(Cittadino e Provincia) – Perugia 19 luglio ’12 - “Intendo esprimere non solo la dovuta vicinanza umana alla famiglia del lavoratore della Proma di Umbertide morto sul lavoro – afferma in una nota il Capogruppo del Prc in Consiglio Provinciale Luca Baldelli – ma anche lo sdegno per una contabilità del dolore, dell’ingiustizia, dello sfruttamento e del profitto sulla pelle dei deboli che in questi 7 mesi del 2012 ha fatto già registrare 12 morti sul lavoro. Questi lavoratori scomparsi sono un atto di accusa chiaro ed inequivocabile contro un modello di sviluppo che ha relegato i diritti e le tutele nel magazzino dei “ reperti scomodi “ e ha portato alla situazione più assurda immaginabile : il lavoro, prima fonte di vita per l’uomo , diventata una delle prime cause di morte . Non solo i morti sul lavoro, ma anche i morti a causa del lavoro sono ormai un’ecatombe, tra malattie professionali, stress, supersfruttamento. E’ ora di rimettere al centro un’azione sinergica, istituzionale e della parti sociali , per diffondere al massimo la cultura della sicurezza del lavoro, ma prima ancora di ciò ( che è e resta importante, perché ognuno deve fare la sua parte, sempre ) va cambiato il modello di sviluppo : finchè ci sarà la rincorsa sfrenata al profitto, finchè i ritmi di lavoro saranno quelli che in molti casi sono oggi, fino a che con la scusa della crisi si comprimeranno i diritti , le garanzie conquistati a prezzo di dure lotte, sovente sanguinose, saremo sempre dinanzi a simili episodi, tragici segnali di un mondo “ alla rovescia “ in cui si va lavorare per vivere e si muore, invece, proprio a causa del lavoro. Le “ anime belle “ di un preteso riformismo che è e resta, invece , conservazione e restaurazione del capitalismo ottocentesco, riflettano su un fatto : PD e PDL, in un’ “ Union sacree “ antipopolare e reazionaria, di cui il Governo Monti è semplicemente espressione, hanno di fatto cancellato l’Articolo 18. Nemmeno il Governo Berlusconi era arrivato a tanto ! Ebbene, con l’abolizione dell’Art. 18 le condizioni di sicurezza dei lavoratori peggioreranno drammaticamente, perché la logica del ricatto andrà a colpire ancor più di ieri chi, in primo luogo, si batte per i diritti e le tutele sul posto di lavoro . Quale lavoratore oserà più alzare la testa contro la nocività del suo ambiente di lavoro o l’assenza di misure di protezione in cantieri e reparti ? Come potrà far ciò, davanti a sistematiche minacce di licenziamento non più frenate dal principio della “ giusta causa “ ? E’ così che si intende accrescere la cultura della sicurezza del lavoro , sulla quale poi ipocritamente si realizzano melensi spot pubblicitari ? Con una mano ( quella che firma leggi e decreti ) si uccidono i lavoratori , con l’altra si confezionano pubblicità e campagne informative che potrebbero essere utili solo a patto di rimettere in discussione il sistema di produzione. No ! Non è questa la prospettiva giusta e chi si candida a costruire il “ Partito del lavoro “ in un Paese in cui la sinistra è evaporata, non può che lavorare perché altri siano gli orizzonti”.
Gc12287.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia 19 luglio ’12 - “Intendo esprimere non solo la dovuta vicinanza umana alla famiglia del lavoratore della Proma di Umbertide morto sul lavoro – afferma in una nota il Capogruppo del Prc in Consiglio Provinciale Luca Baldelli – ma anche lo sdegno per una contabilità del dolore, dell’ingiustizia, dello sfruttamento e del profitto sulla pelle dei deboli che in questi 7 mesi del 2012 ha fatto già registrare 12 morti sul lavoro. Questi lavoratori scomparsi sono un atto di accusa chiaro ed inequivocabile contro un modello di sviluppo che ha relegato i diritti e le tutele nel magazzino dei “ reperti scomodi “ e ha portato alla situazione più assurda immaginabile : il lavoro, prima fonte di vita per l’uomo , diventata una delle prime cause di morte . Non solo i morti sul lavoro, ma anche i morti a causa del lavoro sono ormai un’ecatombe, tra malattie professionali, stress, supersfruttamento. E’ ora di rimettere al centro un’azione sinergica, istituzionale e della parti sociali , per diffondere al massimo la cultura della sicurezza del lavoro, ma prima ancora di ciò ( che è e resta importante, perché ognuno deve fare la sua parte, sempre ) va cambiato il modello di sviluppo : finchè ci sarà la rincorsa sfrenata al profitto, finchè i ritmi di lavoro saranno quelli che in molti casi sono oggi, fino a che con la scusa della crisi si comprimeranno i diritti , le garanzie conquistati a prezzo di dure lotte, sovente sanguinose, saremo sempre dinanzi a simili episodi, tragici segnali di un mondo “ alla rovescia “ in cui si va lavorare per vivere e si muore, invece, proprio a causa del lavoro. Le “ anime belle “ di un preteso riformismo che è e resta, invece , conservazione e restaurazione del capitalismo ottocentesco, riflettano su un fatto : PD e PDL, in un’ “ Union sacree “ antipopolare e reazionaria, di cui il Governo Monti è semplicemente espressione, hanno di fatto cancellato l’Articolo 18. Nemmeno il Governo Berlusconi era arrivato a tanto ! Ebbene, con l’abolizione dell’Art. 18 le condizioni di sicurezza dei lavoratori peggioreranno drammaticamente, perché la logica del ricatto andrà a colpire ancor più di ieri chi, in primo luogo, si batte per i diritti e le tutele sul posto di lavoro . Quale lavoratore oserà più alzare la testa contro la nocività del suo ambiente di lavoro o l’assenza di misure di protezione in cantieri e reparti ? Come potrà far ciò, davanti a sistematiche minacce di licenziamento non più frenate dal principio della “ giusta causa “ ? E’ così che si intende accrescere la cultura della sicurezza del lavoro , sulla quale poi ipocritamente si realizzano melensi spot pubblicitari ? Con una mano ( quella che firma leggi e decreti ) si uccidono i lavoratori , con l’altra si confezionano pubblicità e campagne informative che potrebbero essere utili solo a patto di rimettere in discussione il sistema di produzione. No ! Non è questa la prospettiva giusta e chi si candida a costruire il “ Partito del lavoro “ in un Paese in cui la sinistra è evaporata, non può che lavorare perché altri siano gli orizzonti”.
Gc12287.red