Le parole del Presidente Guasticchi:"Egli comincia un cammino il cui passo sarÃÂ accompagnato da un numero immenso di persone desiderose di rinnovamento..."
Le parole del Presidente Guasticchi:“Egli comincia un cammino il cui passo sarà accompagnato da un numero immenso di persone desiderose di rinnovamento, uomini e donne che, come Lui ha fatto affacciandosi dalla Loggia per la prima volta, sapranno guardarsi negli occhi, darsi il tempo di parlare, ascoltarsi, amarsi nella preghiera, supremo atto spontaneo di ogni credente”.“In questo atteggiamento, che deriva a Lui dal rigore della Compagnia di Gesù tornano a effondersi, nella loro interezza di grandissima corrente spirituale, la semplicità e l'umiltà del Santo di Assisi del quale, con un atto che lascia tutti noi colmi di felice presagio, ha voluto prendere il nome e, con il nome, la progettualità riformatrice, riparatrice dell'edificio della Chiesa cattolica”. “La memoria di san Francesco d'Assisi, del suo originario messaggio di salvezza e di richiamo alla solidarietà reciproca, è stata nei secoli, per la Chiesa, un decisivo momento di confronto. Di fronte alle difficoltà, nelle fasi più critiche della loro azione, i pontefici hanno guardato all'immagine di san Francesco come a una luce in grado di ispirare risposte adeguate, solerti, provvidenziali”. “Ne abbiamo avuto prove fondamentali soprattutto nel corso del Novecento, sin da quando il Santo è stato proclamato patrono d'Italia. Ne abbiamo visto materialmente la sostanza quando, da Giovanni XXIII in poi, Assisi è diventata la meta di un pellegrinaggio dei Papi che ha fatto, in direzione opposta, il percorso ‘romeo’ di san Francesco. Vestito di povertà, san Francesco è riuscito a presentarsi al cospetto del Papa; con i panni dell'umiltà consacrata i sommi pontefici, Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI si sono inginocchiati sulla sua tomba, quasi a chiudere il cerchio di spiritualità aperto nel XIII secolo”
Le parole del Presidente Guasticchi:“Egli comincia un cammino il cui passo sarà accompagnato da un numero immenso di persone desiderose di rinnovamento, uomini e donne che, come Lui ha fatto affacciandosi dalla Loggia per la prima volta, sapranno guardarsi negli occhi, darsi il tempo di parlare, ascoltarsi, amarsi nella preghiera, supremo atto spontaneo di ogni credente”.“In questo atteggiamento, che deriva a Lui dal rigore della Compagnia di Gesù tornano a effondersi, nella loro interezza di grandissima corrente spirituale, la semplicità e l'umiltà del Santo di Assisi del quale, con un atto che lascia tutti noi colmi di felice presagio, ha voluto prendere il nome e, con il nome, la progettualità riformatrice, riparatrice dell'edificio della Chiesa cattolica”. “La memoria di san Francesco d'Assisi, del suo originario messaggio di salvezza e di richiamo alla solidarietà reciproca, è stata nei secoli, per la Chiesa, un decisivo momento di confronto. Di fronte alle difficoltà, nelle fasi più critiche della loro azione, i pontefici hanno guardato all'immagine di san Francesco come a una luce in grado di ispirare risposte adeguate, solerti, provvidenziali”. “Ne abbiamo avuto prove fondamentali soprattutto nel corso del Novecento, sin da quando il Santo è stato proclamato patrono d'Italia. Ne abbiamo visto materialmente la sostanza quando, da Giovanni XXIII in poi, Assisi è diventata la meta di un pellegrinaggio dei Papi che ha fatto, in direzione opposta, il percorso ‘romeo’ di san Francesco. Vestito di povertà, san Francesco è riuscito a presentarsi al cospetto del Papa; con i panni dell'umiltà consacrata i sommi pontefici, Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI si sono inginocchiati sulla sua tomba, quasi a chiudere il cerchio di spiritualità aperto nel XIII secolo”