(Cittadino e Provincia) – Perugia 12 ottobre 2012 – “Umbria Mobilità , l’azienda umbra dei trasporti - Afferma in una nota il Capogruppo dell’Udc in Consiglio Provinciale Maurizio Ronconi - accusa perdite per circa 700.000 euro al mese. La situazione è insostenibile e fatta ancora più drammatica dalla irresponsabilità di molti soci della società, oltre che dal consiglio di amministrazione, che sembrano non avere consapevolezza della situazione pre fallimentare. I soci, convocati dalla Commissione in Provincia , non si sono fatti vedere come se la situazione drammatica possa essere accantonata. Non si intravede ancora uno straccio di piano industriale, una pur minima proposta di risanamento mentre la ricapitalizzazione per decine milioni di euro, approvata ma non ancora sottoscritta dai soci, è sufficiente solo per arrivare alla fine di dicembre. Nessuno ad oggi ha avuto il coraggio di dare il benservito a politici che hanno voluto una unificazione che non ha retto neppure un anno, ad un consiglio di amministrazione che non ha saputo gestire, ad un management dagli stipendi di centinaia di migliaia di euro, che hanno portato con decisioni temerarie al fallimento della azienda. Ora è obbligatorio che i soci pubblici che gestiscono soldi dei cittadini, mettano un freno definitivo a questa deriva e operino per una immediata privatizzazione dell’azienda”.
Gc12412.red
(Cittadino e Provincia) – Perugia 12 ottobre 2012 – “Umbria Mobilità , l’azienda umbra dei trasporti - Afferma in una nota il Capogruppo dell’Udc in Consiglio Provinciale Maurizio Ronconi - accusa perdite per circa 700.000 euro al mese. La situazione è insostenibile e fatta ancora più drammatica dalla irresponsabilità di molti soci della società, oltre che dal consiglio di amministrazione, che sembrano non avere consapevolezza della situazione pre fallimentare. I soci, convocati dalla Commissione in Provincia , non si sono fatti vedere come se la situazione drammatica possa essere accantonata. Non si intravede ancora uno straccio di piano industriale, una pur minima proposta di risanamento mentre la ricapitalizzazione per decine milioni di euro, approvata ma non ancora sottoscritta dai soci, è sufficiente solo per arrivare alla fine di dicembre. Nessuno ad oggi ha avuto il coraggio di dare il benservito a politici che hanno voluto una unificazione che non ha retto neppure un anno, ad un consiglio di amministrazione che non ha saputo gestire, ad un management dagli stipendi di centinaia di migliaia di euro, che hanno portato con decisioni temerarie al fallimento della azienda. Ora è obbligatorio che i soci pubblici che gestiscono soldi dei cittadini, mettano un freno definitivo a questa deriva e operino per una immediata privatizzazione dell’azienda”.
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