Il Presidente Guasticchi dichiara: “Si tratta di una misura di riforma che non dovrebbe trovarci stupiti e che ci rende, di fatto, solo indignati, per il cliché che si ripete, come, guarda caso, per le Province: in nome della riduzione della spesa pubblica e del miglioramento dell’efficienza del “sistema giustizia” si sacrificano presìdi localmente vitali per la pratica quotidiana della legalità, per il contatto diretto e veloce del cittadino con il sistema giudiziario. Le forme di protesta messe in atto, anche in molti comuni del territorio della provincia di Perugia, per reclamare contro la riforma mi trovano completamente solidale con tutte le componenti che vi hanno partecipato e che intendono proseguire a far sentire la loro voce: prima di tutto i sindaci, poi gli avvocati e gli operatori del “sistema giustizia”, i cittadini e quanti sono stati coinvolti nella forme di protesta, subendone disagi. Va in attuazione una riforma che non ha nulla di organico, che è il frutto di tagli inferti non agli sprechi, ma al desiderio di legalità diffuso tra la gente, che tende a incrinare quell’integrità delle realtà locali da cui il “sistema Italia” avrebbe in realtà tutto da guadagnare. La Provincia di Perugia farà valere fino in fondo il suo ruolo con l’intento di far capire di fronte a quali finti risparmi, anche nel caso della giustizia, ci troviamo di fronte con questa riforma e, per contro, a quanti carichi di ulteriori spese saranno costretti i cittadini per “adire le vie legali”, costretti a spostarsi sul Capoluogo anche per dirimere questioni giudiziarie minute, quelle che venivano razionalmente risolte fino a pochi giorni fa nella loro comunità locale. Così, il finto risparmio non farà che porre ancora più gravemente il problema dei veri nodi non sciolti che pertengono al “sistema giustizia” e che si chiamano: cronica mancanza di magistrati, cancellieri, ufficiali giudiziari e dipendenti amministrativi, scarsa volontà di agire sulle criticità organiche, strutturali, del sistema. Proprio con l’occhio a questi veri problemi la Provincia di Perugia si è posta al servizio del sistema giudiziario locale, cercando di intervenire, con l’accordo intelligente di Tribunali e Procure, per contribuire a colmare i vuoti di personale, prevedere e realizzare stage formativi e, da ultimo, disporre pattuglie della Polizia provinciale nelle sedi giudiziarie che più ne manifestano la necessità. Un modo, anche questo, per dimostrare che le riforme si avviano dai livelli minimi di collaborazione tra istituzioni e che il livello locale, opportunamente gestito su area vasta, è il riferimento basilare di ogni rinnovata architettura istituzionale”.
Il Presidente Guasticchi dichiara: “Si tratta di una misura di riforma che non dovrebbe trovarci stupiti e che ci rende, di fatto, solo indignati, per il cliché che si ripete, come, guarda caso, per le Province: in nome della riduzione della spesa pubblica e del miglioramento dell’efficienza del “sistema giustizia” si sacrificano presìdi localmente vitali per la pratica quotidiana della legalità, per il contatto diretto e veloce del cittadino con il sistema giudiziario. Le forme di protesta messe in atto, anche in molti comuni del territorio della provincia di Perugia, per reclamare contro la riforma mi trovano completamente solidale con tutte le componenti che vi hanno partecipato e che intendono proseguire a far sentire la loro voce: prima di tutto i sindaci, poi gli avvocati e gli operatori del “sistema giustizia”, i cittadini e quanti sono stati coinvolti nella forme di protesta, subendone disagi. Va in attuazione una riforma che non ha nulla di organico, che è il frutto di tagli inferti non agli sprechi, ma al desiderio di legalità diffuso tra la gente, che tende a incrinare quell’integrità delle realtà locali da cui il “sistema Italia” avrebbe in realtà tutto da guadagnare. La Provincia di Perugia farà valere fino in fondo il suo ruolo con l’intento di far capire di fronte a quali finti risparmi, anche nel caso della giustizia, ci troviamo di fronte con questa riforma e, per contro, a quanti carichi di ulteriori spese saranno costretti i cittadini per “adire le vie legali”, costretti a spostarsi sul Capoluogo anche per dirimere questioni giudiziarie minute, quelle che venivano razionalmente risolte fino a pochi giorni fa nella loro comunità locale. Così, il finto risparmio non farà che porre ancora più gravemente il problema dei veri nodi non sciolti che pertengono al “sistema giustizia” e che si chiamano: cronica mancanza di magistrati, cancellieri, ufficiali giudiziari e dipendenti amministrativi, scarsa volontà di agire sulle criticità organiche, strutturali, del sistema. Proprio con l’occhio a questi veri problemi la Provincia di Perugia si è posta al servizio del sistema giudiziario locale, cercando di intervenire, con l’accordo intelligente di Tribunali e Procure, per contribuire a colmare i vuoti di personale, prevedere e realizzare stage formativi e, da ultimo, disporre pattuglie della Polizia provinciale nelle sedi giudiziarie che più ne manifestano la necessità. Un modo, anche questo, per dimostrare che le riforme si avviano dai livelli minimi di collaborazione tra istituzioni e che il livello locale, opportunamente gestito su area vasta, è il riferimento basilare di ogni rinnovata architettura istituzionale”.