(Cittadino e Provincia – Perugia, 15 marzo ’12)- Antiche e moderne, insieme. Sono le cinque donne celebrate all’interno dell’incontro “I talenti femminili alle origini dell’imprenditoria umbra”, tenutosi, in Provincia, alla presenza dell’assessore alle Pari Opportunità Ornella Bellini, delle prof.se Romanella Bistoni e Serena Rondoni, del prof.re Ruggero Ranieri, dello storico Valerio Corvisieri e della storica dell’Arte, Marinella Caputo. Donne che sono da considerarsi non un modello astratto di femminismo, ma, bensì, portatrici di una capacità di essere compiutamente se stesse con tenacia e determinazione, in un contesto quasi sempre ostile.“ Un contesto - ha detto l’assessore Bellini - in cui seppero invece incidere, mostrando creatività e spirito organizzativo, doti non facilmente ascrivibili, al tempo, al genere femminile”. “Doti che - ha precisato l’assessore - in aggiunta al coraggio e alla capacità di scelta, le configurano, in qualche modo, quasi come la scaturigine di un nuovo modello organizzativo, dell’economia e dunque della società”. “Donne - ha, infine, concluso Bellini - che hanno risposto in fondo alla crisi di un modello economico e sociale, indicando per sé e per gli altri, la possibilità di cambiamento attraverso un obiettivo che si può definire come pedagogico e costruttivo nel medesimo tempo”. Su queste basi, Romanella Bistoni, ha potuto letteralmente “raccontare” la storia di Alice Hallgarten Franchetti, del suo cosmopolitismo e, allo stesso tempo, della sua attenzione per i problemi di un localismo inteso in maniera appassionata e coinvolgente, che la porterà a costruire scuole, aziende ed asili nido. La modernità che anticipa se stessa. Ancora, partendo da tutto ciò, Marinella Caputo, ha potuto parlare di Daria Vecchi Rubboli e della sua lotta per farsi riconoscere, dopo la morte del marito, quale imprenditrice della ceramica in un mondo al maschile. Mentre, per Valerio Corvisieri, la parabola di donna imprenditrice di Luisa Spagnoli è senz’altro la più esaustiva delle formidabili possibilità che può aprirsi il talento femminile, sino ai massimi livelli, in un mondo così poco propenso a riconoscere alla donna determinate qualità, quale era quello della prima parte del novecento. Un periodo che condizionò anche, secondo Serena Rondoni, la vita di Vanda Tonti, che si configura come portatrice di una modernità straordinaria se si pensa come, oltre che imprenditrice multiforme, dai maglifici all’industria aeronautica, fu anche un’umanista di alto livello, portando avanti un pragmatismo ricco di ideali. Ideali che, per Ruggero Ranieri, nascevano, nella sua antenata, Romeyene Robert Ranieri di Sorbello, anche da un cosmopolitismo che seppe essere fonte della spinta riformatrice di queste come di altre grandi donne dell’epoca.
Pers12018.CC
(Cittadino e Provincia – Perugia, 15 marzo ’12)- Antiche e moderne, insieme. Sono le cinque donne celebrate all’interno dell’incontro “I talenti femminili alle origini dell’imprenditoria umbra”, tenutosi, in Provincia, alla presenza dell’assessore alle Pari Opportunità Ornella Bellini, delle prof.se Romanella Bistoni e Serena Rondoni, del prof.re Ruggero Ranieri, dello storico Valerio Corvisieri e della storica dell’Arte, Marinella Caputo. Donne che sono da considerarsi non un modello astratto di femminismo, ma, bensì, portatrici di una capacità di essere compiutamente se stesse con tenacia e determinazione, in un contesto quasi sempre ostile.“ Un contesto - ha detto l’assessore Bellini - in cui seppero invece incidere, mostrando creatività e spirito organizzativo, doti non facilmente ascrivibili, al tempo, al genere femminile”. “Doti che - ha precisato l’assessore - in aggiunta al coraggio e alla capacità di scelta, le configurano, in qualche modo, quasi come la scaturigine di un nuovo modello organizzativo, dell’economia e dunque della società”. “Donne - ha, infine, concluso Bellini - che hanno risposto in fondo alla crisi di un modello economico e sociale, indicando per sé e per gli altri, la possibilità di cambiamento attraverso un obiettivo che si può definire come pedagogico e costruttivo nel medesimo tempo”. Su queste basi, Romanella Bistoni, ha potuto letteralmente “raccontare” la storia di Alice Hallgarten Franchetti, del suo cosmopolitismo e, allo stesso tempo, della sua attenzione per i problemi di un localismo inteso in maniera appassionata e coinvolgente, che la porterà a costruire scuole, aziende ed asili nido. La modernità che anticipa se stessa. Ancora, partendo da tutto ciò, Marinella Caputo, ha potuto parlare di Daria Vecchi Rubboli e della sua lotta per farsi riconoscere, dopo la morte del marito, quale imprenditrice della ceramica in un mondo al maschile. Mentre, per Valerio Corvisieri, la parabola di donna imprenditrice di Luisa Spagnoli è senz’altro la più esaustiva delle formidabili possibilità che può aprirsi il talento femminile, sino ai massimi livelli, in un mondo così poco propenso a riconoscere alla donna determinate qualità, quale era quello della prima parte del novecento. Un periodo che condizionò anche, secondo Serena Rondoni, la vita di Vanda Tonti, che si configura come portatrice di una modernità straordinaria se si pensa come, oltre che imprenditrice multiforme, dai maglifici all’industria aeronautica, fu anche un’umanista di alto livello, portando avanti un pragmatismo ricco di ideali. Ideali che, per Ruggero Ranieri, nascevano, nella sua antenata, Romeyene Robert Ranieri di Sorbello, anche da un cosmopolitismo che seppe essere fonte della spinta riformatrice di queste come di altre grandi donne dell’epoca.
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