Organizza "Il Riccio" in occasione della Settimana nazionale della bonifica e irrigazione
(Cittadino e Provincia) - Città della Pieve, 25 settembre ‘20 - Il Gruppo Ecologista “Il Riccio” in collaborazione con Gea Energy Trekking e il Consorzio per la Bonifica della Val di Chiana Romana e Val di Paglia, domenica 27 settembre, in occasione della Settimana Nazionale della Bonifica ed Irrigazione 2020, organizza l’escursione “Fondovalle e Poggio Cavaliere - I Naturanti”.
Si parte, alle ore 8.00, da Fondovalle bivio azienda Felceto e Case Molinella (sentiero n. 1), si percorre la strada che costeggia il Canale Chianetta lungo il Fondovalle, seguendo la segnaletica CAI, fino a La Fabbrica del Callone Pontificio e la Torre del Buterone e poi fino a Poggio Cavaliere.
La lunghezza del percorso, non ad anello, è di circa 13 km: 7 km per chi si ferma al primo parcheggio, 11 km per chi procede fino a Ponticelli. La durata è di 6 ore per chi compie l’itinerario completo, il dislivello assoluto è 130 metri. Si tratta di una facile camminata, poco riparata da alberi.
Ai partecipanti è fatto obbligo d’indossare la mascherina soprattutto durante la visita scaglionata del Callone Pontificio.
Il percorso, quasi completamente in pianura, tocca infatti due edifici: “La Fabbrica del Callone”, dove si farà una visita guidata a cura del FAI, e la Torre del Buterone, silenziosi testimoni delle vicende della Bonifica, ormai rinchiusi dal tempo in un fitto intrico di strade, stradine, sentieri, canali, linee ferroviarie. Si arriva poi a Poggio Cavaliere, una vera e propria terrazza che si affaccia a ovest verso il Cetona e a est sul crinale di Città della Pieve. Il viale principale del fondovalle era alberato a gelsi utilizzati, agli inizi del secolo scorso, per l’allevamento del baco da seta da cui si ricavava il prezioso tessuto; piante secolari ormai quasi tutte tagliate, probabilmente in seguito a malattie.
In caso di tempo incerto si consiglia di dotarsi di protezione per la pioggia, solo in caso di temporali, l’escursione sarà rinviata alla domenica successiva, 4 ottobre.
NOTIZIE STORICHE
Interessanti le vicende della Bonifica, a partire dall’antichità si hanno testimonianze di fiorenti civiltà lungo il corso del fiume Chiani, l’etrusca prima e la romana poi, quando il fiume diventa navigabile e utilizzato per floridi scambi commerciali. Al crollo dell’Impero Romano, nel 476 d. C., però la mancanza di manutenzione di irreggimento delle acque e le abbondanti piogge portarono ad un progressivo impaludamento di tutta la Val di Chiana. In seguito le lotte per il predominio sul territorio da parte delle signorie di Siena, Arezzo, Cortona, Montepulciano, Perugia, Orvieto non lasciano il tempo alla bonifica della valle. Si arriva così tra la fine del Medio Evo e l’inizio dell’Evo Moderno ad una sorta di divisione amministrativa tra due grandi potenze: ad ovest il Granducato di Toscana e ad est lo Stato della Chiesa, con il Chiani a segnarne il confine.
Nel 1726 per ordine di Benedetto XIII fu costruita La Fabbrica del Callone Pontificio di Campo alla Volta, su progetto dell’ingegnere Egidio Maria Bordoni con la collaborazione di Antonio Felice Facci, che funzionava da regolatore in muratura del flusso idrico del Chiani, con una chiusa a due paratie manovrate mediante argani, agevolando il deflusso regolato delle acque verso il Tevere.
Funzionò dal 1727 fino al 1786 quando fu abbassata la platea e furono tolte le paratoie. Nel 1786 fu abbellito da una iscrizione commemorativa e, nel 1795, da una nuova, bellissima lapide celebrante la vittoria dell’uomo sulla palude firmata da Andrea Vici, architetto della Sacra Congregazione delle Acque. Dal 1945 al 1963 il primo piano dell’edificio è stato usato come abitazione, mentre il piano terra dal 1950 al 1966 fu adibito a scuola elementare.
Solo nel 1780 il papa Pio VI e il Granduca Pietro Leopoldo firmarono a Città della Pieve, nella Chiesa di S. Agostino, il famoso Concordato Idraulico, stabilendo la cosiddetta “Inversione del Chiani”: le acque a nord di Chiusi vengono incanalate “per colmata”, soluzione già suggerita da Leonardo, o metodo delle “sacche”, acqua convogliata in piccoli laghi e fatta defluire lentamente verso l’Arno; mentre a sud l’acqua viene fatta defluire più velocemente, per caduta, verso il Tevere. A sud le acque formano la Chianetta e l’Astrone che confluiscono nel Chiani e nel Paglia, affluente del Tevere. Per sorvegliare i lavori viene fondata una Prefettura delle Acque con sede a Città della Pieve. L’opera di Bonifica terminerà nel 1834.
La storia della Val di Chiana Romana è anche la storia di numerosi bastioni che sbarravano il corso delle acque delle Chiane.
Il Bastione del Campo alla Volta, costruito e potenziato durante il XVII secolo, fu aperto nel 1725.
Invece la Torre del Buterone, a poco più di un chilometro dal Callone Pontificio, edificata molto probabilmente nella seconda metà del XV secolo come mulino a grano (il toponimo pare infatti derivare dal greco buterés = che produce pascolo estivo), fu trasformata in regolatore con la Convenzione del 1607 e adattata a fortilizio durante la Guerra Barberina. Nel 1675 Clemente X ne ordinò la ristrutturazione per adibirla a posto di dogana, dandogli la fisionomia che ancora oggi conserva.
