"Quando una cittàsi stringe intorno alle proprie memorie più sacre e, in nome di straordinarie figure antichissime, celebra riti religiosi e civili nei quali ogni volta la partecipazione popolare è forte e spontanea, non possiamo non riflettere sulla realtàche, credenti o no, i valori della spiritualitàsprigionano da sé fino a coinvolgere..."
“Quando una città si stringe intorno alle proprie memorie più sacre e, in nome di straordinarie figure antichissime, celebra riti religiosi e civili nei quali ogni volta la partecipazione popolare è forte e spontanea, non possiamo non riflettere sulla realtà che, credenti o no, i valori della spiritualità sprigionano da sé fino a coinvolgere, generazione dietro generazione, il genere umano nei suoi legami profondi e autentici con il proprio luogo, la propria comunità, il proprio essere sociale”.“La festività di San Costanzo è, per Perugia e per l'Umbria, un periodo dell'anno in cui la tradizione ha finito col riunificare lo spirito e la carne di un martire che è anche, nello stesso tempo, monumento dell'identità cittadina. Qui, nell'area di San Pietro, è sorta la prima cattedrale della città di Perugia: i confini più esterni di Perugia, legati alla memoria del suo primo vescovo, stanno a ricordare anche che San Costanzo si era spinto ed era stato spinto ben al di là del capoluogo e aveva visitato la Valle Umbra, dove, in realtà, aveva trovato il martirio. Così oggi il luogo di culto a lui dedicato è la prima testimonianza di santità che si incontra entrando in città provenendo da Assisi e, in continuità, in antica continuità benedettina, subito dopo s'incontra l'abbazia di San Pietro. E, secondo un movimento opposto, la città attuale, la Perugia moderna e contemporanea, continua a scendere, anno dopo anno, verso questo confine che è diventato il Borgo XX Giugno, lo oltrepassa e si ritrova a contatto con la sua più antica radice di fede e la più intima anima sociale. Così la religione, che è percorso e ragione di luce, avanza verso San Costanzo in una intensissima processione, la “Luminaria”, per accogliere poi ogni tradizione, anche la più laica, che dimostri di essere nata, nei secoli, dallo spirito popolare legato alla figura, lontanissima nel tempo, del Santo”. “Una parte considerevole dell'anima di Perugia e dei perugini ha continuato, nei millenni, a risiedere in questa località di confine in cui la fede e la ragione, la religione e la città laica vivono in una unità che nessuna metamorfosi dei costumi ha potuto negare e mai potrà spezzare”.
“Quando una città si stringe intorno alle proprie memorie più sacre e, in nome di straordinarie figure antichissime, celebra riti religiosi e civili nei quali ogni volta la partecipazione popolare è forte e spontanea, non possiamo non riflettere sulla realtà che, credenti o no, i valori della spiritualità sprigionano da sé fino a coinvolgere, generazione dietro generazione, il genere umano nei suoi legami profondi e autentici con il proprio luogo, la propria comunità, il proprio essere sociale”.“La festività di San Costanzo è, per Perugia e per l'Umbria, un periodo dell'anno in cui la tradizione ha finito col riunificare lo spirito e la carne di un martire che è anche, nello stesso tempo, monumento dell'identità cittadina. Qui, nell'area di San Pietro, è sorta la prima cattedrale della città di Perugia: i confini più esterni di Perugia, legati alla memoria del suo primo vescovo, stanno a ricordare anche che San Costanzo si era spinto ed era stato spinto ben al di là del capoluogo e aveva visitato la Valle Umbra, dove, in realtà, aveva trovato il martirio. Così oggi il luogo di culto a lui dedicato è la prima testimonianza di santità che si incontra entrando in città provenendo da Assisi e, in continuità, in antica continuità benedettina, subito dopo s'incontra l'abbazia di San Pietro. E, secondo un movimento opposto, la città attuale, la Perugia moderna e contemporanea, continua a scendere, anno dopo anno, verso questo confine che è diventato il Borgo XX Giugno, lo oltrepassa e si ritrova a contatto con la sua più antica radice di fede e la più intima anima sociale. Così la religione, che è percorso e ragione di luce, avanza verso San Costanzo in una intensissima processione, la “Luminaria”, per accogliere poi ogni tradizione, anche la più laica, che dimostri di essere nata, nei secoli, dallo spirito popolare legato alla figura, lontanissima nel tempo, del Santo”. “Una parte considerevole dell'anima di Perugia e dei perugini ha continuato, nei millenni, a risiedere in questa località di confine in cui la fede e la ragione, la religione e la città laica vivono in una unità che nessuna metamorfosi dei costumi ha potuto negare e mai potrà spezzare”.