(Cittadino e Provincia) – Perugia, 16 novembre ’12 – Dal welfare “assistenziale” al “welfare to work”. L’Umbria della crisi economica e occupazionale si interroga su quale nuovo welfare per il territorio in un momento in cui la cosiddetta “Riforma Fornero” rischia, a detta degli esponenti politico locali, di lasciare per strada soprattutto la fascia d’età media dei lavoratori. Il confronto tra istituzioni e protagonisti del sistema socio-economico locale sta avvenendo oggi a Perugia, presso il Centro Congressi Hotel Giò grazie all’evento “UN NUOVO WELFARE, proposte per arginare la disoccupazione e non solo…!”, organizzato dal Centro Internazionale Studi e Ricerche di Roma in collaborazione con il Consiglio provinciale di Perugia. Una giornata, come spiegato dal direttore del Cisr Nicola Spinello, di studio e di concertazione, aldilà degli schieramenti politici, che sia “l’inizio di un percorso di riflessione e studio che possa portare alla definizione di strumenti atti a garantire un nuovo sistema sociale per il nostro territorio”. “L'Umbria ha potenzialità spaventose inespresse – ha sottolineato lo stesso Spinello – e problemi mai risolti che vanno ormai superati, prime tra tutti le difficoltà infrastrutturali. Risolverle significa aumento di produttività e quindi incremento della occupazione. Quella reale, pulita, ufficiale. La vostra – ha aggiunto Spinello - è una regione che ha una tradizione e una cultura come poche altre. E la cultura non può essere trascurata: è la base di ogni iniziativa sociale, politica e anche produttiva”. Dello stesso tenore l’intervento del presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati Silvano Moffa, che ha fatto presente come in Umbria non sia mai stata, purtroppo, sviluppata una politica industriale del turismo. Un settore questo, a suo avviso, su cui invece si potrebbero sprigionare grandi energie. “Ci sono possibilità di uscita dalla crisi”, ha sostenuto Moffa, secondo il quale non è vero che non vi siano idee diverse per uscire dalla crisi del welfare rispetto a quelle che si stanno mettendo in piedi in linea con i dettami europei. “Il lavoro – ha detto - sta cambiando perchè sta cambiando il modo di essere dell'azienda. Non è vero che tutte stanno fallendo. Ce ne sono alcune che hanno avuto il coraggio di innovare e sono altamente competitive. Il pubblico dovrebbe sostenere la ricerca, l'innovazione, il sistema infrastrutturale. Vanno sapute leggere le potenzialità di un territorio. La nuova frontiera è quella del welfare to work, rivolto al lavoro, alla formazione, al sostegno al reddito, ad arginare le nuove povertà, al sostegno alle madri. Insomma addio al welfare declinato all'assistenzialismo”. “Le politiche di welfare – è stata la lettura data da Aviano Rossi, vicepresidente della Provincia di Perugia - sono state considerate esclusivamente un costo dagli ultimi governi. Questo ha determinato ripercussioni sulle classi sociali più deboli. La riforma sul lavoro che, a fronte della flessibilità in uscita doveva garantire un'ammortizzazione sociale moderna, ha di fatto tradito le aspettative”. A ciò secondo Rossi hanno posto rimedio gli enti locali che, come nel caso della Provincia di Perugia, hanno usato le risorse europee “con risultati ampiamente soddisfacenti”. Le azioni di orientamento al lavoro, di supporto e consulenza alle imprese, di formazione professionale mirata hanno consentito un saldo positivo tra avviamenti e cessazioni registrato nel 2011 e confermato nel primo semestre ‘12. “Paradossalmente però – ha chiuso Rossi - sono proprio gli enti locali gli ulteriori oggetti di tagli lineari e indiscriminati”. Anche per Bruno Biagiotti, vicepresidente del Consiglio provinciale, di fronte all’allarmante quadro della disoccupazione, specie giovanile, la Provincia può giocare un ruolo molto importante attraverso le azioni di formazione finalizzate alla creazione di nuovi posti di lavoro. Per la Provincia è intervenuto anche il presidente della terza Commissione consiliare Luca Baldelli, che si è concentrato sull’emergenza rappresentata dai licenziamenti tra gli over 45. A suo avviso le politiche attive del lavoro vanno riorientate verso questa fascia, “va spostata la tassazione dal lavoro alle rendite, sostenuta la ricerca, rilanciata una pianificazione che non sia lasciata ai dettami del libero mercato”. L’incontro di oggi prosegue nel pomeriggio con il confronto tra le associazioni di categoria e il mondo sindacale umbro.
