(Cittadino e Provincia) – Perugia, 8 marzo ’13 – “C'è moltissimo da dire sulla tragedia che mercoledì mattina ha colpito due dipendenti della Regione e le loro famiglie”. Lo scrive in una nota, che di seguito riportiamo, la Rsu della Provincia di Perugia esprimendosi sulla drammatica vicenda di due giorni fa. “Due dipendenti pubblici, due colleghe – si legge nel comunicato -. Stiamo parlando di noi, e di tutto quello che abbiamo subito e stiamo subendo. Fannulloni, inutili burocrati. Siamo troppi. Dobbiamo essere licenziati, mandati a casa. Siamo arrivati infine anche ad essere capri espiatori, vittime di quelle parole che continuamente si agitano contro il servizio pubblico e contro chi ci lavora. Questo è accaduto a Daniela e Margherita. Una precaria in condizioni di salario minimo garantito, con un'età superiore ai 40 anni, ed una dirigente che, alle soglie della pensione, ha svolto sempre, correttamente, il suo compito. Dall’altra parte c’è la tragedia di un sistema imprenditoriale che è diventato fragile, economicamente e psicologicamente. Di una fragilità che pagano in particolare i dipendenti ed i piccoli imprenditori, anch’essi vittime di suicidi e drammi familiari. E’ allora il momento di ricostruire un senso comune di questo Paese, perché anche il sacrificio di Daniela e Margherita sia motivo per dire una volta di più: facciamo tutti onestamente e responsabilmente il nostro dovere di cittadini. Ed in particolare noi, servitori delle istituzioni, diamo il senso di uno Stato e di un sistema pubblico garante e non oppressore”.
AP13002.ET
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 8 marzo ’13 – “C'è moltissimo da dire sulla tragedia che mercoledì mattina ha colpito due dipendenti della Regione e le loro famiglie”. Lo scrive in una nota, che di seguito riportiamo, la Rsu della Provincia di Perugia esprimendosi sulla drammatica vicenda di due giorni fa. “Due dipendenti pubblici, due colleghe – si legge nel comunicato -. Stiamo parlando di noi, e di tutto quello che abbiamo subito e stiamo subendo. Fannulloni, inutili burocrati. Siamo troppi. Dobbiamo essere licenziati, mandati a casa. Siamo arrivati infine anche ad essere capri espiatori, vittime di quelle parole che continuamente si agitano contro il servizio pubblico e contro chi ci lavora. Questo è accaduto a Daniela e Margherita. Una precaria in condizioni di salario minimo garantito, con un'età superiore ai 40 anni, ed una dirigente che, alle soglie della pensione, ha svolto sempre, correttamente, il suo compito. Dall’altra parte c’è la tragedia di un sistema imprenditoriale che è diventato fragile, economicamente e psicologicamente. Di una fragilità che pagano in particolare i dipendenti ed i piccoli imprenditori, anch’essi vittime di suicidi e drammi familiari. E’ allora il momento di ricostruire un senso comune di questo Paese, perché anche il sacrificio di Daniela e Margherita sia motivo per dire una volta di più: facciamo tutti onestamente e responsabilmente il nostro dovere di cittadini. Ed in particolare noi, servitori delle istituzioni, diamo il senso di uno Stato e di un sistema pubblico garante e non oppressore”.
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