La Terza commissione consiliare redige documento unitario - Ora il passaggio in Consiglio
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 13 maggio 2014 - “Un impegno congiunto delle istituzioni per il miglioramento e potenziamento delle cure della persona nei territori della provincia di Perugia”. Questa è la richiesta che proviene dalla Terza Commissione Consiliare provinciale di Perugia che sull’argomento ha redatto una mozione congiunta che dovrà passare al vaglio del Consiglio per l’approvazione. La decisione di ragionare su questo tema nasce dalla consapevolezza che “l'invecchiamento della popolazione pone anche in Umbria l'esigenza di irrobustire e rendere più efficaci e capillari le politiche sociali volte ad assicurare le migliori cure possibili alle persone non autosufficienti, con difficoltà motorie, psichiche e di ogni tipo”, si legge nel documento. Ricordiamo che la Regione Umbria con la Legge 9 del 2008 ha abrogato la L.R. 24/ 2004, che prevedeva l'assegno di cura per i non autosufficienti, istituendo il PRINA (Piano regionale per la non autosufficienza) e prevedendo specifiche risorse per le cure a domicilio. Tuttavia questa tipologia di cure non si è sviluppata in maniera uniforme nei nostri territori, ma “con una situazione a macchia di leopardo che vede punte di eccellenza accanto a rimarchevoli disfunzioni che si ripercuotono inevitabilmente sulle vite delle famiglie e sul loro livello di benessere”. La L.R. 13 del 16 febbraio 2010 ha previsto una gamma di misure a favore delle famiglie vulnerabili, e la DGR 1399 del 9.12.2013 ha stanziato 1.500.000 euro”. “Occorre un impegno maggiore da parte delle Istituzioni – continua il documento - per incrementare le cure a domicilio dei soggetti non autosufficienti, bilanciando così a favore della dimensione domestica e familiare della cura, dove essa è possibile e auspicabile, le politiche di investimento a favore delle RSA”. In tutto questo si inserisce la richiesta contenuta nella mozione in cui il Consiglio impegna la Giunta a “intervenire presso la Regione con una serie di proposte volte ad assicurare il potenziamento delle cure alla persona, specie per quanto concerne la dimensione domiciliare, attraverso maggiori investimenti e qualificati strumenti di intervento, alleviando in tal modo i sacrifici delle famiglie”. “L'assegno di cura – ha affermato u componente della giunta provinciale - è uno strumento molto utile per supportare le famiglie che ospitano disabili o anziani non autosufficienti e quindi consentirne una erogazione presso il nostro territorio regionale non può che rappresentare un doveroso atto di civiltà. La trattazione di questa tematica ha spesso messo in contrapposizione l’assegno di cura con le strutture residenziali e specializzate. Considerando – continua - che molte persone non hanno una famiglia o la stessa non è in grado di pensare ad un proprio componente disabile, anche con l’assegno di cura, sarebbe opportuno non giocare su questa rivalità ma consentire una libertà di scelta, per non lasciare solo nessuno”.
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(Cittadino e Provincia) – Perugia, 13 maggio 2014 - “Un impegno congiunto delle istituzioni per il miglioramento e potenziamento delle cure della persona nei territori della provincia di Perugia”. Questa è la richiesta che proviene dalla Terza Commissione Consiliare provinciale di Perugia che sull’argomento ha redatto una mozione congiunta che dovrà passare al vaglio del Consiglio per l’approvazione. La decisione di ragionare su questo tema nasce dalla consapevolezza che “l'invecchiamento della popolazione pone anche in Umbria l'esigenza di irrobustire e rendere più efficaci e capillari le politiche sociali volte ad assicurare le migliori cure possibili alle persone non autosufficienti, con difficoltà motorie, psichiche e di ogni tipo”, si legge nel documento. Ricordiamo che la Regione Umbria con la Legge 9 del 2008 ha abrogato la L.R. 24/ 2004, che prevedeva l'assegno di cura per i non autosufficienti, istituendo il PRINA (Piano regionale per la non autosufficienza) e prevedendo specifiche risorse per le cure a domicilio. Tuttavia questa tipologia di cure non si è sviluppata in maniera uniforme nei nostri territori, ma “con una situazione a macchia di leopardo che vede punte di eccellenza accanto a rimarchevoli disfunzioni che si ripercuotono inevitabilmente sulle vite delle famiglie e sul loro livello di benessere”. La L.R. 13 del 16 febbraio 2010 ha previsto una gamma di misure a favore delle famiglie vulnerabili, e la DGR 1399 del 9.12.2013 ha stanziato 1.500.000 euro”. “Occorre un impegno maggiore da parte delle Istituzioni – continua il documento - per incrementare le cure a domicilio dei soggetti non autosufficienti, bilanciando così a favore della dimensione domestica e familiare della cura, dove essa è possibile e auspicabile, le politiche di investimento a favore delle RSA”. In tutto questo si inserisce la richiesta contenuta nella mozione in cui il Consiglio impegna la Giunta a “intervenire presso la Regione con una serie di proposte volte ad assicurare il potenziamento delle cure alla persona, specie per quanto concerne la dimensione domiciliare, attraverso maggiori investimenti e qualificati strumenti di intervento, alleviando in tal modo i sacrifici delle famiglie”. “L'assegno di cura – ha affermato u componente della giunta provinciale - è uno strumento molto utile per supportare le famiglie che ospitano disabili o anziani non autosufficienti e quindi consentirne una erogazione presso il nostro territorio regionale non può che rappresentare un doveroso atto di civiltà. La trattazione di questa tematica ha spesso messo in contrapposizione l’assegno di cura con le strutture residenziali e specializzate. Considerando – continua - che molte persone non hanno una famiglia o la stessa non è in grado di pensare ad un proprio componente disabile, anche con l’assegno di cura, sarebbe opportuno non giocare su questa rivalità ma consentire una libertà di scelta, per non lasciare solo nessuno”.
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