Lavoro12079.ET
(Cittadino e Provincia) – Perugia, 16 novembre ’12 – Dal welfare “assistenziale” al “welfare to work”. L’Umbria della crisi economica e occupazionale si interroga su quale nuovo welfare per il territorio in un momento in cui la cosiddetta “Riforma Fornero” rischia, a detta degli esponenti politico locali, di lasciare per strada soprattutto la fascia d’età media dei lavoratori. Il confronto tra istituzioni e protagonisti del sistema socio-economico locale sta avvenendo oggi a Perugia, presso il Centro Congressi Hotel Giò grazie all’evento “UN NUOVO WELFARE, proposte per arginare la disoccupazione e non solo…!”, organizzato dal Centro Internazionale Studi e Ricerche di Roma in collaborazione con il Consiglio provinciale di Perugia. Una giornata, come spiegato dal direttore del Cisr Nicola Spinello, di studio e di concertazione, aldilà degli schieramenti politici, che sia “l’inizio di un percorso di riflessione e studio che possa portare alla definizione di strumenti atti a garantire un nuovo sistema sociale per il nostro territorio”. “L'Umbria ha potenzialità spaventose inespresse – ha sottolineato lo stesso Spinello – e problemi mai risolti che vanno ormai superati, prime tra tutti le difficoltà infrastrutturali. Risolverle significa aumento di produttività e quindi incremento della occupazione. Quella reale, pulita, ufficiale. La vostra – ha aggiunto Spinello - è una regione che ha una tradizione e una cultura come poche altre. E la cultura non può essere trascurata: è la base di ogni iniziativa sociale, politica e anche produttiva”. Dello stesso tenore l’intervento del presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati Silvano Moffa, che ha fatto presente come in Umbria non sia mai stata, purtroppo, sviluppata una politica industriale del turismo. Un settore questo, a suo avviso, su cui invece si potrebbero sprigionare grandi energie. “Ci sono possibilità di uscita dalla crisi”, ha sostenuto Moffa, secondo il quale non è vero che non vi siano idee diverse per uscire dalla crisi del welfare rispetto a quelle che si stanno mettendo in piedi in linea con i dettami europei. “Il lavoro – ha detto - sta cambiando perchè sta cambiando il modo di essere dell'azienda. Non è vero che tutte stanno fallendo. Ce ne sono alcune che hanno avuto il coraggio di innovare e sono altamente competitive. Il pubblico dovrebbe sostenere la ricerca, l'innovazione, il sistema infrastrutturale. Vanno sapute leggere le potenzialità di un territorio. La nuova frontiera è quella del welfare to work, rivolto al lavoro, alla formazione, al sostegno al reddito, ad arginare le nuove povertà, al sostegno alle madri. Insomma addio al welfare declinato all'assistenzialismo”. “Le politiche di welfare – è stata la lettura data da Aviano Rossi, vicepresidente della Provincia di Perugia - sono state considerate esclusivamente un costo dagli ultimi governi. Questo ha determinato ripercussioni sulle classi sociali più deboli. La riforma sul lavoro che, a fronte della flessibilità in uscita doveva garantire un'ammortizzazione sociale moderna, ha di fatto tradito le aspettative”. A ciò secondo Rossi hanno posto rimedio gli enti locali che, come nel caso della Provincia di Perugia, hanno usato le risorse europee “con risultati ampiamente soddisfacenti”. Le azioni di orientamento al lavoro, di supporto e consulenza alle imprese, di formazione professionale mirata hanno consentito un saldo positivo tra avviamenti e cessazioni registrato nel 2011 e confermato nel primo semestre ‘12. “Paradossalmente però – ha chiuso Rossi - sono proprio gli enti locali gli ulteriori oggetti di tagli lineari e indiscriminati”. Anche per Bruno Biagiotti, vicepresidente del Consiglio provinciale, di fronte all’allarmante quadro della disoccupazione, specie giovanile, la Provincia può giocare un ruolo molto importante attraverso le azioni di formazione finalizzate alla creazione di nuovi posti di lavoro. Per la Provincia è intervenuto anche il presidente della terza Commissione consiliare Luca Baldelli, che si è concentrato sull’emergenza rappresentata dai licenziamenti tra gli over 45. A suo avviso le politiche attive del lavoro vanno riorientate verso questa fascia, “va spostata la tassazione dal lavoro alle rendite, sostenuta la ricerca, rilanciata una pianificazione che non sia lasciata ai dettami del libero mercato”. L’incontro di oggi prosegue nel pomeriggio con il confronto tra le associazioni di categoria e il mondo sindacale umbro.
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