Guasticchi: "I nostri tecnici stanno effettuando sopralluoghi con i colleghi di Comuni e Protezione civile nell'area colpita"
(Cittadino e Provincia) – Perugia 7 maggio 2013 – “l’assegno di cura è uno strumento fondamentale di politica sociale – afferma in una interrogazione il capogruppo del Prc in Consiglio Provinciale Luca Baldelli -impiegato, in molte Regioni d’Italia, per sostenere le famiglie con soggetti disabili o anziani non autosufficienti. Questo strumento ha un valore assolutamente da preservare, una funzione vitale, in quanto evita la sistemazione dei soggetti citati in costose strutture, sia pubbliche che private, nelle quali l’assistenza comporta complessivamente esborsi variabili tra 1500 e 10.000 euro mensili, con gravami proibitivi per i percettori di redditi medio – bassi e sradicamento delle persone dagi abituali contesti di vita quotidiana. Con una decisione palesemente improvvida e non certo improntata ai principi di equità sociale, la Regione Umbria, per altro storicamente all’avanguardia in molti ambiti del sociale, ha abrogato la Legge n. 24 dell’anno 2004 dal titolo “Assegno di cura per l’assistenza a domicilio di anziani gravemente non autosufficienti “, privando di un appoggio solido e significativo migliaia di famiglie, costrette ora, in questo modo, a tenere in casa persone bisognose di assistenza qualificata sull’arco di tutte le 24 ore oppure a ricoverare le stesse presso strutture con oneri economici gravosissimi. Con la Legge regionale n. 9 del 2008, dal titolo “ Istituzione regionale del fondo regionale per la non autosufficienza e modalità di accesso alle prestazioni “, la Regione Umbria ha rimarcato l’importanza di tenere il malato o l’anziano nel proprio contesto familiare, pur non facendo cenno alcuno all’assegno di cura. Dei 34 milioni stanziati nel 2008 dalla Legge regionale n. 9, i cittadini umbri , da quanto risulta, non hanno usufruito e la gamma dei servizi offerti nel quadro dello stesso dispositivo è rimasta alquanto ridotta. Anche la Legge regionale n. 28 del 2007, che prevede la possibilità di percepire un contributo finalizzato a coprire gli oneri previdenziali per le badanti, è rimasta in gran parte lettera morta. Numerose Regioni d’Italia, spesso anche con un livello di servizi sociali inferiore a quello umbro per capillarità ed efficacia delle prestazioni, destinano cifre comprese tra 300 e 1800 euro come contributo a vantaggio delle famiglie con soggetti disabili e svantaggiati ( è il caso di Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Sardegna e Sicilia, solo per citarne alcune )”. Baldelli ( PRC ) chiede quindi alla Giunta Provinciale di “Intraprendere un confronto con la Regione Umbria per approfondire la tematica qui evidenziata e rilanciare, per questa via, il tema della cure e dell’assistenza a domicilio a beneficio delle famiglie con soggetti diversamente abili e / o non autosufficienti, individuando i migliori e più opportuni strumenti di sostegno ; Adoperarsi per una nuova Legge regionale che, in tempi rapidi, con l’apporto di possibili capitoli del bilancio statale, istituisca in Umbria nuove forme di assegno di cura a beneficio delle famiglie, con dotazioni finanziarie adeguate alle necessità e parametrate ai redditi dei potenziali beneficiari;Profondere ogni sforzo utile affinchè, in maniera congiunta e condivisa, venga resa effettiva, anche in questo caso con congrui stanziamenti di risorse, la Legge n. 28 del 2007 sulle agevolazioni contributive e previdenziali a beneficio delle famiglie che ricorrono ai servizi di badantato, poggiando , tra l’altro, sul positivo ruolo avuto dalla Provincia nel Progetto FASI , concepito ed attuato in cooperazione con il Ministero del Lavoro della Romania”.
Gc13206.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia 7 maggio 2013 – “l’assegno di cura è uno strumento fondamentale di politica sociale – afferma in una interrogazione il capogruppo del Prc in Consiglio Provinciale Luca Baldelli -impiegato, in molte Regioni d’Italia, per sostenere le famiglie con soggetti disabili o anziani non autosufficienti. Questo strumento ha un valore assolutamente da preservare, una funzione vitale, in quanto evita la sistemazione dei soggetti citati in costose strutture, sia pubbliche che private, nelle quali l’assistenza comporta complessivamente esborsi variabili tra 1500 e 10.000 euro mensili, con gravami proibitivi per i percettori di redditi medio – bassi e sradicamento delle persone dagi abituali contesti di vita quotidiana. Con una decisione palesemente improvvida e non certo improntata ai principi di equità sociale, la Regione Umbria, per altro storicamente all’avanguardia in molti ambiti del sociale, ha abrogato la Legge n. 24 dell’anno 2004 dal titolo “Assegno di cura per l’assistenza a domicilio di anziani gravemente non autosufficienti “, privando di un appoggio solido e significativo migliaia di famiglie, costrette ora, in questo modo, a tenere in casa persone bisognose di assistenza qualificata sull’arco di tutte le 24 ore oppure a ricoverare le stesse presso strutture con oneri economici gravosissimi. Con la Legge regionale n. 9 del 2008, dal titolo “ Istituzione regionale del fondo regionale per la non autosufficienza e modalità di accesso alle prestazioni “, la Regione Umbria ha rimarcato l’importanza di tenere il malato o l’anziano nel proprio contesto familiare, pur non facendo cenno alcuno all’assegno di cura. Dei 34 milioni stanziati nel 2008 dalla Legge regionale n. 9, i cittadini umbri , da quanto risulta, non hanno usufruito e la gamma dei servizi offerti nel quadro dello stesso dispositivo è rimasta alquanto ridotta. Anche la Legge regionale n. 28 del 2007, che prevede la possibilità di percepire un contributo finalizzato a coprire gli oneri previdenziali per le badanti, è rimasta in gran parte lettera morta. Numerose Regioni d’Italia, spesso anche con un livello di servizi sociali inferiore a quello umbro per capillarità ed efficacia delle prestazioni, destinano cifre comprese tra 300 e 1800 euro come contributo a vantaggio delle famiglie con soggetti disabili e svantaggiati ( è il caso di Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Sardegna e Sicilia, solo per citarne alcune )”. Baldelli ( PRC ) chiede quindi alla Giunta Provinciale di “Intraprendere un confronto con la Regione Umbria per approfondire la tematica qui evidenziata e rilanciare, per questa via, il tema della cure e dell’assistenza a domicilio a beneficio delle famiglie con soggetti diversamente abili e / o non autosufficienti, individuando i migliori e più opportuni strumenti di sostegno ; Adoperarsi per una nuova Legge regionale che, in tempi rapidi, con l’apporto di possibili capitoli del bilancio statale, istituisca in Umbria nuove forme di assegno di cura a beneficio delle famiglie, con dotazioni finanziarie adeguate alle necessità e parametrate ai redditi dei potenziali beneficiari;Profondere ogni sforzo utile affinchè, in maniera congiunta e condivisa, venga resa effettiva, anche in questo caso con congrui stanziamenti di risorse, la Legge n. 28 del 2007 sulle agevolazioni contributive e previdenziali a beneficio delle famiglie che ricorrono ai servizi di badantato, poggiando , tra l’altro, sul positivo ruolo avuto dalla Provincia nel Progetto FASI , concepito ed attuato in cooperazione con il Ministero del Lavoro della Romania”.
Gc13206.red