(Cittadino e Provincia – Perugia, 4 luglio ’12) – “Il 4 luglio 1762, esattamente 250 anni fa, si spegneva, a Villa Fidelia, Donna Teresa Grillo. Il suo nome viene sempre più ricordato, negli ultimi anni, come quello della nobildonna di grande statura intellettuale – ha affermato il presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi - che ha incrementato l’espansione della Villa cinquecentesca degli Urbani fino a cominciare a conferirle l’aspetto che oggi le conosciamo”. “Grazie agli studi che la Provincia di Perugia sta promuovendo, emerge - prosegue il presidente dell’Ente - un quadro settecentesco della vita a Villa Fidelia fatto di grazia, semplicità e vivacità culturale che deve far riflettere sulle potenzialità di utilizzazione del complesso ambientale-architettonico spellano”. Donna Teresa Grillo Panfili (1680–1762), nobildonna genovese, è divenuta proprietaria della “Fidelia” al culmine di una tormentatissima vicenda familiare, che l’ha vista opposta per lunghi anni all’uomo cui era andata in sposa, il principe romano Camillo Panfili Aldobrandini. Donna di grande stile, carattere e personalità, Donna Teresa giunge in Umbria, a Spello, nel primo decennio del Settecento e ben presto la sua dimora spellana diventa il punto di riferimento di un consistente mecenatismo culturale, come ben ricorda Francesco Appiani che le farà il ritratto, l’unico, che possediamo. Lei stessa, già entrata nell’Arcadia nel 1705 con il nome di Irene Pamisia, nel 1715 è accolta e “acclamata” fra i Rinvigoriti di Foligno, incrementando quella sua originale produzione poetica che anche le moderne letterature continuano a considerare degna di studio. Alla sfera culturale e mondana, la principessa affianca quella mistica, spirituale e religiosa, come ben ricordano, nel loro Memoriale, i frati della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli: essi parlano espressamente di un suo ritiro monacale nel Palazzo prospiciente la Basilica e di suoi tentativi di interventi molto diretti nella gestione dell’Ordine secondo lo stile dell’epoca. Alla sua morte, avvenuta nella Villa il 4 luglio 1762, viene sepolta in Basilica, ricordata da un imponente fastigio. Dalla lettura del suo testamento, ancora in fase preliminare, emerge l’ipotesi che, da Arcade qual era, Donna Teresa, nel quadro dell’ampliamento scenografico del Giardino (le siepi, i giochi d’acqua, gli automi musicali, il Giardino Barocco) abbia dato inizio anche alla costruzione dell’attuale Palazzina di proprietà della Provincia di Perugia: nel 1762, infatti, accanto al “viridarium” sono già menzionati due Palazzi – nello stesso vocabolo della Fidelia – e due annessi rurali. La costruzione della Villa – con il nome di Casino di Villeggiatura – è certamente realizzata, dopo la sua morte, dalle famiglie che sono entrate in possesso del sito: gli Sperelli e, soprattutto, i proprietari della famiglia Piermarini.
Oi12422.GC/PORT.GG
(Cittadino e Provincia – Perugia, 4 luglio ’12) – “Il 4 luglio 1762, esattamente 250 anni fa, si spegneva, a Villa Fidelia, Donna Teresa Grillo. Il suo nome viene sempre più ricordato, negli ultimi anni, come quello della nobildonna di grande statura intellettuale – ha affermato il presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi - che ha incrementato l’espansione della Villa cinquecentesca degli Urbani fino a cominciare a conferirle l’aspetto che oggi le conosciamo”. “Grazie agli studi che la Provincia di Perugia sta promuovendo, emerge - prosegue il presidente dell’Ente - un quadro settecentesco della vita a Villa Fidelia fatto di grazia, semplicità e vivacità culturale che deve far riflettere sulle potenzialità di utilizzazione del complesso ambientale-architettonico spellano”. Donna Teresa Grillo Panfili (1680–1762), nobildonna genovese, è divenuta proprietaria della “Fidelia” al culmine di una tormentatissima vicenda familiare, che l’ha vista opposta per lunghi anni all’uomo cui era andata in sposa, il principe romano Camillo Panfili Aldobrandini. Donna di grande stile, carattere e personalità, Donna Teresa giunge in Umbria, a Spello, nel primo decennio del Settecento e ben presto la sua dimora spellana diventa il punto di riferimento di un consistente mecenatismo culturale, come ben ricorda Francesco Appiani che le farà il ritratto, l’unico, che possediamo. Lei stessa, già entrata nell’Arcadia nel 1705 con il nome di Irene Pamisia, nel 1715 è accolta e “acclamata” fra i Rinvigoriti di Foligno, incrementando quella sua originale produzione poetica che anche le moderne letterature continuano a considerare degna di studio. Alla sfera culturale e mondana, la principessa affianca quella mistica, spirituale e religiosa, come ben ricordano, nel loro Memoriale, i frati della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli: essi parlano espressamente di un suo ritiro monacale nel Palazzo prospiciente la Basilica e di suoi tentativi di interventi molto diretti nella gestione dell’Ordine secondo lo stile dell’epoca. Alla sua morte, avvenuta nella Villa il 4 luglio 1762, viene sepolta in Basilica, ricordata da un imponente fastigio. Dalla lettura del suo testamento, ancora in fase preliminare, emerge l’ipotesi che, da Arcade qual era, Donna Teresa, nel quadro dell’ampliamento scenografico del Giardino (le siepi, i giochi d’acqua, gli automi musicali, il Giardino Barocco) abbia dato inizio anche alla costruzione dell’attuale Palazzina di proprietà della Provincia di Perugia: nel 1762, infatti, accanto al “viridarium” sono già menzionati due Palazzi – nello stesso vocabolo della Fidelia – e due annessi rurali. La costruzione della Villa – con il nome di Casino di Villeggiatura – è certamente realizzata, dopo la sua morte, dalle famiglie che sono entrate in possesso del sito: gli Sperelli e, soprattutto, i proprietari della famiglia Piermarini.
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