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(Cittadino e Provincia) - Città della Pieve, 25 settembre ‘20 - Il Gruppo Ecologista “Il Riccio” in collaborazione con Gea Energy Trekking e il Consorzio per la Bonifica della Val di Chiana Romana e Val di Paglia, domenica 27 settembre, in occasione della Settimana Nazionale della Bonifica ed Irrigazione 2020, organizza l’escursione “Fondovalle e Poggio Cavaliere - I Naturanti”.
Si parte, alle ore 8.00, da Fondovalle bivio azienda Felceto e Case Molinella (sentiero n. 1), si percorre la strada che costeggia il Canale Chianetta lungo il Fondovalle, seguendo la segnaletica CAI, fino a La Fabbrica del Callone Pontificio e la Torre del Buterone e poi fino a Poggio Cavaliere.
La lunghezza del percorso, non ad anello, è di circa 13 km: 7 km per chi si ferma al primo parcheggio, 11 km per chi procede fino a Ponticelli. La durata è di 6 ore per chi compie l’itinerario completo, il dislivello assoluto è 130 metri. Si tratta di una facile camminata, poco riparata da alberi.
Ai partecipanti è fatto obbligo d’indossare la mascherina soprattutto durante la visita scaglionata del Callone Pontificio.
Il percorso, quasi completamente in pianura, tocca infatti due edifici: “La Fabbrica del Callone”, dove si farà una visita guidata a cura del FAI, e la Torre del Buterone, silenziosi testimoni delle vicende della Bonifica, ormai rinchiusi dal tempo in un fitto intrico di strade, stradine, sentieri, canali, linee ferroviarie. Si arriva poi a Poggio Cavaliere, una vera e propria terrazza che si affaccia a ovest verso il Cetona e a est sul crinale di Città della Pieve. Il viale principale del fondovalle era alberato a gelsi utilizzati, agli inizi del secolo scorso, per l’allevamento del baco da seta da cui si ricavava il prezioso tessuto; piante secolari ormai quasi tutte tagliate, probabilmente in seguito a malattie.
In caso di tempo incerto si consiglia di dotarsi di protezione per la pioggia, solo in caso di temporali, l’escursione sarà rinviata alla domenica successiva, 4 ottobre.
NOTIZIE STORICHE
Interessanti le vicende della Bonifica, a partire dall’antichità si hanno testimonianze di fiorenti civiltà lungo il corso del fiume Chiani, l’etrusca prima e la romana poi, quando il fiume diventa navigabile e utilizzato per floridi scambi commerciali. Al crollo dell’Impero Romano, nel 476 d. C., però la mancanza di manutenzione di irreggimento delle acque e le abbondanti piogge portarono ad un progressivo impaludamento di tutta la Val di Chiana. In seguito le lotte per il predominio sul territorio da parte delle signorie di Siena, Arezzo, Cortona, Montepulciano, Perugia, Orvieto non lasciano il tempo alla bonifica della valle. Si arriva così tra la fine del Medio Evo e l’inizio dell’Evo Moderno ad una sorta di divisione amministrativa tra due grandi potenze: ad ovest il Granducato di Toscana e ad est lo Stato della Chiesa, con il Chiani a segnarne il confine.
Nel 1726 per ordine di Benedetto XIII fu costruita La Fabbrica del Callone Pontificio di Campo alla Volta, su progetto dell’ingegnere Egidio Maria Bordoni con la collaborazione di Antonio Felice Facci, che funzionava da regolatore in muratura del flusso idrico del Chiani, con una chiusa a due paratie manovrate mediante argani, agevolando il deflusso regolato delle acque verso il Tevere.
Funzionò dal 1727 fino al 1786 quando fu abbassata la platea e furono tolte le paratoie. Nel 1786 fu abbellito da una iscrizione commemorativa e, nel 1795, da una nuova, bellissima lapide celebrante la vittoria dell’uomo sulla palude firmata da Andrea Vici, architetto della Sacra Congregazione delle Acque. Dal 1945 al 1963 il primo piano dell’edificio è stato usato come abitazione, mentre il piano terra dal 1950 al 1966 fu adibito a scuola elementare.
Solo nel 1780 il papa Pio VI e il Granduca Pietro Leopoldo firmarono a Città della Pieve, nella Chiesa di S. Agostino, il famoso Concordato Idraulico, stabilendo la cosiddetta “Inversione del Chiani”: le acque a nord di Chiusi vengono incanalate “per colmata”, soluzione già suggerita da Leonardo, o metodo delle “sacche”, acqua convogliata in piccoli laghi e fatta defluire lentamente verso l’Arno; mentre a sud l’acqua viene fatta defluire più velocemente, per caduta, verso il Tevere. A sud le acque formano la Chianetta e l’Astrone che confluiscono nel Chiani e nel Paglia, affluente del Tevere. Per sorvegliare i lavori viene fondata una Prefettura delle Acque con sede a Città della Pieve. L’opera di Bonifica terminerà nel 1834.
La storia della Val di Chiana Romana è anche la storia di numerosi bastioni che sbarravano il corso delle acque delle Chiane.
Il Bastione del Campo alla Volta, costruito e potenziato durante il XVII secolo, fu aperto nel 1725.
Invece la Torre del Buterone, a poco più di un chilometro dal Callone Pontificio, edificata molto probabilmente nella seconda metà del XV secolo come mulino a grano (il toponimo pare infatti derivare dal greco buterés = che produce pascolo estivo), fu trasformata in regolatore con la Convenzione del 1607 e adattata a fortilizio durante la Guerra Barberina. Nel 1675 Clemente X ne ordinò la ristrutturazione per adibirla a posto di dogana, dandogli la fisionomia che ancora oggi conserva.
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