"Il piano di rilancio passa attraverso la riorganizzazione dei servizi e un efficiente piano generale del trasporto pubblico umbro"
(Cittadino e Provincia) Perugia 19 febbraio ’13 - Resta alta l’attenzione della Provincia di Perugia sul futuro di Umbria Tpl Mobilità alla luce della pesante crisi che sta attraversando l’azienda a intero capitale pubblico con la partecipazione di Regione, Province di Perugia e Terni e Comuni di Perugia e Spoleto. Questa mattina, le tre Commissioni consiliari Permanenti dell’ente riunite in seduta congiunta, hanno incontrato il presidente del Cda di Umbria Tpl, e l’amministratore delegato per fare il punto della situazione costantemente monitorata. Il Presidente di Umbria Tpl ha riferito del recente incontro tra gli Enti soci di Umbria Tpl e la Giunta regionale durante il quale è stato illustrato il piano di risanamento aziendale attraverso una serie di azioni, tra cui, la ridefinizione dei servizi e dei loro termini contrattuali. Il presidente del Cda ha inoltre spiegato che si sta andando avanti nel recupero della commessa romana dalla quale Umbria Tpl vanta crediti non riscossi per circa 60 milioni di euro. Su tale fronte è stato anche deciso di sospendere il servizio sulle linee di Roma (seimila chilometri) che ormai costituiscono solamente un costo (un milione al mese) che l’azienda non riesce a riscuotere. L’intera operazione ha l’obiettivo di interrompere le perdite da un lato e di recuperare crediti e, quindi, liquidità dall’altro. Altri fronti aperti sono quelli della dismissione di parte del patrimonio e del prestito bancario necessario per far fronte all’aumento del capitale, per il quale al momento è intervenuta soltanto la Regione con 11 milioni già erogati, ma insufficienti al fabbisogno quantificato complessivamente in 50 milioni di euro. L’Ad ha annunciato una serie di incontri con le amministrazioni comunali per concordare una nuova rete di trasporto pubblico che terrà conto dell’utilizzo dei servizi da parte degli utenti. “La rete di trasporto – ha chiarito – pur mantenendo la capillarità dei servizi, va rivista calibrando le reali necessità. Con le amministrazioni locali e la Regione discuteremo anche di un probabile aumento tariffario, inevitabile da settembre tenendo conto che l’introito per Tpl di 1,81 euro a chilometro è tra i più bassi d’Italia e non più sostenibile alla luce dell’inflazione che ha colpito l’intero comparto del trasporto per costi di carburante e quant’altro. Si tratta di problemi che non possiamo nascondere e con i quali stanno facendo i conti altre realtà italiane”. Umbria Tpl metterà anche in campo un piano antievasione su larga scala con il sistematico controllo dei biglietti a bordo dei pullman e una revisione dei costi interni dell’azienda attuando una comparazione con analoghe realtà del nostro Paese. Ma l’obiettivo dichiarato dai rappresentanti della Provincia e della Regione è la ridefinizione complessiva del sistema dei trasporti pubblici umbri salvaguardando i servizi essenziali (pendolari e studenti in primis), evitando sovrapposizioni con i servizi della rete ferroviaria regionale e con la mobilità alternativa. Preoccupazione per i forti ritardi accumulati negli anni prima di intervenire su una situazione esplosa nella sua drammaticità solamente nel luglio scorso, è stata avanzata dai rappresentanti dell’opposizione in Consiglio Provinciale. “Ci troviamo di fronte a un problema abnorme – ha dichiarato la minoranza – proprio quando c’è più richiesta di trasporto pubblico per via della crisi che fa dell’uso del mezzo privato un lusso. Il rischio, a questo punto è di non essere più in grado di garantire i servizi a chi ne ha realmente bisogno”. Una visione comune tra maggioranza e opposizione si è trovata sulla necessità di salvaguardare i 1500 lavoratori di Umbria Tpl e Mobilità e sull’opportunità di monitorare la situazione compresa nella rete dei servizi caso per caso. L’orografia umbra è di fatto particolarmente complessa con i suoi 624 piccoli centri dislocati in aree di alta collina o montane, ma è ormai improcrastinabile trovare soluzioni compatibili con le esigenze degli utenti (considerando quello del trasporto pubblico un servizio sociale) e con una sana gestione aziendale che non può più permettersi di far girare pullman e autobus vuoti. Bipartisan sono state anche le critiche mosse al vecchio Cda di Umbria Tpl pur ribadendo la validità della scelta di realizzare un’azienda unica di trasporto regionale. La riunione si è chiusa con l’auspicio che, superata la fase dell’emergenza attraverso i piani di riorganizzazione dei servizi e di rilancio dell’attività aziendale, anche i privati si mostrino interessati alla partecipazione societaria con l’immissione di liquidità, il vero problema che in questa fase sta attanagliando Umbria Tpl.
