(Cittadino e Provincia – Perugia, 24 agosto ’12) – La riapertura delle scuole ha oramai i giorni contati ed il servizio trasporti rischia di non essere pienamente garantito se permane la condizione di difficoltà di Umbria mobilità, come noto in crisi di liquidità, principalmente a causa dei ritardi nella erogazione dei corrispettivi del contratto di servizio per la gestione di una quota di trasporto pubblico a Roma e nel Lazio. È da questa presa d’atto che la Provincia di Perugia (detentrice del 31,84% del capitale sociale) ha deciso di “farsi carico, con spirito solidaristico e responsabile, di un prestito fruttifero che sia in grado di garantire nell'immediato la continuità del servizio di trasporto pubblico”. Nel dettaglio, il ‘prestito ponte’ che la Giunta provinciale ha stabilito nella sua ultima riunione, ammonta a 3,8 milioni di euro, garantito dai trasferimenti provinciali bimestrali 2013 per il contratto di servizio quanto, se necessario, i trasferimenti bimestrali 2012, oltre ad un pegno a favore della Provincia su beni mobili della S.p.A. quali ad esempio le quote azionarie detenute nella società SIPA. Questo è messo nero su bianco in un ordine del giorno del Pd a firma del presidente della I Commissione consiliare permanente, Massimiliano Capitani (Pd) approvato (con 9 voti favorevoli, della maggioranza e 5 contrari della minoranza) nella seduta di giovedì 23 agosto. Nell’odg si evince che “questa crisi di liquidità finanziaria che la società interamente pubblica Umbria TPL e Mobilità S.p.A. sta registrando in questi ultimi mesi non era mai emersa prima nelle numerose audizioni nella I Commissione Consiliare permanente della Provincia con i vertici della Società”. È per questo che si richiama alla “responsabilità di quelle comunicazioni”. Nel documento si chiede, altresì, alla Giunta provinciale di “cercare le più ampie convergenze sottoscrivibili da tutti i soci nell'assunzione delle proprie responsabilità nel brevissimo e breve periodo e di vigilare, insieme agli altri soci, sulla concreta attuazione del piano industriale e finanziario presentato dall’azienda. Un piano – prosegue il documento - che possa essere adeguato alle difficoltà che stiamo affrontando, alle mutate condizioni di mercato e di accesso alla finanza pubblica, alle necessità di una ulteriore e concreta razionalizzazione dell’organizzazione gestionale e industriale della stessa. A questo proposito la Giunta provinciale dovrà esigere dagli organi di amministrazione societaria una reportistica puntuale quindicinale e/o mensile sul raggiungimento degli obiettivi che la S.p.A. ha individuato nel suddetto piano di stabilizzazione finanziaria e di rientro dalle sofferenze”. La seduta consiliare ha previsto l’audizione degli assessori provinciali Luciano Della Vecchia ed Ornella Bellini, rispettivamente ai Trasporti e Bilancio. Entrambe gli amministratori hanno tenuto a sottolineare come questa crisi “non sia di natura economica ma solo di liquidità legata alle vicende capitoline. “Bisogna individuare le cause di questa situazione – ha detto Dalla Vecchia - per poi far assumere le responsabilità. La Provincia di Perugia – ha tenuto a sottolineare l’assessore – è l’unico ente che paga in tempo le fatture”. Della Vecchia ha poi rimarcato i “ritardi” sulla riforma strutturale dell’intero sistema dei trasporti, “serve una riforma seria – ha affermato – non sui può continuare a viaggiare come dieci anni fa”. Ornella Bellini ha parlato del prestito “per garantire la continuità di un servizio pubblico per i cittadini, ma a breve la Provincia dovrà vedere analoghe responsabilità da parte degli altri soci, che dovranno fare anch’essi la loro parte. Intanto, per il prossimo 3 settembre è fissata l’assemblea dei soci (ricordiamo essere così composta: Provincia di Perugia 31,84%, Regione Umbria 20,3%; Comune di Perugia 22,86%, ATC di Terni 20% e Comune di Spoleto 5%) nel corso della quale si dovrà procedere alla ricapitalizzazione dell’azienda unica di trasporti, ma la Provincia di Perugia “non è interessata ad aumentare la propria partecipazione societaria”. Maurizio Ronconi (Udc) si dice “preoccupato ed allarmato per questa situazione, sulla quale chiamo il Presidente della Provincia ad assumersi le proprie responsabilità”. Il consigliere si domanda dove fosse il capo della Giunta provinciale un anno e mezzo fa quando si procedette alla fusione”. “Prima della cura è sempre necessario fare la diagnosi”, ha affermato. Riguardo al prestito ponte il consigliere ha fatto notare il perché questo sì e l’aumento di capitale no, “la vicenda è piena di lati oscuri”, ha concluso. Per Piero Sorcini (Pdl) “si è proceduto alla fusione tra soggetti con situazioni finanziarie profondamente diverse”. Luca Baldelli (Prc) si è detto “molto preoccupato per l’avvenire di Umbria mobilità. Il prestito ponte è una buona soluzione, ma emergenziale, occorre un’analisi di lungo periodo che superi l’attuale contingenza”. Per Enrico Bastioli (Psi) “la questione che più sconcerta è l’affermazione da parte dei vertici aziendali del mese di febbraio che andava tutto bene e che non vi erano difficoltà. Chi doveva vigilare?” si domanda il consigliere. Di diverso avviso Franco Granocchia (Idv) che si dice “favorevole ad un aumento del capitale sociale. Sul piano politico l’Idv è per affrontare questo problema, ci sono dirigenti super pagati ed incapaci. Se tra qualche mese - ha affermato – dovessimo trovarci a discutere ancora di queste difficoltà il mio partito si dissocerà anche da altri tavoli, compresi i regionali”. Bruno Biagiotti (Pdl) ha difeso l’operazione che ha portato all’azienda unica, “ma il fatto gravissimo è che si apprende dai giornali che Umbria Mobilità non è in grado di pagare le quattordicesime ai propri dipendenti”. Il consigliere chiede “che fine hanno fatto i 5 milioni di euro dell’APM, utili della fusione”. Maurizio Manini (Pd) chiede audizione del cda di Umbria mobilità in sede di Commissione consiliare. “Sicuramente vi sono delle responsabilità locali di gestione – ha affermato – ma anche difficoltà oggettive legate al momento di crisi del settore”.
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(Cittadino e Provincia – Perugia, 24 agosto ’12) – La riapertura delle scuole ha oramai i giorni contati ed il servizio trasporti rischia di non essere pienamente garantito se permane la condizione di difficoltà di Umbria mobilità, come noto in crisi di liquidità, principalmente a causa dei ritardi nella erogazione dei corrispettivi del contratto di servizio per la gestione di una quota di trasporto pubblico a Roma e nel Lazio. È da questa presa d’atto che la Provincia di Perugia (detentrice del 31,84% del capitale sociale) ha deciso di “farsi carico, con spirito solidaristico e responsabile, di un prestito fruttifero che sia in grado di garantire nell'immediato la continuità del servizio di trasporto pubblico”. Nel dettaglio, il ‘prestito ponte’ che la Giunta provinciale ha stabilito nella sua ultima riunione, ammonta a 3,8 milioni di euro, garantito dai trasferimenti provinciali bimestrali 2013 per il contratto di servizio quanto, se necessario, i trasferimenti bimestrali 2012, oltre ad un pegno a favore della Provincia su beni mobili della S.p.A. quali ad esempio le quote azionarie detenute nella società SIPA. Questo è messo nero su bianco in un ordine del giorno del Pd a firma del presidente della I Commissione consiliare permanente, Massimiliano Capitani (Pd) approvato (con 9 voti favorevoli, della maggioranza e 5 contrari della minoranza) nella seduta di giovedì 23 agosto. Nell’odg si evince che “questa crisi di liquidità finanziaria che la società interamente pubblica Umbria TPL e Mobilità S.p.A. sta registrando in questi ultimi mesi non era mai emersa prima nelle numerose audizioni nella I Commissione Consiliare permanente della Provincia con i vertici della Società”. È per questo che si richiama alla “responsabilità di quelle comunicazioni”. Nel documento si chiede, altresì, alla Giunta provinciale di “cercare le più ampie convergenze sottoscrivibili da tutti i soci nell'assunzione delle proprie responsabilità nel brevissimo e breve periodo e di vigilare, insieme agli altri soci, sulla concreta attuazione del piano