Rossi: "Imprenditori sensibili che sono un buon esempio per i colleghi"
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 29 ottobre 2013 - “Nella riunione della Commissione per la vigilanza e il funzionamento della Pubblica Amministrazione è stato reso noto il contratto con il quale il CdA di Umbria Mobilità affida il nuovo incarico di Amministratore delegato della società – afferma in una interrogazione il capogruppo provinciale dell’IDV, Franco Granocchia - Il contratto, come risulta dagli atti della commissione, fissa in 200 mila euro il compenso annuo lordo del nuovo assunto, incrementato almeno del 20% come premio per il raggiungimento del risultato e attribuisce all’ amministratore delegato un’abitazione a Perugia, una macchina anche per uso privato e un ingente numero di viaggi tra Milano e Perugia a carico dell’ azienda. A questo si sommano i contributi previdenziali e assicurativi, tal chè la spesa complessiva annua per l’ affidamento dell’ incarico di amministratore delegato supera di gran lunga i 350 mila euro, tutto ciò in una condizione di grave difficoltà economica, finanziaria e di liquidità dell’ azienda stessa. Appare del tutto immotivato e incongruo che con quel contratto si assuma il nuovo amministratore delegato quale dirigente della medesima società, in primo luogo perché non c’è alcuna necessità di un ulteriore dirigente, in secondo luogo perché è privo di fondamento l’argomento secondo il quale tale assunzione sarebbe propedeutica e necessaria per l’affidamento della carica di amministratore delegato a un manager esterno. Si può invece sostenere con sicurezza che tale assunzione può dare luogo a un pericoloso conflitto d’ interessi visti gli ampi poteri sulla direzione di tutte le questioni dell’azienda, ivi compreso il controllo sui risultati dei dirigenti affidati all’ amministratore delegato di Umbra Mobilità. Può quindi nascere il fondato sospetto che l’assunzione, dalla quale deriva il relativo compenso straordinariamente elevato sia un aggiramento dei limiti imposti alle retribuzioni dei manager degli enti pubblici dalla normativa regionale. Destano inoltre allarme le notizie circolate dal momento dell’ assunzione del nuovo amministratore delegato, il quale sembrerebbe provenire dalla cerchia dei dirigenti della società Bus Italia da più parti indicata come uno dei pretendenti all’ acquisizione del ramo d’azienda dell’ esercizio di Umbra Mobilità recentemente scorporato con una delibera del Cda. Se tutto ciò corrispondesse al vero, l’intera vicenda apparirebbe inaccettabile, sia perché configurerebbe una violazione dei principi della concorrenza, dal momento che potrebbe risultare precostituito il risultato della gara di cessione del ramo d’azienda Um, sia perché farebbe sorgere il concreto rischio di una non congrua valorizzazione delle quote di Um, rischio da evitare in virtù di un principio elementare di precauzione, anche se fosse solo ipotetico” per questa serie di ragioni Granocchia chiede al Presidente e alla Giunta Provinciale se “Non ritenga opportuno, per eliminare ogni dubbio al riguardo, di promuovere un’ accurata indagine su quanto paventato, col coinvolgimento del Consiglio provinciale e i cui risultati dovrebbero essere adeguatamente pubblicizzati, così da allontanare il solo sospetto che non ci sia parità tra i possibili competitori dell’ acquisizione di quote del ramo d’azienda scorporato da Um evitando la sensazione di essere vittime di una sindrome paragonabile alla “volpe a guardia del pollaio”.
Gc13520.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 29 ottobre 2013 - “Nella riunione della Commissione per la vigilanza e il funzionamento della Pubblica Amministrazione è stato reso noto il contratto con il quale il CdA di Umbria Mobilità affida il nuovo incarico di Amministratore delegato della società – afferma in una interrogazione il capogruppo provinciale dell’IDV, Franco Granocchia - Il contratto, come risulta dagli atti della commissione, fissa in 200 mila euro il compenso annuo lordo del nuovo assunto, incrementato almeno del 20% come premio per il raggiungimento del risultato e attribuisce all’ amministratore delegato un’abitazione a Perugia, una macchina anche per uso privato e un ingente numero di viaggi tra Milano e Perugia a carico dell’ azienda. A questo si sommano i contributi previdenziali e assicurativi, tal chè la spesa complessiva annua per l’ affidamento dell’ incarico di amministratore delegato supera di gran lunga i 350 mila euro, tutto ciò in una condizione di grave difficoltà economica, finanziaria e di liquidità dell’ azienda stessa. Appare del tutto immotivato e incongruo che con quel contratto si assuma il nuovo amministratore delegato quale dirigente della medesima società, in primo luogo perché non c’è alcuna necessità di un ulteriore dirigente, in secondo luogo perché è privo di fondamento l’argomento secondo il quale tale assunzione sarebbe propedeutica e necessaria per l’affidamento della carica di amministratore delegato a un manager esterno. Si può invece sostenere con sicurezza che tale assunzione può dare luogo a un pericoloso conflitto d’ interessi visti gli ampi poteri sulla direzione di tutte le questioni dell’azienda, ivi compreso il controllo sui risultati dei dirigenti affidati all’ amministratore delegato di Umbra Mobilità. Può quindi nascere il fondato sospetto che l’assunzione, dalla quale deriva il relativo compenso straordinariamente elevato sia un aggiramento dei limiti imposti alle retribuzioni dei manager degli enti pubblici dalla normativa regionale. Destano inoltre allarme le notizie circolate dal momento dell’ assunzione del nuovo amministratore delegato, il quale sembrerebbe provenire dalla cerchia dei dirigenti della società Bus Italia da più parti indicata come uno dei pretendenti all’ acquisizione del ramo d’azienda dell’ esercizio di Umbra Mobilità recentemente scorporato con una delibera del Cda. Se tutto ciò corrispondesse al vero, l’intera vicenda apparirebbe inaccettabile, sia perché configurerebbe una violazione dei principi della concorrenza, dal momento che potrebbe risultare precostituito il risultato della gara di cessione del ramo d’azienda Um, sia perché farebbe sorgere il concreto rischio di una non congrua valorizzazione delle quote di Um, rischio da evitare in virtù di un principio elementare di precauzione, anche se fosse solo ipotetico” per questa serie di ragioni Granocchia chiede al Presidente e alla Giunta Provinciale se “Non ritenga opportuno, per eliminare ogni dubbio al riguardo, di promuovere un’ accurata indagine su quanto paventato, col coinvolgimento del Consiglio provinciale e i cui risultati dovrebbero essere adeguatamente pubblicizzati, così da allontanare il solo sospetto che non ci sia parità tra i possibili competitori dell’ acquisizione di quote del ramo d’azienda scorporato da Um evitando la sensazione di essere vittime di una sindrome paragonabile alla “volpe a guardia del pollaio”.
Gc13520.red