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(Cittadino e Provincia) Perugia 19 febbraio ’13 - Resta alta l’attenzione della Provincia di Perugia sul futuro di Umbria Tpl Mobilità alla luce della pesante crisi che sta attraversando l’azienda a intero capitale pubblico con la partecipazione di Regione, Province di Perugia e Terni e Comuni di Perugia e Spoleto. Questa mattina, le tre Commissioni consiliari Permanenti dell’ente riunite in seduta congiunta, hanno incontrato il presidente del Cda di Umbria Tpl, e l’amministratore delegato per fare il punto della situazione costantemente monitorata. Il Presidente di Umbria Tpl ha riferito del recente incontro tra gli Enti soci di Umbria Tpl e la Giunta regionale durante il quale è stato illustrato il piano di risanamento aziendale attraverso una serie di azioni, tra cui, la ridefinizione dei servizi e dei loro termini contrattuali. Il presidente del Cda ha inoltre spiegato che si sta andando avanti nel recupero della commessa romana dalla quale Umbria Tpl vanta crediti non riscossi per circa 60 milioni di euro. Su tale fronte è stato anche deciso di sospendere il servizio sulle linee di Roma (seimila chilometri) che ormai costituiscono solamente un costo (un milione al mese) che l’azienda non riesce a riscuotere. L’intera operazione ha l’obiettivo di interrompere le perdite da un lato e di recuperare crediti e, quindi, liquidità dall’altro. Altri fronti aperti sono quelli della dismissione di parte del patrimonio e del prestito bancario necessario per far fronte all’aumento del capitale, per il quale al momento è intervenuta soltanto la Regione con 11 milioni già erogati, ma insufficienti al fabbisogno quantificato complessivamente in 50 milioni di euro. L’Ad ha annunciato una serie di incontri con le amministrazioni comunali per concordare una nuova rete di trasporto pubblico che terrà conto dell’utilizzo dei servizi da parte degli utenti. “La rete di trasporto – ha chiarito – pur mantenendo la capillarità dei servizi, va rivista calibrando le reali necessità. Con le amministrazioni locali e la Regione discuteremo anche di un probabile aumento tariffario, inevitabile da settembre tenendo conto che l’introito per Tpl di 1,81 euro a chilometro è tra i più bassi d’Italia e non più sostenibile alla luce dell’inflazione che ha colpito l’intero comparto del trasporto per costi di carburante e quant’altro. Si tratta di problemi che non possiamo nascondere e con i quali stanno facendo i conti altre realtà italiane”. Umbria Tpl metterà anche in campo un piano antievasione su larga scala con il sistematico controllo dei biglietti a bordo dei pullman e una revisione dei costi interni dell’azienda attuando una comparazione con analoghe realtà del nostro Paese. Ma l’obiettivo dichiarato dai rappresentanti della Provincia e della Regione è la ridefinizione complessiva del sistema dei trasporti pubblici umbri salvaguardando i servizi essenziali (pendolari e studenti in primis), evitando sovrapposizioni con i servizi della rete ferroviaria regionale e con la mobilità alternativa. Preoccupazione per i forti ritardi accumulati negli anni prima di intervenire su una situazione esplosa nella sua drammaticità solamente nel luglio scorso, è stata avanzata dai rappresentanti dell’opposizione in Consiglio Provinciale. “Ci troviamo di fronte a un problema abnorme – ha dichiarato la minoranza – proprio quando c’è più richiesta di trasporto pubblico per via della crisi che fa dell’uso del mezzo privato un lusso. Il rischio, a questo punto è di non essere più in grado di garantire i servizi a chi ne ha realmente bisogno”. Una visione comune tra maggioranza e opposizione si è trovata sulla necessità di salvaguardare i 1500 lavoratori di Umbria Tpl e Mobilità e sull’opportunità di monitorare la situazione compresa nella rete dei servizi caso per caso. L’orografia umbra è di fatto particolarmente complessa con i suoi 624 piccoli centri dislocati in aree di alta collina o montane, ma è ormai improcrastinabile trovare soluzioni compatibili con le esigenze degli utenti (considerando quello del trasporto pubblico un servizio sociale) e con una sana gestione aziendale che non può più permettersi di far girare pullman e autobus vuoti. Bipartisan sono state anche le critiche mosse al vecchio Cda di Umbria Tpl pur ribadendo la validità della scelta di realizzare un’azienda unica di trasporto regionale. La riunione si è chiusa con l’auspicio che, superata la fase dell’emergenza attraverso i piani di riorganizzazione dei servizi e di rilancio dell’attività aziendale, anche i privati si mostrino interessati alla partecipazione societaria con l’immissione di liquidità, il vero problema che in questa fase sta attanagliando Umbria Tpl.
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