(Cittadino e Provincia) – Panicale, 22 giugno ‘21 – Ripartire con il percorso per l’attuazione dei Piani Sociali di Zona, così come propone da quattro anni l’Unione dei Comuni del Trasimeno. Unione che è pronta a mettere in atto nel proprio territorio il Piano Sociale Regionale approvato ed è pronta a costruire nella Conferenza di Zona il tavolo di co-programmazione “dove il Terzo Settore assumerebbe un ruolo da protagonista nella lettura dei bisogni del Trasimeno e delle conseguenti scelte progettuali, insieme a tutti gli altri attori rappresentativi delle comunità”.
E’ quanto emerso dalla recente riunione tra Cesvol e Unione dei Comuni, “uniti – si legge in una nota - da una visione convintamente orientata verso la strutturazione degli strumenti di coprogettazione e coprogrammazione. I soli in grado di garantire partecipazione e coinvolgimento delle comunità locali, anche per il tramite delle tante associazioni (oltre 450 nel Trasimeno), attuando così quanto previsto sia dalla normativa nazionale e dalle recenti linee guida del Codice del Terzo Settore, che dal Piano Sociale Regionale, la cui realizzazione territoriale è sospesa da anni”.
All’incontro erano presenti i rappresentanti del Cesvol Umbria nelle persone di Giancarlo Billi (Presidente), Salvatore Fabrizio (direttore), Pietro Fiorentini (consigliere) e Sara Belvedere (referente sede Trasimeno), e, per le istituzioni locali, il presidente dell’Unione dei Comuni con delega alle politiche sociali della Zona Sociale n. 5 – Trasimeno, Giulio Cherubini, e la responsabile dell’Ufficio di Piano dell’Unione Alessandra Todini.
Dal confronto, secondo quanto riferiscono Unione e Cesvol, è emersa “l’urgenza di recuperare il tempo trascorso, invitando tutti i livelli istituzionali ad impegni immediati per adeguare il sistema ad una più efficace ed efficiente azione di compartecipazione alle scelte, dove i temi del volontariato, della promozione sociale e della cittadinanza attiva siano oggetto di stabile rilevazione, progettazione e conseguente impegno finanziario, per un migliore utilizzo delle risorse europee del Fondo Sociale Europeo e quelle nazionali, regionali e comunali. A tale scopo serve mettere a disposizione dei territori le risorse europee dell’Assistenza Tecnica, espressamente dedicate all’acquisizione di professionisti della progettazione”.
L’ultimo Piano Sociale di Zona, secondo quanto si fa notare, risale a quasi venti anni fa ed è urgente un nuovo processo di ascolto per la corretta individuazione dei bisogni attuali, proprio perché dai bisogni reali si possano orientare tutte le opportunità (finanziarie, strumentali, di accrescimento di competenze, di formazione), attuando il processo che dovrà partire dalla base per costruire reti ed alleanze in grado di incidere efficacemente a favore della comunità.
“L’impegno comune – concludono Unione e Cesvol - è quello di approfondire ulteriormente i temi, in funzione di una forte ripresa della socialità al termine del periodo di pandemia che ha messo a dura prova anche gran parte del fondamentale tessuto associativo”.
Panicale21008.ET
(Cittadino e Provincia) – Panicale, 22 giugno ‘21 – Ripartire con il percorso per l’attuazione dei Piani Sociali di Zona, così come propone da quattro anni l’Unione dei Comuni del Trasimeno. Unione che è pronta a mettere in atto nel proprio territorio il Piano Sociale Regionale approvato ed è pronta a costruire nella Conferenza di Zona il tavolo di co-programmazione “dove il Terzo Settore assumerebbe un ruolo da protagonista nella lettura dei bisogni del Trasimeno e delle conseguenti scelte progettuali, insieme a tutti gli altri attori rappresentativi delle comunità”.
E’ quanto emerso dalla recente riunione tra Cesvol e Unione dei Comuni, “uniti – si legge in una nota - da una visione convintamente orientata verso la strutturazione degli strumenti di coprogettazione e coprogrammazione. I soli in grado di garantire partecipazione e coinvolgimento delle comunità locali, anche per il tramite delle tante associazioni (oltre 450 nel Trasimeno), attuando così quanto previsto sia dalla normativa nazionale e dalle recenti linee guida del Codice del Terzo Settore, che dal Piano Sociale Regionale, la cui realizzazione territoriale è sospesa da anni”.
All’incontro erano presenti i rappresentanti del Cesvol Umbria nelle persone di Giancarlo Billi (Presidente), Salvatore Fabrizio (direttore), Pietro Fiorentini (consigliere) e Sara Belvedere (referente sede Trasimeno), e, per le istituzioni locali, il presidente dell’Unione dei Comuni con delega alle politiche sociali della Zona Sociale n. 5 – Trasimeno, Giulio Cherubini, e la responsabile dell’Ufficio di Piano dell’Unione Alessandra Todini.
Dal confronto, secondo quanto riferiscono Unione e Cesvol, è emersa “l’urgenza di recuperare il tempo trascorso, invitando tutti i livelli istituzionali ad impegni immediati per adeguare il sistema ad una più efficace ed efficiente azione di compartecipazione alle scelte, dove i temi del volontariato, della promozione sociale e della cittadinanza attiva siano oggetto di stabile rilevazione, progettazione e conseguente impegno finanziario, per un migliore utilizzo delle risorse europee del Fondo Sociale Europeo e quelle nazionali, regionali e comunali. A tale scopo serve mettere a disposizione dei territori le risorse europee dell’Assistenza Tecnica, espressamente dedicate all’acquisizione di professionisti della progettazione”.
L’ultimo Piano Sociale di Zona, secondo quanto si fa notare, risale a quasi venti anni fa ed è urgente un nuovo processo di ascolto per la corretta individuazione dei bisogni attuali, proprio perché dai bisogni reali si possano orientare tutte le opportunità (finanziarie, strumentali, di accrescimento di competenze, di formazione), attuando il processo che dovrà partire dalla base per costruire reti ed alleanze in grado di incidere efficacemente a favore della comunità.
“L’impegno comune – concludono Unione e Cesvol - è quello di approfondire ulteriormente i temi, in funzione di una forte ripresa della socialità al termine del periodo di pandemia che ha messo a dura prova anche gran parte del fondamentale tessuto associativo”.
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