessione profonda unitamente ad un sincero cordoglio. L’attacco alle istituzioni e ai suoi lavoratori, seppure appaia riconducibile ad un gesto tragicamente folle, si cala nel panorama di preoccupante dileggio delle istituzioni democratiche del paese. La crisi economica che morde le famiglie assume sempre più spesso un profilo prodromico rispetto alla disperazione dei cittadini. Disperazione della quale anche in Umbria la classe politica tutta deve, improcrastinabilmente, assumersi la responsabilità, nella consapevolezza che ogni azione tesa alla risposta ai bisogni non è più rinviabile, anche ove questa passi per un’autocritica profonda su modelli perpetrati negli anni ed oggi ormai obsoleti. Ma ciò che in uno Stato democratico appare oggi più di prima come un limite invalicabile è quello oltre il quale o per superficialità, o peggio ancora con fini strumentali, si travalica dalla sana e legittima critica politica a chi governa, fino alla messa in discussione dei cardini dello Stato e cioè le istituzioni stesse, veri e propri baluardi della democrazia ed elemento di garanzia per tutti i cittadini, a cominciare dai più deboli. Oltre questo pericoloso crinale infatti nulla vi è se non un destabilizzante contesto nel quale ciò che negli stati moderni (a prescindere da chi amministra in quel momento) è un irrinunciabile pilastro, rischia invece di apparire come una mostruosa macchina guidata da disonesti e nullafacenti, nemica dei cittadini e perciò scatenante un odio sociale dalle conseguenze imprevedibili. A pagare il prezzo di una violenza cieca e brutale sono due donne, due martiri, che null’altra responsabilità hanno se non quella di svolgere il proprio lavoro in un Ente pubblico e nell’interesse della collettività. L’intero Consiglio provinciale – ha concluso Leonelli - si stringe con profondo e sincero dolore intorno alle vittime e ai familiari promuovendo un minuto di raccoglimento al termine del quale il Consiglio stesso verrà sciolto senza che i consiglieri percepiscano il regolare gettone di presenza. Ci sembra il modo più congruo di rispettare l’immane dolore e di tentare di difendere le nostre istituzioni”.
La strage di due impiegate, nella sua imprevedibilità ha impedito qualsiasi altro intervento, lasciando spazio soltanto a un doloroso silenzio che per un minuto è sceso sulla sala consiliare del palazzo di Piazza Italia.
OI13103.RoMa/MLF
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