(Cittadino e Provincia – Perugia, 24 novembre ’12) - Le conseguenze di una separazione. Quelle che vanno ad incidere talvolta sulla vita dei figli in maniera decisiva per il lo sviluppo identitario degli stessi. Nel convegno titolato “PAS - Sindrome di alienazione parentale”, svoltosi in Provincia alla presenza dell’assessore Stefano Feligioni, dello psicologo e psicoterapeuta Enzo Ciancibello e del presidente dell’associazione Genitori Separati Ubaldo Valentini, si è discusso proprio di quel trauma spesso non riconosciuto che è la sindrome parentale, cioè il rifiuto di un bambino verso uno dei genitori separati. “Un problema quello della conseguenze della separazione - ha detto Religioni - che è uno dei forti segnali che viene da una società difficile fondata su valori negativi”. “Un problema - ha concluso l’assessore - che ci interroga anche politicamente sulle scelte governative troppo spesso non in linea con le vere necessità sociali”. Un problema su cui ha fatto una ricognizione attenta Valentini, ricordando come spesso venga disattesa quella carta dei diritti del fanciullo proclamata dalle Nazioni Unite nell’89, per trascuratezza delle istituzioni, ma anche per inadeguatezza spesso degli operatori sociali e degli stessi genitori troppo spesso impegnati solo su diatribe personali e non nella tutela del bambino. Una tutela che per Cianciblello, autore del libro “il trauma della separazione” incentrato sulle conseguenze psicologiche ed esistenziali appunto della separazione, non viene assicurata da nessuna delle parti in causa. Né dalle figure genitoriali, né da quelle parentali come ad esempio i nonni, spesso schierati a difesa del proprio figlio, né dalle istituzioni, carenti di interventi giuridici e sociali. Una tutela talmente debole da causare spesso il rifiuto di uno de genitori da parte dei figli. Rifiuto su cui l’autore del libro ha posto l’attenzione mostrando come il medesimo sia da considerare un vero e proprio disturbo relazionale, non sempre, anzi quasi mai, riconosciuto come tale. Al termine della relazione è seguito un dibattito incentrato sulle domande del pubblico presente.
OI12690.CC
(Cittadino e Provincia – Perugia, 24 novembre ’12) - Le conseguenze di una separazione. Quelle che vanno ad incidere talvolta sulla vita dei figli in maniera decisiva per il lo sviluppo identitario degli stessi. Nel convegno titolato “PAS - Sindrome di alienazione parentale”, svoltosi in Provincia alla presenza dell’assessore Stefano Feligioni, dello psicologo e psicoterapeuta Enzo Ciancibello e del presidente dell’associazione Genitori Separati Ubaldo Valentini, si è discusso proprio di quel trauma spesso non riconosciuto che è la sindrome parentale, cioè il rifiuto di un bambino verso uno dei genitori separati. “Un problema quello della conseguenze della separazione - ha detto Religioni - che è uno dei forti segnali che viene da una società difficile fondata su valori negativi”. “Un problema - ha concluso l’assessore - che ci interroga anche politicamente sulle scelte governative troppo spesso non in linea con le vere necessità sociali”. Un problema su cui ha fatto una ricognizione attenta Valentini, ricordando come spesso venga disattesa quella carta dei diritti del fanciullo proclamata dalle Nazioni Unite nell’89, per trascuratezza delle istituzioni, ma anche per inadeguatezza spesso degli operatori sociali e degli stessi genitori troppo spesso impegnati solo su diatribe personali e non nella tutela del bambino. Una tutela che per Cianciblello, autore del libro “il trauma della separazione” incentrato sulle conseguenze psicologiche ed esistenziali appunto della separazione, non viene assicurata da nessuna delle parti in causa. Né dalle figure genitoriali, né da quelle parentali come ad esempio i nonni, spesso schierati a difesa del proprio figlio, né dalle istituzioni, carenti di interventi giuridici e sociali. Una tutela talmente debole da causare spesso il rifiuto di uno de genitori da parte dei figli. Rifiuto su cui l’autore del libro ha posto l’attenzione mostrando come il medesimo sia da considerare un vero e proprio disturbo relazionale, non sempre, anzi quasi mai, riconosciuto come tale. Al termine della relazione è seguito un dibattito incentrato sulle domande del pubblico presente.
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