L'importanza della sinergia tra imprenditoria privata, istituzioni e luoghi culturali
(Cittadino e Provincia – Perugia, 28 maggio ’11) - La crisi della ceramica. Che è inevitabile conseguenza della crisi globale, ma ha anche una sua evidente specificità. Da questo è partita l’introduzione all’incontro sullo “Sviluppo della ceramica umbra in una sinergia tra imprenditoria privata, istituzioni e luoghi culturali” in programma, venerdì 27, all’interno del Cerp della Provincia, a conclusione della mostra sulle ceramiche Baldelli. Una crisi dunque indiscutibile, ma da cui ci sono tutte le possibilità di uscire se è vero che” la ceramica è tornata in uso in moltissimi ambiti - come ha puntualizzato il curatore della mostra Franco Bertoni, esperto delle Collezioni Moderne e Contemporanee del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza - e i galleristi hanno riaperto le proprie gallerie d’arte alla ceramica stessa che appare - ha poi aggiunto - perfettamente assimilabile alla società fluida e poco stabile in cui viviamo essendo oltretutto materiale, a differenza di altri, perfettamente smaltibile” Una crisi che le istituzioni cercano di affrontare mettendo in campo tutti i mezzi, in verità limitati, di cui dispongono. Così ad esempio il vicesindaco di Gualdo Tadino ha affermato la decisa volontà del comune di “continuare ha investire anche per il futuro sulla ceramica”, mentre Paola Moriconi, presidente dell’Associazione “Pro Tadino” ha affermato come “ci sia assoluta necessità di affiancare il design alla ceramica, per recuperare e rilanciare una cultura che è parte fondamentale della nostra tradizione”. Tradizione a cui ha fatto riferimento anche l’assessore allo sviluppo economico di Deruta che, ricordando la lotta alla contraffazione fatta dal proprio comune, non ha poi mancato di criticare sul piano estetico “l’abbassamento del gusto a cui la diffusione del design industriale ha portato”. Un design le cui basi comunque, stante le esigenze dei nostri giorni, andrebbero però fornite agli studenti, i quali invece per carenza di mezzi “non possono neppure esercitarsi per perfezionare - come ha ricordato, dopo avere fornito un elenco puntualissimo sulle varie iniziative intraprese nel campo della ceramica, Miriam Zonaria, in rappresentanza dell’assessorato al Comune di Gubbio - le proprio capacità nel disegno computerizzato”. Una nota non ottimistica, stemperata invece dall’assessore alla cultura del comune di Torgiano, che ha voluto ricordare i successi ottenuti, nel proprio comune, favorendo l’incontro e la messa in comune delle energie dei vari artigiani. La cui decadenza e progressiva sparizione sono stati invece amaramente ricordati da Giulio Busti, fenomeni che “non permettono più una diffusione viva tra la gente delle opere di ceramica, chiuse spesso, ha aggiunto - tra le mura museali”, mentre Sannipoli ha voluto invece difendere il ruolo fondamentale dei musei della ceramica “perfetta sintesi della cultura e delle tradizioni di un territorio”. Territorio umbro che infine, secondo Niccolini della Sviluppumbria, deve reimparare ad aprirsi al contatto con altre realtà confinanti e non. Un apertura che, al termine dell’incontro, l’assessorato alla cultura della Provincia di Perugia, ha confermato di “voler continuare a favorire, stimolando, come ha sempre fatto, la valorizzazione di un prodotto come la ceramica umbra, decisivo per gli assetti economici, sociali e culturali della regione”.
Cl11088.CC
(Cittadino e Provincia – Perugia, 28 maggio ’11) - La crisi della ceramica. Che è inevitabile conseguenza della crisi globale, ma ha anche una sua evidente specificità. Da questo è partita l’introduzione all’incontro sullo “Sviluppo della ceramica umbra in una sinergia tra imprenditoria privata, istituzioni e luoghi culturali” in programma, venerdì 27, all’interno del Cerp della Provincia, a conclusione della mostra sulle ceramiche Baldelli. Una crisi dunque indiscutibile, ma da cui ci sono tutte le possibilità di uscire se è vero che” la ceramica è tornata in uso in moltissimi ambiti - come ha puntualizzato il curatore della mostra Franco Bertoni, esperto delle Collezioni Moderne e Contemporanee del Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza - e i galleristi hanno riaperto le proprie gallerie d’arte alla ceramica stessa che appare - ha poi aggiunto - perfettamente assimilabile alla società fluida e poco stabile in cui viviamo essendo oltretutto materiale, a differenza di altri, perfettamente smaltibile” Una crisi che le istituzioni cercano di affrontare mettendo in campo tutti i mezzi, in verità limitati, di cui dispongono. Così ad esempio il vicesindaco di Gualdo Tadino ha affermato la decisa volontà del comune di “continuare ha investire anche per il futuro sulla ceramica”, mentre Paola Moriconi, presidente dell’Associazione “Pro Tadino” ha affermato come “ci sia assoluta necessità di affiancare il design alla ceramica, per recuperare e rilanciare una cultura che è parte fondamentale della nostra tradizione”. Tradizione a cui ha fatto riferimento anche l’assessore allo sviluppo economico di Deruta che, ricordando la lotta alla contraffazione fatta dal proprio comune, non ha poi mancato di criticare sul piano estetico “l’abbassamento del gusto a cui la diffusione del design industriale ha portato”. Un design le cui basi comunque, stante le esigenze dei nostri giorni, andrebbero però fornite agli studenti, i quali invece per carenza di mezzi “non possono neppure esercitarsi per perfezionare - come ha ricordato, dopo avere fornito un elenco puntualissimo sulle varie iniziative intraprese nel campo della ceramica, Miriam Zonaria, in rappresentanza dell’assessorato al Comune di Gubbio - le proprio capacità nel disegno computerizzato”. Una nota non ottimistica, stemperata invece dall’assessore alla cultura del comune di Torgiano, che ha voluto ricordare i successi ottenuti, nel proprio comune, favorendo l’incontro e la messa in comune delle energie dei vari artigiani. La cui decadenza e progressiva sparizione sono stati invece amaramente ricordati da Giulio Busti, fenomeni che “non permettono più una diffusione viva tra la gente delle opere di ceramica, chiuse spesso, ha aggiunto - tra le mura museali”, mentre Sannipoli ha voluto invece difendere il ruolo fondamentale dei musei della ceramica “perfetta sintesi della cultura e delle tradizioni di un territorio”. Territorio umbro che infine, secondo Niccolini della Sviluppumbria, deve reimparare ad aprirsi al contatto con altre realtà confinanti e non. Un apertura che, al termine dell’incontro, l’assessorato alla cultura della Provincia di Perugia, ha confermato di “voler continuare a favorire, stimolando, come ha sempre fatto, la valorizzazione di un prodotto come la ceramica umbra, decisivo per gli assetti economici, sociali e culturali della regione”.
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