(Cittadino e Provincia) – Perugia 21 settembre 2012 – “I primi giorni del mese di novembre - scrive in una nota il consigliere provinciale e capogruppo del Prc Luca Baldelli - come annunciato qualche tempo fa, vedranno la convocazione in Provincia degli Stati generali del Distretto rurale umbro – marchigiano. Per mia iniziativa, nel 2009 – 2010, con la firma del Protocollo d’Intesa tra le Province di Perugia e Pesaro Urbino, al quale lavorai personalmente, l’Ente è entrato a far parte del Comitato costituente del Distretto rurale, cogliendo un’opportunità storica per lo sviluppo coordinato, integrato e multilaterale dei suoi territori appenninici e montani ( e non solo di essi ). La Provincia ha così unito i suoi sforzi a quelli dei Comuni , delle Comunità Montane, delle Province del territorio umbro – marchigiano interessati e coinvolti fin dal 2006 – 2007 . E’ stata una scelta tanto più lungimirante quanto più pesanti e soffocanti si stanno rilevando i tagli dello Stato centrale alla finanza di Regioni, Province ( le Province in misura superiore a tutti gli altri ) e Comuni : solo attingendo ai finanziamenti previsti per i Distretti rurali costituiti con apposite leggi si potranno soddisfare negli anni a venire i bisogni di sviluppo, tutela del territorio, rilancio e valorizzazione delle produzioni locali. La Regione Marche è andata avanti e si è dotata di uno strumento legislativo forte e ben costruito per il Distretto rurale, mentre la Regione Umbria sembra segnare il passo e andare col bilancino a fare il calcolo specioso dei costi e dei ricavi senza capire che sta perdendo un treno storico. Gli investimenti nel campo delle energie alternative, lo sviluppo integrato del turismo che si è registrato in questi ultimi anni, le manifestazioni sulla promozione dei prodotti tipici organizzate in maniera integrata tra le Province di Perugia e Pesaro Urbino, specie nelle località appenniniche, il rilancio della questione della E 78, la nascita di una consapevolezza forte attorno al problema del Gasdotto Brindisi – Minerbio, sono stati timidi ma importanti segnali nati anche dal Protocollo d’Intesa, che non bisogna lasciar cadere nell’estemporaneità e nella contingenza. Per questo, come Consigliere delegato ai rapporti con i territori, lavorando in stretto contatto e accordo con la Giunta, proverò a chiamare a raccolta i Comuni, la Regione, le Comunità Montane, il variegato mondo dell’associazionismo, per fare il punto della situazione ed esigere un cambio di passo da tutti : il Distretto rurale non deve abortire, ma deve conoscere la sua fase di effettivo avvio con una corale volontà di dare futuro ai nostri territori , in tutti i campi nei quali si può coniugare sviluppo e valorizzazione dell’ambiente, apertura cosmopolita e rilancio della dimensione locale per quanto concerne l’economia, il turismo, la cultura, l’arte. Insomma, di carne al fuoco ce n’è, ma per non far morire la fiamma occorre che in primis la Regione Umbria, e quindi i Comuni soggetti fondatori del Comitato per il Distretto, cambino passo e imbocchino, sul modello della Regione Marche, la via della scelta netta e chiara una volta per tutte. Di treni nel nostro Appennino ne passano pochi e quei pochi ( che abbiamo saputo difendere con le unghie e con i denti ) non vanno persi in nome di logiche di potere perverse e lontane dagli interessi dei cittadini . Appuntamento quindi a novembre con tutti quelli che hanno filo per tessere”.
Gc12380.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia 21 settembre 2012 – “I primi giorni del mese di novembre - scrive in una nota il consigliere provinciale e capogruppo del Prc Luca Baldelli - come annunciato qualche tempo fa, vedranno la convocazione in Provincia degli Stati generali del Distretto rurale umbro – marchigiano. Per mia iniziativa, nel 2009 – 2010, con la firma del Protocollo d’Intesa tra le Province di Perugia e Pesaro Urbino, al quale lavorai personalmente, l’Ente è entrato a far parte del Comitato costituente del Distretto rurale, cogliendo un’opportunità storica per lo sviluppo coordinato, integrato e multilaterale dei suoi territori appenninici e montani ( e non solo di essi ). La Provincia ha così unito i suoi sforzi a quelli dei Comuni , delle Comunità Montane, delle Province del territorio umbro – marchigiano interessati e coinvolti fin dal 2006 – 2007 . E’ stata una scelta tanto più lungimirante quanto più pesanti e soffocanti si stanno rilevando i tagli dello Stato centrale alla finanza di Regioni, Province ( le Province in misura superiore a tutti gli altri ) e Comuni : solo attingendo ai finanziamenti previsti per i Distretti rurali costituiti con apposite leggi si potranno soddisfare negli anni a venire i bisogni di sviluppo, tutela del territorio, rilancio e valorizzazione delle produzioni locali. La Regione Marche è andata avanti e si è dotata di uno strumento legislativo forte e ben costruito per il Distretto rurale, mentre la Regione Umbria sembra segnare il passo e andare col bilancino a fare il calcolo specioso dei costi e dei ricavi senza capire che sta perdendo un treno storico. Gli investimenti nel campo delle energie alternative, lo sviluppo integrato del turismo che si è registrato in questi ultimi anni, le manifestazioni sulla promozione dei prodotti tipici organizzate in maniera integrata tra le Province di Perugia e Pesaro Urbino, specie nelle località appenniniche, il rilancio della questione della E 78, la nascita di una consapevolezza forte attorno al problema del Gasdotto Brindisi – Minerbio, sono stati timidi ma importanti segnali nati anche dal Protocollo d’Intesa, che non bisogna lasciar cadere nell’estemporaneità e nella contingenza. Per questo, come Consigliere delegato ai rapporti con i territori, lavorando in stretto contatto e accordo con la Giunta, proverò a chiamare a raccolta i Comuni, la Regione, le Comunità Montane, il variegato mondo dell’associazionismo, per fare il punto della situazione ed esigere un cambio di passo da tutti : il Distretto rurale non deve abortire, ma deve conoscere la sua fase di effettivo avvio con una corale volontà di dare futuro ai nostri territori , in tutti i campi nei quali si può coniugare sviluppo e valorizzazione dell’ambiente, apertura cosmopolita e rilancio della dimensione locale per quanto concerne l’economia, il turismo, la cultura, l’arte. Insomma, di carne al fuoco ce n’è, ma per non far morire la fiamma occorre che in primis la Regione Umbria, e quindi i Comuni soggetti fondatori del Comitato per il Distretto, cambino passo e imbocchino, sul modello della Regione Marche, la via della scelta netta e chiara una volta per tutte. Di treni nel nostro Appennino ne passano pochi e quei pochi ( che abbiamo saputo difendere con le unghie e con i denti ) non vanno persi in nome di logiche di potere perverse e lontane dagli interessi dei cittadini . Appuntamento quindi a novembre con tutti quelli che hanno filo per tessere”.
Gc12380.red