industriale e finanziario presentato dall’azienda. Un piano – prosegue il documento - che possa essere adeguato alle difficoltà che stiamo affrontando, alle mutate condizioni di mercato e di accesso alla finanza pubblica, alle necessità di una ulteriore e concreta razionalizzazione dell’organizzazione gestionale e industriale della stessa. A questo proposito la Giunta provinciale dovrà esigere dagli organi di amministrazione societaria una reportistica puntuale quindicinale e/o mensile sul raggiungimento degli obiettivi che la S.p.A. ha individuato nel suddetto piano di stabilizzazione finanziaria e di rientro dalle sofferenze”. La seduta consiliare ha previsto l’audizione degli assessori provinciali Luciano Della Vecchia ed Ornella Bellini, rispettivamente ai Trasporti e Bilancio. Entrambe gli amministratori hanno tenuto a sottolineare come questa crisi “non sia di natura economica ma solo di liquidità legata alle vicende capitoline. “Bisogna individuare le cause di questa situazione – ha detto Dalla Vecchia - per poi far assumere le responsabilità. La Provincia di Perugia – ha tenuto a sottolineare l’assessore – è l’unico ente che paga in tempo le fatture”. Della Vecchia ha poi rimarcato i “ritardi” sulla riforma strutturale dell’intero sistema dei trasporti, “serve una riforma seria – ha affermato – non sui può continuare a viaggiare come dieci anni fa”. Ornella Bellini ha parlato del prestito “per garantire la continuità di un servizio pubblico per i cittadini, ma a breve la Provincia dovrà vedere analoghe responsabilità da parte degli altri soci, che dovranno fare anch’essi la loro parte. Intanto, per il prossimo 3 settembre è fissata l’assemblea dei soci (ricordiamo essere così composta: Provincia di Perugia 31,84%, Regione Umbria 20,3%; Comune di Perugia 22,86%, ATC di Terni 20% e Comune di Spoleto 5%) nel corso della quale si dovrà procedere alla ricapitalizzazione dell’azienda unica di trasporti, ma la Provincia di Perugia “non è interessata ad aumentare la propria partecipazione societaria”. Maurizio Ronconi (Udc) si dice “preoccupato ed allarmato per questa situazione, sulla quale chiamo il Presidente della Provincia ad assumersi le proprie responsabilità”. Il consigliere si domanda dove fosse il capo della Giunta provinciale un anno e mezzo fa quando si procedette alla fusione”. “Prima della cura è sempre necessario fare la diagnosi”, ha affermato. Riguardo al prestito ponte il consigliere ha fatto notare il perché questo sì e l’aumento di capitale no, “la vicenda è piena di lati oscuri”, ha concluso. Per Piero Sorcini (Pdl) “si è proceduto alla fusione tra soggetti con situazioni finanziarie profondamente diverse”. Luca Baldelli (Prc) si è detto “molto preoccupato per l’avvenire di Umbria mobilità. Il prestito ponte è una buona soluzione, ma emergenziale, occorre un’analisi di lungo periodo che superi l’attuale contingenza”. Per Enrico Bastioli (Psi) “la questione che più sconcerta è l’affermazione da parte dei vertici aziendali del mese di febbraio che andava tutto bene e che non vi erano difficoltà. Chi doveva vigilare?” si domanda il consigliere. Di diverso avviso Franco Granocchia (Idv) che si dice “favorevole ad un aumento del capitale sociale. Sul piano politico l’Idv è per affrontare questo problema, ci sono dirigenti super pagati ed incapaci. Se tra qualche mese - ha affermato – dovessimo trovarci a discutere ancora di queste difficoltà il mio partito si dissocerà anche da altri tavoli, compresi i regionali”. Bruno Biagiotti (Pdl) ha difeso l’operazione che ha portato all’azienda unica, “ma il fatto gravissimo è che si apprende dai giornali che Umbria Mobilità non è in grado di pagare le quattordicesime ai propri dipendenti”. Il consigliere chiede “che fine hanno fatto i 5 milioni di euro dell’APM, utili della fusione”. Maurizio Manini (Pd) chiede audizione del cda di Umbria mobilità in sede di Commissione consiliare. “Sicuramente vi sono delle responsabilità locali di gestione – ha affermato – ma anche difficoltà oggettive legate al momento di crisi del settore”.
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